
Il Tribunale dell’Ue dà ragione al New York Times sul mancato accesso ai messaggi scambiati tra la presidente Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla
Dopo un lungo braccio di ferro tra la Commissione europea e il New York Times sulla trasparenza dei contratti per il vaccino Covid-19 della Pfizer, la Corte di giustizia europea ha stabilito oggi che la Commissione “non ha fornito una spiegazione plausibile per giustificare il mancato possesso dei documenti richiesti”.
Secondo la Corte, la Commissione non può limitarsi ad affermare di non essere in possesso dei documenti richiesti, ma deve fornire spiegazioni credibili che consentano sia al pubblico che alla Corte di capire perché tali documenti non possono essere reperiti.
La Corte di giustizia ha ritenuto che il New York Times avesse presentato prove rilevanti e coerenti che indicavano l’esistenza di messaggi di testo tra la presidente della Commissione e l’amministratore delegato di Pfizer in merito all’acquisto di vaccini Covid-19.
“Questi contratti erano totalmente senza precedenti in un contesto totalmente senza precedenti”, ha dichiarato un funzionario dell’Ue prima della sentenza.
Il quotidiano ha scoperto l’esistenza dei messaggi nel 2021 durante le interviste con Bourla, ma ha incontrato ostacoli quando ha richiesto l’accesso ai messaggi. La Commissione ha affermato di non poter fornire i testi.
Dopo ripetuti tentativi falliti di ottenere i messaggi, il New York Times ha portato la questione davanti alla Corte di giustizia europea nel gennaio 2023.
La Corte ha ora stabilito che la Commissione non ha chiarito adeguatamente se i messaggi di testo richiesti siano stati cancellati e, in caso affermativo, se la cancellazione sia avvenuta deliberatamente o automaticamente.
La Commissione europea ha ora due mesi di tempo per impugnare la decisione della Corte di giustizia.
Nota: Sentenza: La decisione C(2022) 8371 final della Commissione europea, del 15 novembre 2022, adottata ai sensi dell’articolo 4 delle disposizioni di attuazione del regolamento (CE) n. 1049/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2001, relativo all’accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, è annullata.
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SENTENZA DEL TRIBUNALE (Grande Sezione) 14 maggio 2025
Nota: La Commissione europea cerca di correre ai ripari e non annuncia l’impugnazione della sentenza del Tribunale Ue. Subito dopo la pubblicazione della sentenza, Bruxelles in una nota annuncia che ora studierà la sentenza e che «adotterà una nuova decisione fornendo una spiegazione più dettagliata». Ciò perché il Tribunale Ue «ritiene che la Commissione avrebbe dovuto fornire una spiegazione più dettagliata nella sua decisione, affermando di non essere in possesso di documenti del tipo richiesto».
Il precedente
Tra il 2020 e il 2021 la Commissione europea ha firmato una serie di contratti di grandi dimensioni con diverse aziende farmaceutiche per assicurarsi i vaccini contro il Covid-19. Alcuni legislatori del Parlamento europeo e privati cittadini hanno richiesto, come loro diritto, di esaminare i contratti e i documenti correlati per comprenderne termini e condizioni e per assicurarsi che l’interesse pubblico fosse tutelato.
Alla loro richiesta la Commissione ha risposto concedendo solo un accesso parziale a tali documenti, che sono stati pubblicati online in una versione censurata con la motivazione di dover proteggere gli interessi commerciali e il processo decisionale. A quel punto eurodeputati e privati si sono rivolti alla Corte di giustizia dell’Unione europea, chiedendo l’annullamento della decisione dell’esecutivo europeo di oscurare alcune parti dei contratti.
La sentenza del Tribunale dell’Unione Europea
Con la sentenza del 17 luglio il Tribunale dell’Unione europea ha accolto parzialmente entrambi i ricorsi e ha annullato la decisione della Commissione europea di pubblicare solo versioni ridotte dei contratti per l’acquisto dei vaccini Covid-19, in quanto ritenuta irregolare.
La corte europea ha dichiarato che la Commissione non è riuscita a dimostrare che l’accesso a determinate clausole – oscurate – avrebbe compromesso gli interessi commerciali delle aziende coinvolte. Il Tribunale ha inoltre affermato che la Commissione avrebbe potuto fornire maggiori informazioni sulle dichiarazioni dei membri del team che ha negoziato i contratti in merito all’assenza di conflitti di interesse.