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Coronavirus. Cina: due farmaci efficaci. OMS: non farsi illusioni, tutto da dimostrare. Chi produce i farmaci anti (forse) Coronavirus

Arbidol, Darunavir e non solo, chi produce i farmaci anti (forse) Coronavirus

I farmaci (Arbidol e Darunavir) che potrebbero fermare il coronavirus cinese secondo un team di ricercatori cinesi. Ma l’Oms ricorda che non ci sono ancora terapie efficaci. Il punto di Giusy Caretto

Giusy Caretto – Start Magazine – 5 febbraio 2020

L’arma contro il coronavirus cinese, che ha già fatto più di 400 morti nel mondo, forse è sempre esistita, siamo solo arrivati tardi nello scoprirla. Anzi, sono arrivati tardi: i farmaci candidati per la cura del virus sarebbero, infatti, l’Arbidol e il Darunavir, secondo un team di ricercatori cinesi. Intanto continuano i test per altri farmaci potenzialmente efficaci contro la malattia. Ricercatori della Zhejiang University e del Wuhan Institute of Virology, hanno annunciato risultati positivi da test su farmaci, rispettivamente, Abidol e Darunavir, e Remdesivir e clorochina, che hanno dimostrato efficacia nell’inibire del coronavirus 2019-nCoV in vitro. A stretto giro la comunità scientifica internazionale e lo stesso Oms invita alla cautela: l’efficacia di un farmaco può essere validata solo in seguito a test su larga scala

LA CURA

Secondo alcuni test preliminari condotti in vitro in un laboratorio dell’Università di Zhejiang dal team di ricercatori cinesi guidati da Li Lanjuan, una delle principali ricercatrici cinesi impegnata nella ricerca della cura contro la malattia, la cura per sconfiggere il coronavirus potrebbe essere rappresentata da due farmaci l’Arbidol e il Darunavir, che potrebbero inibire il virus.

GIA’ TESTATI

Il team è convinto di quanto afferma e la ricercatrice Li Lanjuan avrebbe già chiesto che i due medicinali venissero inseriti nel programma di cure elaborato dalla Commissione sanitaria nazionale contro il virus 2019-nCoV. Secondo quanto affermato da Chen Zuobing, membro del team, i due farmaci (per cui serve la prescrizione medica) sono stati usati per curare i pazienti della provincia.

ARBIDOL

Arbidol (conosciuto anche come Umifenovir) è un medicinale antivirale, utilizzato per l’infezione influenzale in Russia e in Cina. Il farmaco è candidato per il trattamento di epatite C.

Il farmaco, al momento, risulta non approvato per l’uso nei Paesi occidentali. Non compare tra i farmaci approvati dalla FDA.

LA CASA PRODUTTRICE DI ARBIDOL

La casa produttrice è Pharmstandard, la principale azienda farmaceutica russa impegnata nello sviluppo e nella produzione di medicinali avanzati. L’azienda, come si legge sul sito, “produce medicinali di vari gruppi farmacoterapeutici, compresi quelli per trattamenti di malattie cardiovascolari, diabete mellito, deficit dell’ormone della crescita, malattie gastroenterologiche e infettive, disturbi neurologici, disturbi metabolici, oncologia e una varietà di altre malattie”.

DARUNAVIR

Il trattamento con Darunavir (conosciuto anche con il nome Prezista) è, invece, approvato anche per l’utilizzo in Europa. Il farmaco, co-somministrato con una bassa dose di ritonavir è indicato in associazione con altre terapie antiretrovirali per il trattamento antiretrovirale dei pazienti affetti dal virus dell’immunodeficienza umana, HIV-1.

LA CASA PRODUTTRICE DI DARUNAVIR

A scoprire il medicinale è stata la Janssen-Cilag, azienda del gruppo Johnson & Johnson con sede in Belgio, che nel 2015 ha rinunciato al brevetto con l’obiettivo di sviluppare, con le altre case farmaceutiche, terapie per lo sviluppo di nuove formulazioni pediatriche di farmaco per l’HIV.

Tra i produttori c’è la casa farmaceutica Mylan, dei Paesi Bassi, è una delle più grandi aziende di farmaci equivalenti (e non solo) al mondo. La società produce più di 1400 medicinali. Ha avviato la produzione nel 1961, aiutando le persone delle piccole città della West Virginia e le comunità rurali ad ottenere l’accesso a medicinali poco costosi. Nel 1984 è stato approvato il primo medicinale valido e negli 2000 l’azienda ha promosso un piano di sviluppo globale. Nel 2007 ha acquisito il controllo azionario di Matrix Laboratoires e il business degli equivalenti di Merck KGa.

OMS: NESSUNA TERAPIA CONTRO VIRUS

Frena gli entusiasmi intorno alle dichiarazioni dei ricercatori cinesi l’Organizzazione mondiale della Sanità. “Non esistono ancora terapie efficaci contro il 2019-nCoV e l’Organizzazione ricorda che solo studi su larga scala possono essere efficaci e sicuri. E sviluppare terapie o vaccini contro patogeni come questo di solito prende anni. Prima bisogna affrontare lunghe sperimentazioni e passare attraverso anche qualche sconfitta”, ha detto il portavoce dell’Oms, Tarik Jasarevic.

SI STUDIA CLOROCHINA (UTILIZZATA CONTRO MALARIA)

In fase di test come farmaci per combattere il coronavirus ci sarebbero anche alcuni medicinali candidati per il trattamento della malaria. Secondo alcuni ricercatori dell’Istituto di virologia di Wuhan, coordinati dall’Accademia cinese delle scienze e dall’Istituto di farmacologia e tossicologia di Pechino, l’antimalarico Clorochina può effettivamente inibire in vitro la nuova infezione. Lo studio effettuato mostrerebbe un effetto antivirale nelle fasi di ingresso e post-ingresso della nuova infezione da coronavirus nelle cellule Vero E6 (derivate dal rene di una scimmia verde africana).

Sun Yanrong, vicedirettore del China National Centre for Biotechnology Development, ha confermato l’effetto della Clorochina nell’inibire la nuova infezione da coronavirus in una conferenza stampa tenuta ieri dalla National Health Commission. La Clorochina e alcuni altri farmaci antivirali, così come alcuni medicinali tradizionali cinesi che contengono ingredienti antivirali attivi, sono stati selezionati come candidati farmaceutici per ulteriori esperimenti sugli animali e per studi clinici

CLOROCHINA: BAYER TRA I PRODUTTORI

Tra i produttori del farmaco antimalarico c’è Bayer, multinazionale farmaceutica con sede a Leverkusen, in Germania. Tra i medicinali più rappresentativi dell’azienda figura l’aspirina, uno dei farmaci più diffusi. Impegnati su questo fronte anche la statunitense DMS Farmaceutical.

TEST CON REMDESIVIR, FARMACO CONTRO EBOLA

In fase di test sarebbe anche un altro antivirale, il Remdesivir, sviluppato dall’americana Gilead Sciences, come trattamento per la malattia da virus Ebola e le infezioni da virus di Marburg. Diversi studi hanno dimostrato la sua efficacia come antivirale contro virus diversi. La Gilead ha già firmato un accordo con il China-Japan Friendship Hospital di Pechino per testare il farmaco nelle prossime ore.

“A breve potrebbero iniziare i test clinici”, ha detto al South China Morning Post, Sun Yanrong, vicedirettore del centro di biologia del Ministero della Scienza e della Tecnologia.

GILEAD SCIENCES

Gilead Sciences è una società americana di biotecnologia che ricerca, sviluppa e commercializza farmaci. La ricerca effettuata dall’azienda si concentra principalmente sui farmaci antivirali utilizzati nel trattamento dell’HIV, dell’epatite B, dell’epatite C e dell’influenza, tra cui Harvoni e Sovaldi.

IL CORONAVIRUS IN NUMERI

Guardando ai numeri, sono stati confermati più di 24.500 casi di coronavirus. Oltre 2.700 di questi pazienti sono gravemente malati, secondo fonti mediche, 425 persone sono decedute e 738 pazienti sono guariti.

Jiao Yahui, vicedirettore dell’ufficio di amministrazione medica della National Health Commission (NHC), ha dichiarato che il tasso di mortalità della polmonite virale causata dal coronavirus è stato del 2,1% (la maggior parte dei casi si sono verificati nella provincia di Hubei e nella sua capitale Wuhan. Escludendo la provincia di Hubei, il tasso medio di mortalità della malattia in Cina è dello 0,16 per cento. Oltre l’80% delle vittime aveva più di 60 anni e oltre il 75% di loro aveva più di un problema di salute di base come il diabete, ha detto Yahui.


Notizie correlate

Medici francesi, riferisce France24, hanno confermato di aver somministrato un mix di farmaci anti-HIV ai pazienti con coronavirus e la risposta è sembrata del tutto favorevole. Ai pazienti con diagnosi di influenza comune, solitamente viene prescritto il Tamiflu. Ma l’influenza stagionale, evidenzia Sylvie van Der Werf all’Istituto Pasteur di Parigi, è “molto diversa dal coronavirus cinese”. Contro il 2019-nCoV sembrerebbe funzionare un mix di Lopinavir e Ritonavir: usati insieme riducono la quantità di cellule HIV nel sangue di un paziente, riducendo la capacità del virus di riprodursi e attaccare il sistema immunitario.

L’equipe ha poi combinato il trattamento con un altro farmaco antinfluenzale, chiamato Oseltamivir, sperando che il cocktail potesse indebolire il nuovo coronavirus.

In un ospedale dello stato di Washington (Stati Uniti), per esempio, i medici hanno somministrato a un paziente con nuovo coronavirus il remdesivir, un farmaco antivirale che interferisce con i meccanismi di replicazione che utilizzano alcuni tipi di virus per colonizzare le cellule di un organismo con il loro codice genetico. A un giorno di distanza dall’infusione, il paziente si è sentito meglio; quattro giorni dopo non aveva più la febbre. I dettagli della sperimentazione sono stati pubblicati sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine e sono stati accolti con interesse dalla comunità scientifica, per quanto lo studio abbia riguardato un solo paziente.

Massimo Galli, infettivologo docente all’università Statale di Milano e primario all’ospedale Sacco: «Si sta lavorando con farmaci già noti, ma i test in vitro non sono sufficienti per trarre alcuna conclusione». Anche l’Oms ha fatto sapere che l’efficacia di un farmaco può essere validata solo in seguito a test su larga scala.

Per ridurre la diffusione dell’epidemia di polmonite causata dal coronavirus 2019-nCoV, la Cina sta lavorando allo sviluppo di un robot capace di sostituire gli operatori sanitari nel condurre i test orofaringei necessari all’identificazione dell’infezione.


Sulla rivista Cell Research, proprio ieri è stato pubblicato uno studio che mostra che remdesivir e clorochina (un farmaco anti-malaria) sono efficaci contro il nuovo coronavirus in laboratorio. Questo non implica necessariamente che i farmaci funzionino anche nell’organismo, ma se non altro lo studio “in vitro” riguarda in modo specifico l’azione del remdesivir sul virus.

La Gilead ha spedito 500 dosi in Cina per avviare rapidamente un trial clinico, cioè una sperimentazione controllata in cui si confronta un gruppo di pazienti che ha ricevuto il farmaco con un gruppo che ha seguito altre terapie. Solo dopo queste sperimentazioni su un numero maggiore di pazienti si potrà dire qualcosa sull’efficacia del remdesivir.

La scommessa è anche economica. La Gilead ha messo a punto il farmaco contro un altro virus, l’Ebola, ma nel 2019 in un confronto con altri due farmaci in Repubblica democratica del Congo si è rivelato meno efficace.

Perciò, non è mai stato autorizzato al commercio e i miliardi di euro spesi dalla Gilead sono andati perduti. Se il farmaco si rivelasse efficace contro il coronavirus, la Gilead potrebbe recuperare le perdite per l’investimento.

A rovinare i piani dell’azienda potrebbe però essere l’istituto di virologia di Wuhan, che ha presentato una richiesta di brevetto sul remdesivir valida per la Cina. Se il brevetto fosse approvato, non sarebbe la Gilead a venderlo in Cina (il mercato più appetitoso visto il numero di casi) e nei paesi che riconosceranno il brevetto cinese. Si aprirebbe così un contenzioso anche economico tra Usa e Cina, con possibili conseguenze sull’accessibilità del farmaco.

Redazione Fedaisf

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