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Boehringer Italy: 176 denominations. In December the Italians open the panettone, the Boehringer employees open the letter of dismissal… Merry Christmas

L’operazione imminente, chiarisce la RSU, colpirà 176 dipendenti (di cui 3 dirigenti), fra impiegati e informatori scientifici del farmaco, su un totale di 694. Indetto uno sciopero per mercoledì 21 ottobre, data in cui sarà allestito anche un presidio di protesta davanti alla sede di Assolombarda, in via Pantano 9 a Milano

Comunicato RSU Boehringer Italia e Birit, Filctem, Femca, Uiltec [estratto]

Proprio quando i dati sull’occupazione mostrano una positiva inversione di tendenza nel mercato del lavoro l’azienda farmaceutica tedesca Boehringer Ingelheim Italia Spa licenzia quasi il 30% dei propri dipendenti e ridurrà, per volere della casa madre, tra il 2016 ed il 2020, anche il sito di ricerca milanese che così subirà un ulteriore taglio pari al 10% del personale.

La notizia, già di per sé drammatica, è ancora più sconcertante se si esamina l’andamento economico dell’azienda. Bilanci in attivo, fatturato ancora stabile, che registra peraltro, a livello internazionale, un’accelerazione del 2% nel primo semestre 2015, rispetto a quello dello stesso semestre 2014.

Tutto ciò probabilmente per sopperire agli errori di una gestione “creativa” delle risorse umane. L’attuale dirigenza sta smantellando quella che davvero un tempo è stata una multinazionale etica che poneva le persone, i pazienti e i dipendenti al centro della propria missione. La sta smantellando nel nome del profitto di breve termine con la mentalità speculativa tipica del neoliberismo imperante.

La parte drammatica è che, né i manager, né la proprietà sono in grado di capire che il profitto dell’Azienda si fonda essenzialmente sul lavoro do coloro che tutti i giorni rappresentano l’azienda e fanno funzionare la macchina operativa, sia in sede che sul territorio, e che non si costruiscono i profitti col lavoro dei propri dirigenti.

Tutto ciò è coronato immancabilmente da un assoluto rifiuto del management a condividere anticipatamente con i rappresentanti sindacali dei lavoratori una proposta costruttiva che avrebbe consentito una riorganizzazione aziendale più sostenibile, arrivando al punto di avvisare i propri dipendenti solo 3 mesi prima di avviarne il licenziamento che peraltro cadrà sotto Natale, un bel regalo non c’è che dire. Gli italiani apriranno i panettoni, i dipendenti Boehringer Ingelheim apriranno le lettere di licenziamento!

Ed è per queste ragioni che i lavoratori Boehringer Ingelheim sciopereranno il 21 ottobre prossimo allestendo un grande presidio a Milano, in via Pantano 9, di fronte a Assolombarda, dove i loro rappresentanti sindacali, insieme a CGIL, CISL e UIL siederanno a un tavolo di trattativa con l’intenzione di trovare un accordo ragionevole, rispettoso dei diritti dei lavoratori e che consenta all’azienda di tornare ad essere l’eccellenza che era un tempo.

Estratto dal Comunicato RSU Boehringer Italia e Birit, Filctem, Femca, Uiltec del 15/10/2015

Boehringer Italia, auspichiamo accordo

isf.licenziato“Le ragioni che hanno portato a questa ristrutturazione vanno ricondotte anche alle criticità che sta attraversando il settore pharma, tra le quali le continue misure rivolte al contenimento della spesa farmaceutica”.

Questa la posizione di Boehringer Ingelheim Italia che “il 1 ottobre – conferma la filiale tricolore del gruppo tedesco – ha comunicato l’apertura della procedura di riduzione del personale per 176 dipendenti, di cui 3 dirigenti, a seguito della quale saranno avviati incontri con le Rsu e il sindacato, con l’obiettivo di effettuare un esame congiunto della situazione, con l’auspicio di trovare un accordo nel più breve tempo possibile, attraverso un percorso condiviso e un dialogo aperto e costruttivo”.

“La procedura di riduzione del personale – precisa la società – riguarda esclusivamente i collaboratori di Boehringer Ingelheim Italia Spa”, che conta attualmente 694 addetti. “Per Boehringer Ingelheim Research Italia (Birit) non sono previsti licenziamenti”.

La situazione del comparto, spiega la società, “ha penalizzato notevolmente i risultati della nostra Divisione Prescription Medicine – dalla quale oggi dipende circa il 75% del fatturato dell’azienda – che negli ultimi anni ha segnato una riduzione del proprio fatturato”.

Paola Olgiati e Lucia Scopelliti – 19 ottobre 2015 – PharmaKronos

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Redazione Fedaiisf

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