I tagli alla spesa non possono più riguardare solo la farmaceutica, che mostra, a differenza delle altre voci, costi in diminuzione, ma devono essere indirizzati al comparto sanitario nel suo complesso. Ad affermarlo il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, commentando gli ultimi dati sui prezzi al consumo diffusi dall’Istat, che hanno registrato un calo del 2,3% su base annua dei prodotti farmaceutici. «Quello dell’Istat» osserva il leader degli industriali del farmaco «è un dato interessante: la farmaceutica presenta costi in diminuzione, nonostante l’aumento dell’inflazione». La via da seguire, ribadisce Scaccabarozzi, «è allora quella di cominciare a guardare la spesa sanitaria nel suo insieme, considerando peraltro che se un farmaco diminuisce di prezzo, si risparmia. Ma si risparmia molto di più quando un farmaco guarisce una malattia che prima richiedeva un ricovero o quando la durata dell’ospedalizzazione viene ridotta». Al momento, il presidente di Farmindustria non vede per l’Italia la possibilità che si realizzi lo scenario greco, dove alcune multinazionali hanno sospeso la fornitura di farmaci per i mancati pagamenti, anche se «il problema esiste anche nel nostro Paese. Fino a oggi abbiamo dimostrato grande senso di responsabilità, anche per rispondere al ruolo sociale che le nostre aziende rivestono. Ora speriamo che le istituzioni non se ne approfittino troppo».
Farmacista33 – 18 ottobre 2011