Le occasioni da capitalizzare – Le promesse degli E7 – Il fattore grigio.
La domanda di cure efficaci cresce, la popolazione invecchia, spuntano sempre nuovi bisogni di cura e i Paesi in via di sviluppo assomigliano sempre di più ai Paesi sviluppati: il gruppo degli E7 – Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia e Turchia – triplicherà il Pil nell’arco di 13 anni e determinerà fino a un quinto delle vendite farmaceutiche mondiali. Una grande opportunità per Big Pharma che però si ritrova coi laboratori a secco, la reputazione azzerata e un sogno infrant per far soldi con la genetica molecolare ci vorrà assai più del previsto. Per capitalizzare le buone occasioni che pure riserva il futuro serve una vera rivoluzione e bisogna conoscere a menadito la mappa che gli analisti della Pricewatercoopers hanno disegnato nel Report «Pharma 2020: the vision» focalizzando le 12 pietre miliari che determineranno le sorti dell’industria farmaceutica nei prossimi tredici anni. 1. M novità demografiche, epidemiologiche ed economiche e i cambiamenti climatici stanno trasformando il mercato dei prodotti farmaceutici e la popolazione mondiale sta invecchiando in modo drammatic nel 2010 gli over-65 saranno il 9,4% della popolazione mondiale, per un totale di circa 719,4 milioni di persone. Il fattore "grigio" dominerà il mercato, rafforzando la domanda di terapie a lunga durata già derivante dalla trasformazione di numerose patologie da mortali a croniche. A questo si aggiungerà l’effetto "clima" da cui potrebbe derivare secondo gli scienziati una recrudescenza di patologie come malaria, colera, difterite, dengue anche nei Paesi sviluppati. Senza correre troppo con la fantasia basti pensare che alla cara vecchia Salmonella basta appena un grado in più oltre i -10° della scala Celsius per aumentare il proprio tasso di riproduzione dell’1,2%… 2. O Si stima che nei Pvs, nel 2004, soffrissero di ipertensione circa 639 milioni di persone: nel 2025 saranno almeno 1 miliardo. Allo stesso modo i diabetici che erano 84 milioni nel 1995 saranno 228 milioni nel 2025, e la situazione più pesante la sconteranno Medio Oriente, Asia Sud-Orientale e India: quest’ultima in particolare sarà insulino-dipendente dovendo gestire nel 2025 qualcosa come 73 milioni di malati che a bocce ferme costeranno circa 30 miliardi di dollari. Sarà sufficiente che tutti i Paesi del G7 e dell’E7 continuino a destinare la stessa percentuale del Pil all’acquisto di medicinali perché il mercato mondiale di settore raggiunga quota 800 miliardi di dollari nel 2020. Ipotizzando invece crescite relative del 5-7% l’anno per i G7 e del 13-15% l’anno per gli E7 si arriverebbe a un mercato mondiale da 1.300 milioni di dollari. La Cina sarebbe il terzo mercato mondiale; Turchia e India sarebbero tra i primi dieci. Cina, India, Turchia: clienti da coccolare vuoto picassiano dei laboratori è storia "antica" e documentata: nel 2006 le aziende nordamericane hanno investito 55,2 miliardi di dollari in R&S; la Fda ha approvato soltanto 22 tra nuove molecole (NMEs) e prodotti biologici, contro le 53 registrate nel 1996 con investimenti dimezzati. Il cruccio drammatico sta nella carenza di innovazione: solo 9 nuovi farmaci lanciati negli Usa nel 2006 provengono dai laboratori delle 13 star di Big Pharma; sempre nel 2006, solo due di queste aziende hanno ottenuto oltre il 10% del fatturato da prodotti con meno di tre anni d’età. In sintesi: oltre il 90% delle entrate derivano da prodotti presenti sul mercato da più di 5 anni. L’incubo per le imprese è la scadenza brevettuale che esporrà circa 157 miliardi di dollari di fatturato (dati 2005) all’erosione da parte dei generici. 4. B aziende farmaceutiche – come chiunque sia costrett
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