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THE FNOMCEO AGAINST THE ENFORCED PRESCRIPTION

ROMA – Nessun dubbio che si debba contenere la spesa farmaceutica. L’obbligo investe tutti: politici, cittadini, a m m i n i s t r a t o r i e medici compresi. Tutte le misure possono essere lecite tranne quelle che ledono l’autonomia prescrittiva dei medici, se fatta nell’interesse dei pazienti. Una tale owietà, probabilmente non avrebbe nessuna necessità di essere sollevata, se non fosse che più elementi, in giro per l’Italia, costituiscono o prefigurano una vera e propria coercizione sulla firma del medico. L’ha denunciato il presidente della Fnomceo Amedeo Bianco, in quattro lettere distinte inviate al ministro del Welfare Maurizio Sacconi, ai tre sottosegretari alla Salute e al neo direttore generale dell’Alfa (l’Agenzia italiana del farmaco) Guido Rasi. «Ci sono giunte voci e segnalazioni – scrive Bianco secondo cui nell’agenda della prossima riunione della Commissione tecnico scientifica dell’Aifa, sarebbe stata posta la questione riguardante l’obbligatorietà, per i camici bianchi, di prescrivere medicinali attraverso l’esclusiva indicazione del principio attivo». La faccenda è sempre spinosa e ancora una volta non manca di suscitare polemiche. «Da un punto di vista tecnico – prosegue Bianco – è a tutti ben noto che alla bioequivalenza dei principi attivi può non corrispondere la bioequivalenza del farmaco nel suo complesso. Sia sotto l’aspetto strettamente farmacologico, come l’assunzione, l’assorbimento, le intolleranze, sia riguardo alla capacità dei pazienti di rispettare la terapia». Questo e molto altro pongono non a caso il medico come unico titolare della prescrizione. «L’azione autonoma e responsabile del medico – sottolinea infine Bianco – non può, né deve venire meno, essendo una funzione di tutela non dclegabile ad altri». Nel frattempo dal tavolo sulla Farmaceutica aperto a Roma nella sede del ministero del Welfare, salta – – – fuori la possibilità di recuperare circa ottocento milioni di euro, grazie alla riduzione del prezzo dei farmaci generici. Lo ha spiegato alla stampa Enrico Rossi, coordinatore degli assessori alla Sanità e lui stesso assessore in Toscana. In un primo tempo s’era ipotizzato un risparmio molto vicino al miliardo di euro, poi la correzione. «I farmaci a brevetto scaduto sono super pagati dal Ssn ha detto Rossi, che per questa faccenda s’era già rivolto all’Antitrust – e anche i tecnici dell’Aifa hanno riconosciuto la possibilità di un rii ^ ^ – » • sparmio importante». L’anomalia nascerebbe dal fatto che in Italia manca il meccanismo della conc o r r e n z a tra le aziende produttrici di generici che invece in tutta Europa fa scendere i listini. «In Italia il costo rimane sostanzialmente fermo perché le ditte dichiarano un prezzo che in realtà non viene più praticato e applicano un extra sconto alle farmacie che non viene dichiarato».

Corriere Medico del 09/10/2008  N. 21 25 SETTEMBRE 2008  p. 2

af

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