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The anti-drug guide in France becomes a best seller

Editoriali

17/10/2012

Eugenia Tognotti

E’ un caso editoriale – 15 mila copie vendute in una mattinata – il libro, Guide des 4000 médicaments, utiles, inutiles ou dangereux che, sorprendentemente, svetta in cima alle classifiche dei libri più venduti in Francia. Redatta – più che «scritta» – dall’urologo e parlamentare Bernard Debré e da Philippe Even, già preside della Facoltà di Medicina e presidente dell’Istituto omonimo, la «Guida» è già alla terza edizione, a un mese scarso dalla sua pubblicazione, e proprio in questi giorni, la casa editrice, Cherche Midi, ha dovuto ristamparne, in tutta fretta, 200 mila copie. Il ponderoso rapporto – 900 pagine – fa il punto sulle grandi patologie, sull’evoluzione dell’industria farmaceutica sull’impasse della ricerca contemporanea. Ma, soprattutto, propone un elenco ragionato di migliaia di farmaci – utili, inutili, dannosi – con tutte le indicazioni possibili, nome del laboratorio, efficacia, grado di rischio, prezzo. Non trattandosi di un adrenalinico, trascinante thriller, né di un appassionante romanzo o di un geniale saggio scientifico, lo straordinario successo della «Guida», fa pensare. Certo può aver avuto qualche parte la «sapienza» comunicativa degli autori, due personalità in vista dell’establishment medico-accademico francese; il carattere ansiogeno di questo genere di pubblicazioni che alimenta paura e paure del nostro tempo; l’effetto «tutti ne parlano». Ma l’impressione è che il libro sia diventato un best seller, qui e ora, perché chiama in causa alcune questioni cruciali: la medicalizzazione della vita quotidiana, i medici e la medicina, la spesa sanitaria e l’industria farmaceutica, la salute e la malattia, la speranza di guarigione e l&rs

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