MESSINA – Stefano Trimboli è stato confermato oggi segretario generale della Femca Cisl di Messina, incarico che ricopriva dall’ottobre 2007. Ad eleggerlo i delegati del Congresso che si è tenuto presso la Sala Cral del Dopolavoro della Raffineria di Milazzo alla presenza del segretario nazionale Femca Mario Bertone, del segretario regionale Franco Parisi e del segretario provinciale della Cisl Tonino Genovese. Eletta anche la nuova segreteria provinciale che affiancherà Trimboli nei prossimi 4 anni: al riconfermato Giovanni Sindoni si aggiunge Carmelo Anghelone.
Nella sua relazione, Trimboli ha acceso subito i riflettori della situazione del comparto energia in provincia di Messina. “All’ITALGAS, dopo l’accorpamento con Siciliana GAS, si tarda ancora nel dare risposte in merito alla classificazione del personale, sicuramente indietro rispetto ai tempi e alle professionalità che nel tempo si sono acquisite – ha detto – Diversa la questione all’AMAM dove, dopo l’avvicendamento del CdA, le Organizzazioni Sindacali non sono state chiamate per un incontro che, oltre di presentazione, dovrebbe servire a chiarire quale strada intraprendere. I problemi dell’acquedotto di Messina sono tanti, a partire, e non è poco, dai debiti e dai crediti che l’amministrazione della ex municipalizzata deve gestire. E siamo ancora in attesa del Documento di Valutazione dei Rischi, come richiesto più di un anno fa. Altro discorso invece è ciò che riguarda il settore del Petrolio. Sul nostro territorio insiste una raffineria che rappresenta, insieme alla centrale Edipower, il bacino forse di massima collocazione della forza lavoro, considerati anche gli indotti. La RAM Raffineria di Milazzo opera in un regime di elevato grado di “regolarità del lavoro”, e di questo non possiamo che essere che contenti, visto che sul territorio si trovano molti esempi contrari, ma la complessità e le proporzioni di un sito di questo genere innesca problematiche di ogni genere. In primo il rapporto con il territorio e con l’ambiente”.
Il segretario generale della Femca ha poi spostato l’attenzione sui comparti del chimico e del tessile che “sul nostro territorio sono quelli a soffrire di più – ha sottolineato Trimboli – relativamente alla chimica, la forte contrazione dei consumi ha inciso sulla produzione della nautica e sulle imprese di piccola produzione chimica. C’è stata addirittura una contrazione del consumo di acqua minerale con la conseguenza di una riduzione nella produzione di tappi di plastica o la caduta di ordini per la produzione delle vernici consequenziale a una riduzione degli investimenti nel mattone”.
Ma non c’è solo la crisi. Trimboli ha posto l’accento anche sull’emergenza occupazione alla ex PECTINE, ora I. CH. I., che nelle scorse settimane già aveva avuto risalto. “Un management non all’altezza – ha spiegato il segretario della Femca – non è riuscito a contrastare la crisi di settore pur avendo in mano un prodotto che non ha eguali in tutto il bacino del Mediterraneo. Prima adducendo i costi elevati di gestione (energia e forza lavoro) poi aggrappandosi agli sventurati fenomeni atmosferici (alluvioni)”.
Ma a spaventare di più è la crisi che vive oggi il settore farmaceutico. “Molte delle grandi multinazionali del farmaco – ha detto – stanno ponendo fuori un numero enorme di informatori scientifici”. Crisi che investe anche il settore tessile. “Dopo la crisi legata alla esternalizzazione e alla delocalizzazione della produzione – ha continuato Trimboli – è stata rintuzzata una parvenza di ripresa che era sostanzialmente legata alla produzione di qualità superiore rispetto a quella pr
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