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Tumultuous shareholders' meeting at Bayer: shareholders vote against managers for Monsanto operation

Clamorosa e tumultuosa assemblea degli azionisti alla Bayer, durata 13 ore, che per il 55,5% ha votato contro il board, guidato dal Ceo Werner Baumann e appena il 44,5% degli azionisti ha votato a favore. Gli investitori rimproverano il CEO Baumann, polemizzano col Presidenre Wenning e chiedeno spiegazioni su come intendono recuperare i circa 35 miliardi di euro (39 miliardi di dollari) di valore di mercato persi dopo l’affare Monsanto. Al centro del dibattito era se i leader di Bayer avessero valutato correttamente i rischi legali di Roundup, il controverso erbicida che è stato acquistato insieme a Monsanto.

Janne Werning, rappresentante della società tedesca Investment Union, uno dei primi 20 azionisti, ha detto: “A causa del continuo sviluppo negativo di Bayer, dei rischi legali elevati e dell’enorme crollo dei prezzi delle azioni, ci rifiutiamo di ratificare le azioni operate dal consiglio di amministrazione e dal consiglio di vigilanza durante l’esercizio”

Secondo gli osservatori un voto di sfiducia non vincolante alla riunione annuale di Bayer, può accelerare i cambiamenti di gestione e l’eventuale divisione di Crop Chemicals e Pharmaceuticals in società separate.

In Bayer hanno osservato che la maggioranza degli azionisti che non approvano le azioni dei propri dirigenti in occasione di un tale incontro non è accaduta da almeno 20 anni, e forse per tutta la sua storia. L’ex amministratore delegato di Deutsche Bank AG Anshu Jain si era dimesso nel 2015 dopo un voto a favore del 61% da parte degli investitori. In una mozione separata, circa il 66% ha votato per licenziare Wenning e il resto del consiglio di sorveglianza.

Wenning e Baumann sono stati vicini per decenni e sono stati i co-architetti dell’accordo Monsanto. Entrambi sono di provenienza aziendale e sono cresciuti nella regione tedesca della Rhein-Ruhr. Negli anni ’90 Baumann si è fatto le ossa in Bayer con Wenning alla filiale spagnola della compagnia. Divenne infine CFO con Wenning come CEO. Poi, dopo che Wenning è diventato presidente, ha scelto il suo vecchio protetto per il lavoro di CEO.

Subito il board ha dovuto convocare una riunione d’emergenza, nonostante il risultato non comportasse una immediata necessità di dimissioni dei manager del gruppo. E infatti il consiglio ha comunicato ufficialmente, per bocca del presidente Werner Wenning, che incassa il voto “molto seriamente” e che farà di tutto “per riconquistare la fiducia degli azionisti nella maniera più rapida e completa possibile”. In ogni caso, il management resta compatto alle spalle di Baumann sostenendolo in maniera “unanime”.

Durante l’assemblea si è capito presto che la perdita di valore a seguito dell’acquisizione, con circa 35 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati, non avrebbe fatto passare ore tranquille agli alti dirigenti dell’azienda tedesca. Dall’acquisizione americana il titolo ha perso il 40% e ora di fatto il mercato valorizza l’intero gruppo poco più del prezzo pagato per la sola Monsanto. Bayer ha acquistato Monsanto $63 miliardi lo scorso anno.

Bloomberg – 27 aprile 2019


Bayer paga caro l’acquisto Monsanto: 4.500 tagli di personale in Germania

il Salvagente – 10 aprile 2019

Bayer paga cara l’acquisizione di Monsanto. O meglio, a pagarla sono i dipendenti dell’azienda della chimica, falcidiati in Germania da 4.500 licenziamenti, come rivela Bloomberg, “per rimodellare l’attività e farla diventare più redditizia”.
I tagli, che rappresentano circa il 14% della forza lavoro tedesca, fanno parte di un pacchetto più ampio annunciato a novembre che dovrebbe arrivare a 12.000 posizioni in tutto il mondo.
Dopo l’acquisto di Monsanto per 63 miliardi, Bayer è finita nel mirino di migliaia di cause legali legate ai risarcimenti per i linfomi presumibilmente legati al glifosato, l’ingrediente principale del Roundup ready.
E si preannuncia una vera resa dei conti per il 26 aprile, data in cui è fissata la riunione degli azionisti, non certo tranquilli della situazione finanziaria della multinazionale dei pesticidi.

Redazione Fedaiisf

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