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E’ critico il Movimento nazionale liberi farmacisti nei confronti dei provvedimenti disciplinari presi dall’Ordine dei Farmacisti nei confronti di propri iscritti in merito alla dispensazione degli integratori a base di cimicififuga racemosa. In una nota il Movimento liberi farmacisti giudica “paradossale” la decisione dell’Ordine “quando egli stesso è reo di avere omesso di diramare ai propri iscritti la circolare ministeriale datata 7 agosto 2006 venendo quindi meno a una delle sue funzioni principali che è quella dell’aggiornamento dei propri iscritti a tutela della salute dei cittadini”.
Nella stessa nota si giudicano inoltre “pretestuose e strumentali le polemiche innescate da Federfarma per la presenza nel corner farmaceutico di un supermercato della provincia di Torino dell’integratore alimentare a base di cimicififuga racemosa recentemente oggetto di sospensione cautelativa da parte del ministero della Salute e del test per i corpi chetonici Ketur acquistabile in diversi siti anche ondine”. I due prodotti, prosegue il comunicato, “non hanno alcun legame come strumentalmente affermato da Federfarma con il recente decreto Bersani. Non si tratta infatti di medicinali (Otc oppure Osop) oggetto, come noto, del recente decreto, bensì di un integratore alimentare e di strisce reattive già presenti da tempo in diverse tipologie commerciali e la cui vendita non è mai stata vincolata alla figura del farmacista o alla farmacia”.
Per il Movimentoliberi farmacisti la presenza dell’integratore a base di cimicifuga sugli scaffali “è frutto sicuramente di un errore, non giustificabile dal semplice fatto che la nota del ministero fosse stata diramata in pieno periodo di ferie, né che il divieto di vendita fosse operativo dal 30 agosto, ma utilizzare l’episodio con argomentazioni allarmistiche per l’opinione pubblica al solo scopo di difendere i propri privilegi è un atteggiamento quanto mai ipocrita”.
Il decreto Bersani, conclude la nota, “è una opportunità sia per i consumatori che per i giovani farmacisti e scalfisce solo in minima parte il monopolio ancora rilevante nel campo della distribuzione del farmaco, un primo passo che dovrà essere necessariamente seguito dall’abolizione del numero chiuso delle farmacie”.
Da “il Bisturi.it”.

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