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Farmaci, ai generici medici e pazienti preferiscono quelli griffati

di Roberto Turno Cronologia  articolo18 giugno 2013

Crisi o non crisi, secondo i medici gli italiani preferiscono il farmaco griffato al più risparmioso generico. E i medici a grande maggioranza non gradiscono affatto la sostituibilità del medicinale in farmacia in base al principio attivo. Perché scienza e coscienza deve prevalere, dicono il 91% dei medici di famiglia. Gioie e dolori dei farmaci generici (gli «equivalenti») all’italiana. Da un sondaggio CompuGroupMedical Italia e il settimanale «Il Sole 24 Ore Sanità» emerge uno spaccato del Belpaese che sui farmaci stenta, e parecchio, a cambiare abitudini. Con i cittadini, forse non abbastanza informati, che preferiscono, soprattutto se anziani, continuare le cure con i propri farmaci, anche se magari debbono metterci qualcosa (e non solo) di tasca propria. E i medici di base, i massimi prescrittori di farmaci, che non rinunciano a rivendicare il proprio ruolo. Secondo scienza e coscienza, appunto.

Camici bianchi spaccati

Dall’indagine sono emersi dubbi e certezze dei cittadini e dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta sulle nuove regole che riguardano la prescrizione dei farmaci generici. Un sondaggio ad ampio spettro, pubblicato sull’ultimo numero del settimanale «Il Sole-24 Ore Sanità», al quale hanno partecipato 1.442 medici, di cui 1.161 Mmg e 281 pediatri convenzionati col Servizio sanitario nazionale (per i risultati si veda il sito de Il Sole 24 Ore Sanità). Risultati che confermano, e rilanciano, le polemiche rinfocolate dopo il varo nel 2012 della legge che ha imposto al medico l’obbligo di indicare sulla ricetta il principio attivo salvo poi, eventualmente, indicare anche il nome del farmaco. Quello griffato, appunto. Tanto che secondo Farmindustria c’è stato un vero e proprio crollo verticale delle vendite dei farmaci griffati. Ma quell’obbligo, secondo i risultati del sondaggio, viene giudicato «utile» solo dal 51% dei medici. L’altra metà dei dottori, invece, quell’obbligo non lo gradisce. Camici bianchi spaccati come una mela, si direbbe.

Il principio attivo non fa risparmiare?

Ma è andando più a fondo nei giudizi, che i medici iniziano a fare massa. E contestano le nuove regole. Il 67% afferma che l’obbligo di indicare il principio attivo non è «utile» ai fini del contenimento della spesa. Il 71% sostiene che all’atto della prescrizione il 71% degli assistiti preferisce che in ricetta sia indicato il farmaco griffato, quella che costa di più. Curioso, quando la crisi sta svuotando le tasche delle famiglie. E chissà quale fascia di popolazione interessa, probabilmente quella più anziana. E magari meno colpita dalla crisi. Intanto il 36% degli Mmg scrive sulla ricetta la «non sosituibilità» del in farmacia, il 30% lo fa «a volte» e il 34% non lo fa af

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