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Farmaci ? Il solito, maledetto, imbroglio

Nei mesi passati vi abbiamo spesso raccontato di farmaci generici e della loro totale equivalenza con quelli dalla marca griffata.

Dalla popolazione non sono stati accettati con facilità, preferiscono quelli noti piuttosto che quelli prodotti da aziende non conosciute. In tempo di crisi però risparmiare dal 20 al 30% non è poi male e i cittadini avevano cominciato a pensarci su.

Qualche settimana fa l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) aveva stabilito un ulteriore riduzione dei prezzi alla luce anche di un adeguamento ai prezzi di altri paesi del continente europeo quali Francia, Gran Bretagna e la Germania.

Fin qui sembrava tutto a vantaggio dei cittadini, una vittoria per le loro tasche.

Ma ecco arrivato l’allarme di AssoGenerici che ha spiegato che la riduzione dei prezzi prospettata dalla delibera AIFA, è tale da rendere impossibile la produzione della totalità dei medicinali toccati dalla revisione dei prezzi di riferimento.

Il presidente di AssoGenerici – Giorgio Foresti – ritiene sia palese a chiunque che un comparto come quello del farmaco generico, che vale circa 750 milioni di euro, non possa subire una riduzione di 600 milioni senza riportare un tracollo, che metterà a rischio per il futuro i medicinali fondamentali per la salute pubblica a costi contenuti.

Come finisce questa storia? Con il “ticket moderatore”. Se le aziende non riusciranno ad adeguarsi ai nuovi prezzi rimborsati dal SSN tutto questo si tradurrà in un prelievo diretto sulle tasche dei cittadini, costretti a versare la differenza tra il prezzo di riferimento e quello determinato dalla compatibilità economica della produzione.

A risparmiare da tale operazione sarà solo il Servizio Sanitario Nazionale a tutto danno dei cittadini, che dovranno mettere di tasca loro la differenza tra il prezzo di rimborso stabilito dall’Aifa e quello del farmaco stabilito dall’industria farmaceutica. Insomma dopo aver buttato denaro a palate il SSN deve rientrare del suo debito colossale e lo fa facendo pagare i cittadini non una ma due volte. Da una parte gli aumenti regionali per rientrare dei debiti e dall’altra mettendogli le mani in tasca per fargli pagare la differenza. Quando riusciremo a dire a questi signori: “adesso ci avete stufato”?

Aggiornato alle 18:14 del 20 apr 2011