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Farmigea. Nulla di fatto nell’incontro in Regione. Il sindaco di Pisa, che aveva promosso l’incontro, non si è visto. Sconforto fra gli ISF

Martedì c’è stato l’incontro in Regione Farmigea Sindacati, purtroppo inconcludente. Quello che ha suscitato scalpore è il sindaco di Pisa, che tanto aveva appoggiato la mozione, che non si è presentato.

Così ha riportato un comunicato di “Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile”, riportato da GoNews del 21 novembre 2018:


Farmigea, la sinistra attacca: “Conti diserta l’Unità di Crisi”

“Il sindaco Conti ha disertato la riunione dell’Unità di crisi per i licenziamenti della Farmigea svoltasi ieri presso la sede della Regione Toscana, a cui erano presenti anche le organizzazioni sindacali. Non ha ritenuto opportuno inviare un suo delegato né alcuna giustificazione sull’assenza del Comune di Pisa.

Si tratta di un fatto grave, specie a fronte dell’approvazione all’unanimità in Consiglio comunale della mozione, presentata dal nostro gruppo consiliare, in cui esplicitamente il Sindaco si impegnava ad “attivare tutte le iniziative opportune, anche in accordo con la Regione Toscana, per scongiurare i licenziamenti”. Siamo di fronte ad una vertenza difficilissima in cui l’azienda ha confermato la decisione di licenziare 61 lavoratori e lavoratrici, e quindi sarebbe stato ancora più necessario un segnale chiaro e forte delle istituzioni.

Di contro, invece, questa assenza assume un peso di grande rilevanza. Invece di affrontare i veri problemi e temi di Pisa, a partire da quello del lavoro, Conti e la sua maggioranza sono impegnati ad occuparsi di crocifissi e presepi, e a inseguire i giovani della nostra città con le idropulitrici.

Siamo di fronte ad una assenza politica ingiustificata ed ingiustificabile. A chi ripete in maniera ossessiva “prima gli italiani” come semplice slogan razzista, noi replichiamo: Prima il diritto al lavoro! Prima i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici! . A fronte di tutto ciò incalzeremo nuovamente Conti e la sua giunta perché il Comune di Pisa non può e non deve lasciare solo chi si batte per difendere il proprio posto di lavoro”.


Le prospettive per gli Informatori di Farmigea si fanno sempre più buie. Con questa settimana rimangono gli ultimi 30 giorni di trattativa previsti dalle norme sui licenziamenti collettivi, dopo di che gli ISF licenziati saranno chiamati singolarmente a firmare il licenziamento e il “verbale di conciliazione”. Farmigea nel frattempo non si è più fatta sentire né ha mostrato nessuna apertura nei confronti degli ISF. L’unica apparizione pubblica è stata postata su Linkedin con tanto di foto con il filantropo Federighi contento alla CIIE China International Import Expo di Shanghai che si è conclusa settimana scorsa (che sia andato a cercare di vendere tutto ai cinesi?).

In questo momento gli ISF coinvolti nel licenziamento collettivo, si sentono sull’orlo del baratro: senza lavoro, senza risorse economiche, mutui da pagare, i più “anziani” con difficoltà enormi per ricollocarsi, contributi previdenziali che verranno a mancare, con il rischio di non poter arrivare al minimo pensionabile o un inutile versamento Enasarco che non potranno mai riscuotere perché servono almeno 20 anni di contributi, impossibili da raggiungere per un sessantenne (ammesso che possa trovarsi un lavoro da agente o simile).

Dal 2007 ad oggi sono stati licenziati 15.000 ISF nell’indifferenza e nel silenzio generale. Ancora aspettano giustizia gli ISF Marvecs e XPharma. La strage lavorativa di ISF cintinua.

Riportiamo alcuni tratti salienti del Documento di lkicenziamento collettivo di Farmigea

 

Redazione Fedaisf

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