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Mario Federighi AD di Farmigea. Aiuta il museo Caproni, sovvenziona la Pallamano, ma licenzia 61 ISF

L’AD di Farmigea, di se stesso scrive:


“Sono appassionato di storia, sono un collezionista di foto storiche e mi dedico alla fotografia,  ho una squadra di Pallamano che gioca nella massima divisone e a cui è legato un movimento giovanile di oltre 100 ragazzi, in gioventù ho giocato a Football Americano. Sono congedato dallo Folgore con il grado di Sergente .

Faccio parte di un consiglio di amministrazone di una media banca che opera a livello territoriale e sono presidente del Gruppo Farmaceutico dellUnione Industriali Pisana e membro della Giunta Toscana di Confindustria

Non ho mai partecipato alla vita politica direttamente ma mi sono formato politicamente nelle fila del vecchio MSI ed ho sempre votato a destra.

Da tre anni sono trapiantato di cuore ma questo è solo un passaggio della mia vita che ha lasciato cicatrici evidenti ma non ha fiaccato la mia voglia di lavorare sodo e proseguire nel mio impegno civile come Uomo e Imprenditore”.

Il filantropo Federighi però licenzia 61 persone del commerciale di un’azienda pisana ma devolve 195.000 euro alla provincia di Trento. E per anni ha sovvenzionato la pallamano Farmigea di Pisa.

A marzo infatti devolve una sostanziosa donazione al museo Caproni di Trento, forse per motivi affettivi per il suo passato (tra l’altro a una provincia autonoma che prende già sovvenzioni per altri motivi di statuto)

Insomma licenzia il commerciale di un azienda di Pisa, abbandona la pallamano di Pisa ma aiuta Trento…

Fra l’altro, Farmigea fino a questa estate si è avvalsa della consulenza del commercialista Stella, indagato per bancarotta fraudolenta. Ovviamente non vuol dire niente, può essere solo una coincidenza. Ci scusiamo preventivamente se qualcuno dovesse fare delle illazioni improprie che non esistono. Ma a volte, davanti a un licenziamento collettivo, qualcuno potrebbe essere portato a pensare male.

Egr. dott. Federighi, lei dice che non è fiaccata la sua “voglia di lavorare sodo e proseguire nel suo impegno civile come Uomo e Imprenditore”, e se è così, possibile che non ci sia un modo per salvare 61 famiglie? Che senso avrebbe il suo motto “italiani da sempre”?

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Redazione Fedaisf

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