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Farmindustria dice no al pay-back sull’ospedaliera: meglio sacrifici divisi su tutta la filiera

Abbassare il tetto della spesa farmaceutica territoriale dal 13,3 al 12,1%, per innalzare quello dell’ospedaliera dal 2,4 al 3,6%. E rimuovere quell’1,83% di “sconto” che la Manovra 2010 addossò ai produttori per non far pesare solo sulle farmacie il 3% di marginalità tolto ai distributori. Sono le richieste di Farmindustria in vista della fatidica scadenza del 30 giugno, termine entro il quale il ministero della Salute dovrebbe definire le modalità con cui dal 2013 le imprese dovranno ripianare il 35% del deficit sulla spesa ospedaliera, il cavallo imbizzarrito della farmaceutica Ssn. L’ipotesi è contemplata da un’altra Manovra, quella del luglio 2011, ma per gli industriali l’onere sarebbe «del tutto insostenibile». Lo hanno detto a chiare lettere nel corso di una conferenza stampa organizzata venerdì scorso per presentare al Governo un “contro piano” che alle aziende risulterebbe più digeribile. E che, come detto, mira a fare perno sulla riparametrazione dei tetti anziché sullo strumento del pay-back. «Meglio fare ricorso a una misura che spalma i sacrifici su tutta la filiera» ha detto ai giornalisti il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi (foto).
Se il Ministero abbracciasse la loro proposta, i produttori sarebbero poi disponibili a farsi comunque carico del pay-back sull’ospedaliera (che oggi viaggia attorno al 4,2% e con un tetto al 3,6 lascerebbe un passivo assai meno pesante). In cambio però i produttori chiedono al Governo impegni a favore del comparto, ossia regole certe e stabili da un lato e premi per l’innovazione dall’altro. Per quanto riguarda il primo fronte, tra le richieste c’è l’eliminazione di quell’1,83% di “extrasconto” spostato due anni fa dai distributori all’industria, compensazione tra debiti e crediti per ritardati pagamenti nell’applicazione del pay-back e adeguamento dei tetti in caso di innalzamento dell’Iva a ottobre. Per quanto riguarda l’innovazione, invece, la richiesta è quella di accelerare le procedure di riconoscimento e immissione in commercio, riconoscere i marchi una valenza anche successivamente alla scadenza del brevetto, eliminare le differenze regionali determinate da un uso strumentale di Pht, Ptor e gare per classe terapeutica.
Ora tocca al Ministero.

12 giugno 2012 

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