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Finanziaria e Ordine dei Medici: infondato parlare di abolizione

“L’abolizione degli Ordini dei medici non è assolutamente a tema in questa Finanziaria: noi non applichiamo alcuna restrizione numerica o territoriale”: queste le parole con cui Amedeo Bianco, presidente FNOMCeO, ha liquidato alcune voci che leggevano gli articoli del capo 14 della manovra, come tentativo di preparare il terreno all’abolizione degli ordini.

La finanziaria da 47 miliardi, che il Consiglio dei Ministri (nella foto) varerà giovedì prossimo, contiene più di un argomento che tocca da vicino salute e sanità degli italiani, siano essi cittadini-pazienti, che cittadini-operatori sanitari, a partire dai ticket, che verranno reintrodotti su alcune prestazioni specialistiche, per proseguire con il prezzo dei farmaci e con i tetti di spesa regionali. Ma il punto delle “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione economica”, su cui alcune letture si sono concentrate, riguarda la liberalizzazione delle professioni (capo14, art. 1-3), che alcuni quotidiani ed agenzie di stampa hanno interpretato come avvio del percorso di una possibile abolizione dell’Ordine dei medici.

Alla base delle interpretazioni, c’è l’articolo 2 della bozza – Abrogazione delle indebite restrizioni all’accesso e all’esercizio delle professioni – nel quale si legge che “le restrizioni in materia di accesso ed esercizio delle professioni previste dall’ordinamento vigente, diverse da quelle di architetto, ingegnere, avvocato, notaio, farmacista, autotrasportare”, sono abrogate quattro mesi dopo l’entrata in vigore del decreto. Il comma 2 dell’articolo specifica poi di che si tratta quando si parla di “restrizione”: qui l’analisi delle varie possibilità si fa sensibilmente ampia, ma non sembra riguardare l’esistenza stessa dell’Ordine dei Medici, che non ha alcuna funzione restrittiva all’accesso alla professione, ma solo una funzione di controllo dei requisiti professionali previsti dall’ordinamento dei medici e degli odontoiatri e dell’aggiornamento degli stessi, a tutela della salute e del benessere dei cittadini.

Stemperando le preoccupazioni espresse in queste ore, Bianco ha voluto sottolineare che “le preoccupazioni serpeggiate in queste ore non ci sembrano plausibili, anche perché crediamo che nessun paese avanzato voglia immaginare il proprio futuro senza un chiaro riferimento normativo ai profili professionali che servono per garantire le basi stesse del vivere civile, della salute e del benessere della popolazione”. “In ogni caso – è la conclusione del Presidente della Federazione degli Ordini – vigileremo con attenzione sul percorso che farà in questi giorni la Finanziaria, assicurando a tutti, cittadini e medici, che le nostre energie sono rivolte continuamente alla nostra funzione primaria, che voglio ricordare non è quella delle difesa più o meno anacronistica di una corporazione, bensì quella della tutela dei diritti del cittadino: il diritto alla salute, il diritto ad essere curati da professionisti accreditati, la garanzia di comportamenti professionali improntati alla più profonda eticità. Ricordando che contemporaneamente seguiamo da vicino l’iter che sta compiendo il Ddl 1142, che riguarda Istituzione di Ordini e Albi professioni sanitarie, un disegno approvato dall&rsquo

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