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Garze, siringhe, farmaci: prezzi in libertà

Una siringa per insulina può costare tre centesimi ma c’è anche chi, As1 o ospedale, senza badare a spese è arrivato a sborsare 65 centesimi a pezzo. Gli inserti in ceramica per le protesi alle anche oscillano dai 284 euro fino all’astronomica cifra di 2.575 euro a pezzo, con uno scarto dell’800 per cento. E che dire degli inserti tibiali utilizzati per restituire mobilità al ginocchio? Qui la differenza è abissale: c’è chi li ha acquistati a 199 euro e chi è stato disposto a pagarli 12 volte tanto, 2.479 euro per l’esattezza.

Sono i primi dati sui prezzi di acquisto di farmaci e dispostivi medici della rilevazione che sta facendo l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici e che il Sole 24 Ore del lunedì è in grado di anticipare.

Quello che emerge, in prima battuta, è che nelle forniture sanitarie la giungla dei prezzi sul territorio è molto fitta. Le tabelle pubblicate qui a destra [omissis] sono solo un "assaggio" del lavoro dettagliato che l’Autorità, guidata da Sergio Santoro, sta svolgendo. L’obiettivo è arrivare in tempo con la scadenza fissata dalla legge: dal primo luglio prossimo l’Authority deve fornire offline i prezzi di riferimento per alcuni farmaci, apparecchiature mediche e persino per i servizi ospedalieri. Lo prevede una delle ultime manovre Tremonti (il Dl 98/2011, articolo 17) che aveva iniziato a tracciare un percorso di monitoraggio della spesa pubblica sanitaria. L’Autorità, insieme con l’Agenas (l’agenzia nazionale sanitaria per i servizi regionali) ha elaborati una serie di schede statistiche per la rilevazione a campione, prendendo come riferimento le gare aggiudicate nel 2010-2011.

E oggi sono arrivati i primi dati sui prezzi minimi, medi e massimi che dimostrano appunto quanta strada ci sia ancora da fare per arrivare a parametri standard o quantomeno non così disallineatí sugli acquisti sanitari. «Vogliamo fornire in questo modo – spiega il presidente Sergio Santoro -uno strumento di analisiutile per una eventuale revisione dei processi di spesa». Un’arma in più, in pratica, per il neocommissario agli acquisti, Enrico Bondi. Nessuna informazione, invece, sarà resa pubblica sulle amministrazioni analizzate («La legge non lo prevede» spiegano dall’Autorità): impossibile quindi capire, almeno per i cittadini contribuenti, dove sul territorio si annidano gli sprechi.

La rilevazione è quantitativa: misura cioè il prezzo Unitario di un bene, non la qualità (anche se una certa uniformità è garantita dalle specifiche tecniche molto dettagliate). E bisogna tener conto

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