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Iardino su caso Firenze, di mezzo sempre i pazienti

 "Chi ci va di mezzo sono sempre i pazienti: abbiamo già avuto esperienze simili e abbiamo visto che, dopo casi come quello dell’indagine del Nas di Firenze", che ha evidenziato presunti illeciti relativi a prescrizioni di farmaci, "ci sono poi stati problemi per la prescrizione di medicinali, perché i medici avevano paura di finire nel mirino". Parola di Rosaria Iardino, presidente di ‘Donneinrete’, che presentando a Roma una campagna di informazione sull’artrite reumatoide ha parlato dello scandalo che ha coinvolto il mondo della dermatologia. "La responsabilità – ha aggiunto Iardino – è anche di chi non riesce a isolare le persone ‘poco perbene’, che mettono al centro il proprio conto corrente o il proprio potere. Le aziende non hanno ancora capito che questo sistema non paga, non solo in termini di denaro, ma anche di performance in Borsa, dato che le società coinvolte nello scandalo di Firenze sono in maggior parte quotate. Chiaramente non tutte sono così e spesso senza l’industria non si potrebbero fare campagne di informazione. Ma i medici, come anche le associazioni di pazienti, devono isolare chi è corrotto".

 

 

 

 Secondo Pier Carlo Sarzi Puttini, direttore dell’Unità operativa di reumatologia dell’ospedale Sacco di Milano, è stato "eccessivo sbattere in prima pagina l’arresto di un collega, anche perché pare che le risorse ottenute siano state utilizzate per borse di studio e per retribuire gli specializzandi, dunque per scopi positivi. D’altronde in Italia molti centri specialistici non potrebbero rimanere aperti senza medici sottopagati o non assunti". Non è d’accordo il collega Gabriele Valentini, direttore dell’Unità operativa di reumatologia alla II Università di Napoli, secondo il quale, "anche se è stato fatto qualcosa di positivo, in buona o cattiva fede, parallelamente sono apparse frasi che descrivevano ‘800 pazienti in parcheggio’. Il sostegno delle industrie va accettato solamente se ‘unrestricted’, cioè privo di vincoli. E a favore dell’appropriatezza diagnostico-prescrittiva, la Società italiana di reumatologia ha già proposto in passato di effettuare un controllo su come vengono utilizzati i farmaci biologici".

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