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Interrogazione al Senato. Lo strapotere di Big Pharma

Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03855

Atto n. 4-03855

Pubblicato il 16 luglio 2020, nella seduta n. 241

LANNUTTI , CROATTI , PRESUTTO , FERRARA , MONTEVECCHI , PESCO , TRENTACOSTEAi Ministri della salute e dello sviluppo economico. –

Premesso che:

“Big Pharma” è il termine usato per indicare il cartello composto dalle principali case farmaceutiche mondiali, tra cui figurano anche aziende italiane. Cartello che esercita pressioni sulla politica nazionale e internazionale grazie a potentissime lobby;

come si legge sul libro, appena uscito, dal titolo “Protocollo contagio” (autore il giornalista Franco Fracassi): «La maggior parte del bilancio dell’Ema (l’Agenzia europea del farmaco) è coperto dai contributi versati dalle case farmaceutiche per l’esame delle richieste d’autorizzazione al commercio dei nuovi medicinali. Il suo bilancio finanziario dipende per l’ottantatré per cento dal versamento dei contributi di Big Pharma. È una lobby così potente da avere la possibilità di scegliere uno dei due relatori incaricati di valutare la richiesta di approvazione di un nuovo farmaco. E perfino il consiglio di amministrazione dell’Ema ha un quarto dei suoi membri che ha dichiarato interessi nell’industria farmaceutica»;

sul “British Medical Journal” si è potuto leggere: «La giurisdizione dell’industria sull’Ema è uno dei più grandi conflitti di interessi che si possano immaginare. In questo modo, l’industria regola l’autorizzazione dei suoi stessi prodotti»;

la Nordic Cochrane Foundation è un’organizzazione indipendente e senza scopo di lucro formata da trentasettemila ricercatori di centotrenta Paesi. Quando nel 2016 l’Agenzia del farmaco si espresse sul vaccino per il “papilloma virus” (la cui spesa globale annuale si aggirava intorno ai venticinque miliardi di euro) Cochrane si espresse duramente contro l’Ema, accusandola di «aver manipolato gli studi sulla sicurezza del vaccino per il papilloma virus, divulgando alcuni dati marginali e omettendo di riportare una serie di presunti effetti collaterali importanti». E ancora: «È inaccettabile che nella sua relazione ufficiale non chiarisca che ha permesso alle compagnie farmaceutiche di essere giudici di sé stesse», aggiunse Cochrane;

considerato che in un rapporto del Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri si può leggere: «La formazione dei medici è oggi finanziata soprattutto da Big Pharma e spesso ai convegni il medico “esperto”, pagato dall’industria per fare una presentazione scientifica, veicola messaggi favorevoli ai prodotti di chi paga per organizzare il convegno. La formazione medica dovrebbe essere invece pagata dalle istituzioni per evitare condizionamenti. Stessa cosa succede per i convegni scientifici delle associazioni mediche, finanziati con i contributi delle multinazionali farmaceutiche che pagano per i simposi satelliti e si fanno carico delle spese di iscrizione, viaggio e pernottamento dei medici. Oggi perfino le associazioni dei malati sono supportate dall’industria dei farmaci»;

inoltre, a quanto risulta all’interrogante:

per “Big Pharma” non è sufficiente fare pressione sul medico di turno, convincendolo a suon di doni a prescrivere la molecola ics o la molecola ipsilon, la lobby del farmaco è alla costante ricerca di personaggi noti e influenti (i cosiddetti “influencer”) che possano condizionare le scelte dei loro colleghi, secondo quanto descritto in “Protocollo contagio”. Ha rivelato a Jacky Law, un alto funzionario di una casa farmaceutica in forma anonima: «Ci sono i consulenti, gli opinion leader, i testimonial, poi c’è la vergogna più grande, quella dei ghost writer. Si tratta di medici o ricercatori pagati dall’industria per stilare un lavoro scientifico che sarà poi sottoposto a una rivista scientifica importante. Il lavoro non sarà firmato da loro, perché lo dovrà fare quello che viene chiamato “guest author”; il barone noto al mondo accademico, che non ha scritto il protocollo della ricerca, non ha partecipato alla raccolta dei dati e all’elaborazione e spesso non ne sa proprio nulla in merito, ma alla fine per fama e soldi lo firma spacciandosi per il vero autore. Un meccanismo perverso e pericoloso. Perché così facendo di fatto è l’industria a decidere le future figure apicali in campo medico, coloro che dirigeranno le strutture complesse di ospedali e università. E poi saranno questi personaggi, una volta arrivati in cima, a favorire i prodotti delle stesse industrie e a favorire le politiche sanitarie desiderate da Big Pharma»,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano al corrente dei fatti descritti;

se ritengano utile intervenire in sede di Agenzia europea del farmaco per contribuire a mettere fine allo strapotere di “Big Pharma”;

se non ritengano di dover avviare una riforma dell’EMA, che riduca se non addirittura elimini i finanziamenti privati in modo da limitare quanto più possibile l’influenza che questi esercitano sulle decisioni dell’Agenzia europea;

se vogliano introdurre delle norme che impediscano alle case farmaceutiche di finanziare la formazione dei medici e l’utilizzo di medici per promuovere i farmaci;

se intendano vietare la pratica del ghost writing nelle ricerche scientifiche;

se ritengano giusto limitare la pratica di lobbying delle case farmaceutiche e, in caso positivo, se vogliano agire verso tale direzione.

Senato della Repubblica – 16 luglio 2020

Redazione Fedaisf

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