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La Brambilla: «L’ippoterapia va riconosciuta come cura»

 

Un gruppo di ricercatori statunitensi della Stanford University, di Microsoft e della Columbia University hanno messo a punto un nuovo sistema per identificare gli effetti collaterali e le interazioni dei medicinali, basandosi sulle cose che le persone cercano online quando si informano su eventuali anomalie che hanno notato assumendo medicinali.

Le aziende farmaceutiche investono ogni anno miliardi di euro nella ricerca e nello sviluppo di nuovi farmaci, che vengono poi immessi sul mercato dopo anni di sperimentazioni e l’approvazione delle autorità sanitarie dei singoli stati. Periodicamente i medicinali sono sottoposti a controlli per verificare se siano emersi dati su nuovi effetti collaterali, ma è un processo che richiede un sacco di tempo e che spesso si rivela poco efficiente. Il nuovo sistema potrebbe migliorare le cose, e rendere più rapida la segnalazione di interazioni impreviste tra diversi farmaci.

Lo studio è stato realizzato da Russ B. Altman, responsabile del Dipartimento di bioingegneria della Stanford University (California), insieme con un gruppo di ricercatori, e deriva da una precedente ricerca eseguita per capire se fosse possibile realizzare un sistema per rilevare automaticamente le interazioni tra due farmaci, utilizzando alcuni software. Come spiegano sul New York Times, nel maggio del 2011 i ricercatori identificarono una interazione tra la paroxetina, un farmaco antide

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