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Licenziamenti ISF Mylan e Takeda. Interrogazione dell’On. Menga alla Camera. Il Ministro: IRRAGIONEVOLI !

Le scelte prospettate da tali aziende appaiono irragionevoli rispetto all’andamento economico di un settore, quello farmaceutico, che non è stato assolutamente penalizzato dalla crisi pandemica e che risulta indubbiamente uno dei settori trainanti della ripresa economica

L’On. Rosa Menga, sempre molto attenta e vicina ai problemi degli informatori scientifici, insieme con l’On. Flora Frate, ha presentato un’interrogazione a risposta immediata in Commissione Lavoro al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali in relazione ai licenziamenti di ISF in Mylan e Takeda.

Nella risposta il Ministro afferma che le “scelte prospettate da tali aziende appaiono irragionevoli rispetto all’andamento economico di un settore, quello farmaceutico, che non è stato assolutamente penalizzato dalla crisi pandemica”. Ha assicurato “l’adozione di ogni idoneo intervento al fine di tutelare i lavoratori delle imprese farmaceutiche menzionate”.

Di seguito l’interrogazione e la risposta del Ministro.

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali – Per sapere – premesso che:

A poco o nulla sono valse le lunghe ore di trattativa tra le parti sociali e l’intestato Ministero sul superamento del blocco dei licenziamenti;

l’avviso siglato avrebbe impegnato le aziende ad esaurire l’utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente e il neo approvato decreto legge 73/2021 c.d. “Sostegni – bis” prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro, in un’ottica di promozione e rafforzamento del dialogo sociale quale strumento indispensabile per la gestione e il superamento di gravi periodi di crisi come quello vissuto a causa della pandemia;

una tutela che, tuttavia, non ha riguardato i 52 Informatori Scientifici del Farmaco (ISF) raggiunti in data 5 luglio u.s. dalla comunicazione di avvio della procedura di licenziamento collettivo ad opera della Takeda Italia S.p.A., nonché i 32 ISF destinatari di analoga comunicazione datata 6 luglio u.s., a firma della Società Mylan Italia S.r.l. che preannuncia l’attivazione di un’analoga procedura;

le ragioni sottese ai provvedimenti in esame risiedono nella necessità manifestata dalle aziende in argomento di attuare un radicale riassetto organizzativo giustificato, a loro parere, sia da un cambiamento nelle modalità di gestione e promozione dei prodotti sul mercato, che di esecuzione del lavoro stesso dovuti al dilagare della pandemia;

ma ciò non corrisponde al reale, difatti, la filiera farmaceutica ha registrato dati in totale controtendenza rispetto all’andamento negativo dell’economia nel suo insieme, dimostrando che il settore farmaceutico dinanzi alla sfida del Covid-19 è riuscito a crescere, risentendo meno di altri della recessione in atto tanto da poter divenire uno dei settori trainanti del recupero dell’Italia post pandemia;

a maggior ragione, la categoria degli ISF non può pagare un prezzo così alto a causa dell’assenza di un univoco inquadramento contrattuale, che ponga tali professionisti alle dipendenze del servizio scientifico dell’azienda di rispettiva appartenenza, servizio che, come previsto dall’art. 126 del D.Lgs. n. 219/2006, è obbligatorio per ciascuna impresa titolare dell’AIC di medicinali e nulla ha a che vedere con il settore marketing e dunque con le logiche del profitto-:

se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, conseguentemente, se non intenda istituire un tavolo di crisi aziendale, presso l’intestato Ministero, che veda il coinvolgimento diretto delle aziende farmaceutiche summenzionate al fine di garantire una tutela fattiva alla categoria degli informatori scientifici del farmaco e scongiurare i preannunciati licenziamenti collettivi.


La risposta:


Per quanto riguarda i fatti evidenziati dall’interrogante, la Regione Lombardia riferisce che in data 6 luglio 2021 la Società Mylan Italia S.r.l., con sede in Milano, ha effettivamente comunicato l’apertura di una procedura di licenziamento collettivo per 32 dipendenti, strutturalmente in esubero, appartenenti alla rete esterna che opera su tutto il territorio nazionale ed assegnati, sotto il profilo amministrativo, alla sede di Milano.

Nell’avvio della procedura la società – riferisce ancora la Regione Lombardia – ha dichiarato, in sintesi, che la Società è coinvolta in un progetto di trasformazione organizzativa richiesto dal Gruppo, che ha fatto emergere la necessità di rendere più efficiente la struttura, anche attraverso una riorganizzazione delle divisioni che appaiono non adeguatamente dimensionate e che necessitano di una struttura più razionale che garantirà la medesima copertura e capacità di penetrazione nel mercato.

Con riferimento alla società Takeda Italia S.p.a., la medesima regione Lombardia ha comunicato che, in data 5 luglio 2021, l’azienda ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per 52 lavoratori in esubero presso la sede di Roma. Si tratta di Informatori scientifici che operano in più regioni.

Si fa presente che la società è un’azienda biofarmaceutica globale e leader di settore, che collabora con gli operatori sanitari e le istituzioni per consentire l’accesso a farmaci innovativi, con circa 50.000 dipendenti e una presenza in oltre 80 Paesi. In Italia ha sede legale a Roma e stabilimenti a Pisa e a Rieti per la lavorazione del Plasma.

 

Le scelte prospettate da tali aziende appaiono pertanto – come evidenziato dalle onorevoli interroganti – irragionevoli rispetto all’andamento economico di un settore, quello farmaceutico, che non è stato assolutamente penalizzato dalla crisi pandemica e che risulta indubbiamente uno dei settori trainanti della ripresa economica.

 

Giova segnalare inoltre che il Governo ha varato molteplici misure in favore di questo settore, proprie in ragione della sua strategicità, emersa con grande evidenza nel corso dell’emergenza sanitaria.

Ricordo che presso il Ministero dello sviluppo economico è stato istituito un tavolo per approfondire il tema della produzione dei vaccini. Inoltre, è in corso la valutazione dell’interesse italiano a partecipare a un IPCEI (Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo) dedicato al settore Health nell’ambito dell’Unione europea. L’obiettivo è quello di dotare l’industria farmaceutica europea di risorse per ricerca e sviluppo di vaccini, farmaci e dispositivi innovativi in modo da evitare in futuro i problemi di approvvigionamento, che si sono verificati con la crisi in atto del Covid-19.

Oltre a ciò, il decreto-legge n. 73 del 2021, c.d. Sostegni bis, in corso di conversione, prevede misure a sostegno del settore, finalizzate al potenziamento della ricerca, allo sviluppo e riconversione industriale del settore biomedicale verso alla produzione di farmaci innovativi e vaccini per fronteggiare in ambito nazionale le patologie emergenti.

In particolare, accanto a tali misure incentivanti, è stato sostenuto uno sforzo importante per continuare a sostenere – attraverso l’accesso ai trattamenti di integrazione salariale – i livelli occupazionali delle imprese, in vista di una ripresa sostenuta del ciclo economico e in concomitanza con i poderosi investimenti del PNRR.

Ritengo doveroso, in conclusione, garantire l’impegno del Ministero a monitorare l’evoluzione delle procedure di licenziamento attualmente in corso, assicurando l’adozione di ogni idoneo intervento al fine di tutelare i lavoratori delle imprese farmaceutiche menzionate.


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Redazione Fedaisf

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