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L’inesistente teoria del complotto a favore dei vaccini. In Toscana, è fuga dalla vaccinazione anti-meningite C

Atanno emergendo pericolose tossine. I toni e gli attacchi – che spaziano dall’insulto al dileggio – prendono di mira non soltanto l’attore De Niro. Esaltato fino a pochi giorni fa come un campione della libertà di parola per la sua disponibilità a proiettare in anteprima il documentario di Wakefield, è ora disprezzato per «aver voltato le spalle al figlio autistico» e aver tradito – sostengono – la causa dei genitori dei bambini autistici di tutto il mondo danneggiati dai vaccini.

29/03/2016 – EUGENIA TOGNOTTI – LA STAMPA

Un comportamento censurabile quello dei proseliti del sostenitore del collegamento vaccini-autismo, per come hanno accolto la scelta di Robert De Niro – co-fondatore del raffinato festival cinematografico Tribeca – di ritirare il film documentario del noto profeta antivaccini, il cui titolo è tutto un programma: Vaxxed: from Cover up to Catastrophe. (Vaccinati: dalla copertura alla catastrofe). Quello che si è aperto in queste ore è una specie di vaso di Pandora da cui stanno emergendo pericolose tossine. I toni e gli attacchi – che spaziano dall’insulto al dileggio – prendono di mira non soltanto l’attore. Esaltato fino a pochi giorni fa come un campione della libertà di parola per la sua disponibilità a proiettare in anteprima il documentario di Wakefield, è ora disprezzato per «aver voltato le spalle al figlio autistico» e aver tradito – sostengono – la causa dei genitori dei bambini autistici di tutto il mondo danneggiati dai vaccini.

Sotto tiro anche i grandi media, che seguirebbero docilmente gli ordini del Cdc, acronimo del Centro per la Prevenzione e di controllo delle malattie, l’organismo di controllo della Sanità pubblica negli Usa. Dopo aver evocato ogni sorta di nefandezza – dalla corruzione dell’industria farmaceutica a quella «criminale» dei medici in tutta l’America, dalla sistematica frode scientifica negli studi clinici allo sfruttamento dei bambini per esperimenti medici illegali – ecco l’inevitabile domanda che rimanda alla teoria del complotto. A che genere di pressioni e di minaccia (alla carriera e, addirittura, alla vita, la propria, quella della moglie e del figlio) è stato sottoposto l’attore per indurlo a cancellare dal programma Vaxxed? Chi erano i misteriosi «consulenti scientifici» con cui si sarebbe consultato venerdì scorso prima dell’annuncio ufficiale e di cosa ha parlato al telefono per più di un’ora con un potente politico? Le polemiche infuriano. I ripensamenti e le tardive e tormentate spiegazioni di De Niro, in verità, non hanno convinto neanche il fronte opposto: pensava davvero di sostenere la causa del figlio autistico ammettendo al Festival un film basato su una frode scientifica e sulla screditata teoria che il vaccino trivalente provoca l’autismo? In effetti l’affermazione di De Niro sulla volontà di aprire un dialogo, partendo dal documentario di un personaggio come Wakefield è perlomeno discutibile.

Nell’annunciarne i contenuti, la direzione sembrava dar credito alla sua screditata teoria, riducendo una questione cruciale, sul tappeto da anni, ad una trama hollywoodiana: il dibattito più al vetriolo della storia della medicina che prende le mosse dalla notizia che un anziano scienziato del Cdc ha nascosto documenti segreti, dati e mail interne che confermavano ciò che milioni di genitori devastati e medici «screditati» avevano sospettato. Inutile dire che non c’è stata nessuna cospirazione e che le bugie di Wakefield sono state smascherate. Autore dello studio che nel 1998 ha lanciato la bomba del collegamento vaccini-autismo dalle pagine di una delle più autorevoli riviste mediche al mondo, Lancet, è stato in seguito smentito da innumerevoli studi clinici. Tra l’altro una commissione ha appurato che la ricerca era gravata da gravi conflitti scientifici e finanziari, oltre che da pecche etiche: una parte dei costi sarebbe stata sostenuta dagli avvocati dei genitori di bambini autistici che intendevano citare in giudizio e chiedere i danni ai produttori di vaccini. Inoltre l’autore dell’articolo aveva brevettato, l’anno prima, un vaccino contro il morbillo che avrebbe potuto trovare un grosso mercato se il vaccino combinato fosse stato screditato. In conclusione l’autore si era comportato in modo disonesto, infrangendo le norme di base dell’etica e mostrando un «cinico disprezzo» per la sofferenza dei bambini coinvolti nella sua ricerca, sottoposti a test invasivi. Di fronte alla dimostrazione della falsificazione dei dati utilizzati per lo studio, Lancet ritirò formalmente l’articolo di Wakefield che è stato anche radiato dall’ordine dei medici della Gran Bretagna.

Ma, intanto, il danno per la salute pubblica – e che danno – era fatto: antiche paure e nuovi allarmi si erano diffusi a macchia d’olio, conferendo forza agli agguerriti e radicati movimenti vaccinofobi. Pregiudizi, diffidenza e scetticismo investivano anche i vaccini comuni, cosa che ha provocato un’impennata dei casi di morbillo negli ultimi anni. Diciamocelo pure: l’incidente del Tribeca non promette niente di buono. In qualche modo il ritiro del film-documentario ha dato modo a Wakefield di atteggiarsi a martire e di trovare una nuova ribalta per le sue teorie. Gridano alla censura i suoi seguaci che denunciano la volontà di spegnere il confronto. Come se si trattasse di un documentario sui rifugiati siriani, sul sistema elettorale americano, sull’aborto, sulla fertilizzazione in vitro. Il falso legame vaccini-autismo non è un qualsiasi argomento difficile, controverso, provocatorio, su cui dibattere e confrontare diversi punti di vista. Non ci sono «lati opposti del problema» da considerare nella frode, nell’inganno e nella scorrettezza.

Notizie correlate: Come si diffonde la disinformazione. “Vaccini in calo? Bene! Nicoletti, vaccinati tu!”

La leggenda dell’autismo causato dai vaccini

Lo studio ritirato da Lancet di Wakefield

Allarme in Toscana, è fuga dalla vaccinazione anti-meningite C

Continua il trend nell’Ausl Centro. Meno prenotazioni e più disdette, operatori preoccupati

“Ambulatori semivuoti e telefoni che non squillano”. E’ ‘fuga’ dalle vaccinazioni antimeningite C in Toscana, regione che da inizio 2015 ha fatto registrare un aumento anomalo dei casi di infezione. L’Ausl Centro continua a osservare “un calo delle prenotazioni e un aumento delle disdette” per l’iniezione scudo contro il meningococco C: un trend di fronte al quale “cresce la preoccupazione per gli operatori sanitari delle strutture di Igiene e sanità pubblica – spiega l’azienda sanitaria – che invitano la popolazione, soprattutto quella giovane, ad aderire alla campagna straordinaria promossa dalla Regione Toscana”, con il vaccino gratuito per la popolazione dagli 11 anni in su.

“E’ importante che nella fascia di età 11-20 anni si raggiunga una copertura elevata – ribadisce l’Ausl – perché sono i giovani che spesso ospitano in faringe il meningococco, i cosiddetti ‘portatori sani’. Per questo, in particolare nell’area fiorentina, si è pensato di sollecitare l’adesione dei ragazzi inviando lettere di invito anche alle società sportive”. I sanitari ammoniscono: “Solo con la profilassi vaccinale sarà possibile ridurre il rischio di diffusione delle infezioni da meningococco C (16 dall’inizio del 2016 e 38 nel 2015)”.

Per questo “l’Ausl Toscana Centro, con il potenziamento delle aperture straordinarie dei centri vaccinali e con l’introduzione del sistema unico di prenotazione su tutto il territorio, intende vaccinare entro la prossima estate almeno il 70% della popolazione residente”. Il traguardo sembra però allontanarsi: “Anche nella giornata di ieri erano migliaia i posti disponibili nel sistema Cup e pochissime le prenotazioni. Tanto per fare qualche esempio – elenca l’azienda – nell’area pratese, sempre ieri, erano 2.041 i posti liberi e appena 615 quelli occupati, con una percentuale pari solo al 30%. Stessa situazione nell’area pistoiese, con 1.419 disponibilità e solo 40 prenotazioni, con un tasso di saturazione pari al 2,82%.

Qui, vista la disponibilità dalla prossima settimana di 4.500 posti subito disponibili, si provvederà a contattare tutte le prenotazioni a scadenza nei mesi di maggio-giugno per anticiparle nel mese di aprile. Le cose non vanno diversamente nell’area fiorentina, anche se la percentuale sale al 62%. Ma anche qui, rispetto a una offerta pari a 51.713 posti, le prenotazioni sono state solo 31.466”. Numeri ben diversi da quelli di febbraio quando, “sull’onda dei casi di meningite di tipo C che avevano colpito alcuni giovani, e dopo l’estensione con delibera regionale della vaccinazione a tutta la popolazione mediamente ogni giorno erano circa 1.600 le richieste di prenotazione (in totale 87.855 solo a Firenze tramite call center, sportelli, web, farmacie).

Proprio in concomitanza con i ricoveri per infezione da meningococco C i giorni di maggior afflusso sono stati quelli del 10 e 11 febbraio, rispettivamente con 5.654 e 5.702 prenotazioni giornaliere, mentre il picco è stato raggiunto il 18 febbraio con ben 6.820 prenotazioni”. Non a caso “il giorno prima c’era stato un altro caso di meningite”. Adesso invece è fuga dalla profilassi: “Nell’area fiorentina a marzo, compresi anche i territori pratese e pistoiese, siamo scesi a 22.953 prenotazioni. Le disdette sono invece arrivate a 12.186”.

(P.O. – 30/05/2016 – PharmaKronos)

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Redazione Fedaisf

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