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Mmg sempre più anziani, Cricelli (Simg): in futuro ne serviranno meno

Stime 2012, per gli esperti aziende hanno ‘gap’ di crescita di 100 mld dollari

Conquista dei Paesi emergenti ‘cura’ contro il calo di vendite in Occidente? Non è proprio così: i pesi massimi dell’industria farmaceutica stanno infatti scoprendo che guadagnare terreno in Cina, Russia, Brasile o Turchia non è così facile come avevano inizialmente ipotizzato.

Secondo un rapporto della società di consulenza Ernst & Young, il ‘ripiegare’ sui mercati emergenti ha provocato un aumento di solo il 6% delle vendite durante il 2012. Una crescita che è la metà di quella registrata nel 2011. Con la continua stagnazione delle vendite nei mercati maturi, Big Pharma, ossia le 16 aziende farmaceutiche americane, europee e giapponesi con i fatturati più alti al mondo, hanno scelto di mirare ai Paesi emergenti.

Ma la frenata nelle vendite anche in queste zone, risultato di vari fattori, ha allargato il ‘gap’ di crescita che il comparto deve affrontare. Mettendo a confronto le previsioni Ims Health per il mercato mondiale di medicinali e le stime degli analisti sulle vendite nei prossimi tre anni, Ernst & Young prevede che questo ‘buco’ sarà pari a 100 miliardi di dollari entro il 2015.

Per colmarlo, molte Big Pharma ricorreranno a fusioni e acquisizioni già nel 2013. Anche se la capacità delle grandi aziende di chiudere questi accordi è in diminuzione, a causa della riduzione della liquidità a loro disposizione e di fattori esterni come la pressione globale sul calo dei prezzi. Per gli esperti, tutto considerato questa capacità è calata del 23% fra il 2006 e il 2012.

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