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Ospedale efficiente, sale la spesa

 Meno letti, meno personale, prestazioni assistenziali sempre più complesse. Lavorano meglio, ma costano di più le 95 aziende ospedaliere italiane, fiore all’occhiello del Servizio sanitario nazionale e regno di tecnologia e alta specialità.   
Il check aggiornato sullo stato di salute delle strutture d’eccellenza della sanità pubblica lo ha appena tracciato l’Assr (Agenzia per i servizi sanitari regionali) in uno studio anticipato nell’ultimo numero del settimanale «Il Sole-24 Ore Sanità »: tra il 2003 e il 2004 – ultimo anno censito – il costo di una giornata di degenza è aumentato del 5,8 per cento, il costo per posto letto del 9,16 per cento, i costi per prestazione in media del 5,4 per cento.
A conti fatti, quasi 900 milioni di maggiore spesa da un anno all’altro. Il tutto senza considerare i costi dei rinnovi contrattuali 2004-2005 che dovrebbero pesare per un ulteriore 3% sul budget delle aziende sanitarie pubbliche (circa 450-480 milioni di euro, considerando tutti gli effetti dall’entrata in vigore dell’accordo a oggi).
Complessivamente nel 2004 le 95 strutture d’eccellenza del Ssn (due in meno rispetto all’anno precedente per l’accorpamento di due aziende marchigiane) hanno speso 16 miliardi (quasi il 20% dell’intera spesa sanitaria 2004), di cui il 60% (9,7 miliardi) per il solo personale; hanno utilizzato per la loro attività 79.892 posti letto (37% del totale, con una diminuzione rispetto al 2003 di 3.033 posti lett 3,6%) e 225.035 unità di personale (anche in questo caso circa il 37% del totale: 1,13% in meno rispetto all’anno prima), di cui 39.660 medici e 93.188 infermieri.
In crescita di pari passo coi costi anche la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni garantite agli assistiti: con un totale di 4.057.405 trattamenti (ricoveri ordinari e di day hospital) gli ospedali azienda hanno garantito oltre il 32% delle dimissioni totali Ssn, volando decisamente più alto rispetto alle performance abituali.
La diminuzione dei ricoveri ordinari (35.200 in meno), il contemporaneo aumento dei casi risolti in day hospital (55.111 in più: 32,50% del totale, contro il 31,29% del 2003), la diminuzione dei letti e l’aumento della complessità dei ricoveri sono gli indici che testimoniano – secondo l’Assr – il «lento ma progressivo miglioramento dell’efficienza organizzativa delle strutture».
Efficienza e costi procedono tuttavia come sempre a passo differenziato nelle diverse aree del Paese. Il costo medio per giornata di ricovero è 674 euro, ma si va dai 932 euro del Piemonte, ai 593 euro della Liguria, anche se quest’ultima presenta una incidenza dei ricoveri ” complessi” decisamente superiore.
Il dato non va però semplicisticamente inteso come campanello d’allarme di una anomalia: a pesare in modo differenziato sui costi sono in ogni caso le differenti specialità assicurate dalle strutture. A dimostrarlo, ad esempio, è il dato relativo Cto-Crf Maria Adelaide di Torin ha la giornata di degenza più costosa in assoluto (1.144) euro), specchio della specializzazione complessa sui casi traumatologici; secondo in classifica un altro ospedale torinese, il generalista San Giovanni Battista Molinette (1.138 euro) e l’oncologico regionale di Rionero in Vulture della Basilicata (1.088 euro).
A proporre la giornata più “economica” è invece il Vittorio Emanuele di Gela (Sicilia) con 402 euro, seguito dal S. Antonio Abate di Gallarate (414) e dal Bolognini di Seriate (477 euro), entrambi in Lombardia.
Diverso il profilo per quanto rigu

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