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Previdenza, i fondi pensione battono il tfr quattro a zero

In tre mesi rendimenti del 4,5%, mentre il Tfr in azienda si è rivalutato solo dello 0,3%. Massicci (Covip): buoni risultati, ma per convincere i non iscritti serve più efficienza.

di Roberto E. Bagnoli – 29 aprile 2015 – CORRIERE DELLA SERA / FINANZA E RISPARMIO

La pensione di scorta corre grazie alle azioni, e stravince sul Tfr. Malgrado i risultati molto positivi, però, le adesioni non crescono. Nei primi tre mesi del 2015 si è attestato al 4,5% il rendimento medio offerto dai fondi pensione negoziali, aziendali o di categoria. Il Tfr nello stesso periodo ha reso lo 0,3%, al netto dell’aliquota del 17%. Nei primi tre mesi del 2015 il risultato migliore è il 10,9% della linea azionaria di Fondaereo (piloti e assistenti di volo). I fondi pensione vincono anche nel medio termine: fra il primo gennaio 2000 e il 31 marzo scorso tutti i tre maggiori esistenti all’inizio del periodo considerato hanno battuto nettamente il 48,5% della liquidazione. Il migliore è stato Fondenergia (energia e petrolio) con l’82,4%, seguito da Fonchim (chimica e farmaceutica) con il 70,6% e da Cometa (industria metalmeccanica e orafa): 69,9%.

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Covip. Francesco Massicci
Covip. Francesco Massicci

«Il sistema ha mostrato in questi anni una buona capacità di tenuta — sottolinea Francesco Massicci, nuovo presidente della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) —. I fondi hanno assorbito le conseguenze delle turbolenze finanziarie della prima decade degli anni Duemila, realizzando risultati positivi anche in rapporto alla rivalutazione del Tfr lasciato in azienda. Il dato relativo alle adesioni rimane non pienamente soddisfacente e la crescita tra le diverse forme è diseguale. In particolare premia quelle come i Pip, Piani previdenziali individuali di tipo assicurativo, che sono maggiormente trainate da reti di vendita a diffusione capillare sul territorio, e remunerate in base al volume di prodotti collocati sul mercato».

A partire da maggio l’Inps consentirà a chi possiede il Pin di effettuare, sul sitowww.inps.it, una simulazione della prevista data di pensionamento e dell’importo del vitalizio. «Non si possono che condividere iniziative del genere, che consentono di acquisire stime circa la pensione attesa dal sistema obbligatorio — commenta il presidente della Covip —. Questo, tra l’altro, assume particolare importanza per consentire di decidere per tempo sulle ulteriori risorse che si ritiene opportuno accumulare con il sistema complementare. Su questa strada, d’altronde, il settore si è mosso da diversi anni: la Covip ha reso obbligatoria la “busta arancione” da parte dei fondi pensione già dal gennaio 2008».

Prima dell’adesione, infatti, tutti gli strumenti previdenziali devono consegnare una proiezione standardizzata relativa ad alcune figure-tipo. Una volta l’anno insieme alla comunicazione relativa alla posizione contributiva dev’essere consegnata una proiezione personalizzata, calcolata a partire dalla posizione individuale maturata fino a quel momento. «Nel corso del programma, inoltre, i fondi devono consentire a tutti gli interessati di effettuare simulazioni personalizzate mediante appositi motori di calcolo sui propri siti», aggiunge Massicci.

Pericoli

La legge di Stabilità ha introdotto, però, due misure che rischiano di lanciare altrettanti siluri contro lo sviluppo della previdenza complementare: l’aumento della tassazione sui rendimenti dei fondi pensione (dall’11,5% al 20%, con un’aliquota ridotta al 12,5% per gli attivi investititi in titoli di Stato). Il secondo è la possibilità, prevista anche per gli aderenti ai fondi, di richiedere in busta paga il Tfr fino al 30 giugno 2018. «L’incremento della tassazione non va evidentemente nel senso di favorire l’avvicinamento alla previdenza complementare — sottolinea il presidente della Covip — ma dev’essere ricollegato a una più complessiva valutazione delle esigenze, compiuta dal governo. La misura del Tfr è temporanea. Il “progetto previdenza complementare” deve, però, assumere un ruolo importante nell’agenda governativa. Ma gli stessi fondi devono stimolare l’interesse dei potenziali aderenti con maggiore efficienza e capacità gestionali».
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Redazione Fedaisf

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