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Coronavirus Puglia. Azzaro (PD): nostra proposta su sospensione ISF accolta. Mazzarella (Fedaiisf): non siamo untori, meglio valutare ogni 7 giorni lo stato di fermo

CORONAVIRUS, CON LO STOP DELLA REGIONE AGLI INFORMATORI SCIENTIFICI PIÙ TUTELE PER TUTTI.
ACCOLTA LA MIA PROPOSTA

Il dirigente del dipartimento Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro, ha sospeso le attività degli informatori scientifici sino al 30 aprile. È stata accolta la mia proposta. Per questo, ringrazio per la decisione tempestiva sia il dirigente che il presidente Emiliano.

Giovedì, infatti, avevo chiesto al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e al ministro della Salute, Roberto Speranza, di intervenire per sospendere la presenza di questi operatori all’interno degli studi dei medici di famiglia, degli ambulatori pediatrici e, più in generale, dei reparti ospedalieri. La strada era stata già spianata dalla Regione Marche che, per motivi precauzionali, aveva praticamente bloccato le loro attività.

La mia richiesta alla massima autorità sanitaria regionale e al ministro nasceva dalla considerazione che, se nessuno fosse intervenuto, gli informatori scientifici pugliesi avrebbero continuato a frequentare gli ambulatori e le strutture sanitarie mettendo (potenzialmente) a rischio i medici e i pazienti visto che avrebbero potuto inconsapevolmente essere veicolo del #Coronavirus o analogamente essere loro stessi esposti maggiormente al rischio del contagio.

Avevo, infine, proposto che le aziende in cui operano gli informatori scientifici attivassero il telelavoro (#smartworking come si ama dire ora) proprio per ridurre, anzi evitare, i contatti con medici e pazienti. In sintesi, tutelando questi lavoratori tuteliamo, alla fine, tutti noi.

La disposizione appena firmata dal capo dipartimento Salute della Regione Puglia è stata inviata a tutte le Asl pugliesi e alle aziende ospedaliere universitarie della nostra regione.Puglia.

Gianni Azzaro


Egregio Dr. Azzaro, sono il Dr. Antonio Mazzarella, presidente nazionale FEDAIISF (Federazione delle Associazioni Italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco e del Parafarmaco). Quando, alcuni giorni fa, lessi del suo appello a non dimenticarsi di noi e di tutelare anche noi, in questo momento di “crisi sanitaria”, ho sperato che fosse sincero e che finalmente qualcuno, in Puglia, volesse fare le cose serie magari anche con il nostro contributo.

Vana speranza, a quanto pare. Si perchè nel leggere il suo post si evince che la sua non è preoccupazione nei nostri confronti (e sarebbe stato il primo) ma si preoccupa del fatto che questi sciagurati di informatori scientifici possano andare in giro ad infettare mezzo mondo. Probabilmente, e lo spero di cuore, questa interpretazione è errata. Probabilmente lei intendeva dire che si tutela anche una categoria a rischio tanto quanto i medici.

In ogni caso questa delibera, oltre alle sue dichiarazioni, gettano benzina sul fuoco perchè di fatto ci bolla come “untori” appunto. Fermare con una delibera del genere un’intera categoria per 2 mesi significa mettere a rischio i nostri posti di lavoro. E siamo più di 3000 in Puglia. Diverso sarebbe stato, magari di concerto con noi (badi bene, dico noi informatori scientifici, non le aziende farmaceutiche), indicare una settimana di fermo per poi valutare ogni 7 giorni l’evoluzione della situazione e decidere di volta in volta.

Con questa delibera, oltre all’aspetto psicologico e sociale delle nostre famiglie, non avete considerato che attualmente non esiste uno straccio di prova del fatto che gli informatori scientifici possano essere veicolo di diffusione del virus. Certo, esiste il rischio ma fin ora nessun ISF in Puglia è stato contagiato. Seguendo lo stesso ragionamento, perchè non vengono fermati anche i conducenti di autobus i quali, andando di paese in paese, potrebbero altrettanto facilmente diffondere il contagio? La mia è evidentemente una provocazione ma la prenda come spunto di riflessione.

Non siamo cittadini di serie B ma contribuenti quanto tutti gli altri e con lo stesso diritto al voto. Tenga conto anche del fatto che le aziende per cui lavoriamo, in buona parte, ci hanno già imposto di lavorare in smart working o altre forme da casa. La maggior parte delle aziende presenti sul territorio nazionale sono piccole e medie imprese con informatori a partita iva. Fermarli è equivalente ad ucciderli lavorativamente parlando. Avete previsto una forma di “aiuto”per questi lavoratori? Quanto tempo impiegheranno, secondo lei, le aziende per decidere di licenziarli tutti?

Concludo questo mio lungo intervento invitando, chi deve prendere decisioni, di vagliare tutti gli aspetti e le conseguenze di quelle decisioni. Se non riuscite a prevederle per scarsa conoscenza, come in questo caso, chiedete a chi sa (in questo caso noi). Saremo ben lieti di darvi tutte le informazioni di cui avete bisogno.

La saluto cordialmente e mi ritenga a disposizione per un eventuale confronto.

Antonio Mazzarella

Notizie correlate: Coronavirus. Anche la Puglia sospende attività degli ISF fino al 30 aprile

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Redazione Fedaisf

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