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Ricerca Medbelle. In Italia i generici sono fra i più cari al mondo

In Medbelle si sono resi conto che una delle maggiori disparità nel mondo quando si tratta di accedere alle cure è il prezzo dei medicinali.

Questo ha portato Medbelle a commissionare uno studio per aiutare a far luce su questo squilibrio, nella speranza che affrontare questo importante problema globale fornisca un percorso per una maggiore accessibilità medica.

Il risultato è un indice comparativo tra 50 paesi che rivela le differenze di costo di alcuni dei farmaci più ampiamente riconosciuti e indispensabili. Si è iniziato lo studio selezionando tredici composti farmaceutici prevalenti al fine di fare un confronto su base euro-per-euro di quanto costano i medicinali in diversi paesi, indipendentemente dal fatto che siano coperti da un sistema sanitario o pagati direttamente dalla tasca dei pazienti.

I farmaci scelti per il confronto abbracciano una varietà di condizioni comuni; da malattie cardiache e asma, a disturbi d’ansia e disfunzione erettile. Sono stati inclusi i prezzi medi sia del composto di marca sia delle loro versioni generiche al fine di avere un profilo completo di ciascun farmaco.

Infine, abbiamo normalizzato le dimensioni del dosaggio al fine di rendere il prezzo comparabile. Una volta raccolte tutte queste cifre, siamo stati in grado di calcolare il prezzo mediano per ciascun composto in tutto il mondo, nonché la misura in cui il prezzo effettivo per dose in ciascun paese si discosta dal costo globale mediano.

A causa delle differenze nella disponibilità di brevetti in ciascun paese, alcune posizioni nella tabella di confronto presentano solo il prezzo dei composti generici.

I risultati vanno da una deviazione del + 306,82% negli Stati Uniti, al -93,93% in Thailandia, evidenziando una disparità in ciò che i pazienti pagano per lo stesso farmaco in tutto il mondo. L’indice finale confronta i costi e le deviazioni dalla media per rivelare le differenze nei prezzi dei farmaci in tutto il mondo.

L’Italia si posiziona al quarto posta fra i Paesi col costo medio dei farmaci a causa soprattutto dei generici che il cui costo medio è dell’830,92 % superiore alla media dei Paesi esaminati, rispetto al +55,5% dei farmaci di marca.

Più cari dell’Italia solo Usa, Germania ed Emirati Arabi. Gli Stati Uniti hanno i farmaci più costosi al mondo, con prezzi per unità/dose che del 306,82% maggiori rispetto alla media complessiva di branded e generici. Seconda è la Germania (+ 125,64%) e terzi gli Emirati Arabi Uniti (+ 122,03%). La Tailandia è invece il paese che ha i prezzi più bassi, con un costo del -93,93% rispetto alla media, seguito da Kenya (-93,76%) e Malesia (-90,80%).

2019 Medicine Price Index

 

 

Il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi commenta:

“Conta l’autorevolezza della fonte e la completezza dei dati. E l’Ocse, che può accedere a dati più completi rispetto a quelli accessibili” a Medbelle, fornitore britannico di servizi sanitari digitali, “dice che i prezzi in Italia mediamente sono più bassi del 25-30%”. Una discrepanza rispetto ai risultati della classifica di
Medbelle “dovuta anche al fatto che l’indice usato nell’analisi è il prezzo di listino, che da noi però – dice Scaccabarozzi all’Adnkronos Salute – è ben diverso dal prezzo reale”. Quest’ultimo in Italia risente, infatti, “degli sconti praticati in base agli accordi con l’Agenzia italiana del farmaco, della presenza nelle liste di trasparenza, delle gare e dei paybak applicati ai prodotti, come quelli del 5% e dell’1,83%”.“

Tutti elementi che incidono sul prezzo reale dei medicinali e di cui, sottolinea il presidente di Farmindustria, il report non tiene conto. “Gli indicatori usati non sono completi, inoltre si esaminano solo 13 principi attivi e non tutte le confezioni: utilizzando quelle meno costose potrei ottenere il risultato opposto”. Dunque “non creiamo allarmismo: questi sono dati parziali, che non tengono conto della realtà italiana. A me – aggiunge Scaccabarozzi – non torna neanche il resto della classifica generale. I prezzi dei farmaci dipendono anche dal ‘peso’ dei vari Paesi e dal potere d’acquisto: in questo modo alcuni Stati, come l’Italia, ottengono prezzi inferiori. Noi poi abbiamo un servizio sanitario universalistico, e anche questo conta. I confronti fra Stati diversi, con regole differenti, sono improbi e andrebbero lasciati a chi sa farli, come l’Ocse”.“

Today – 21 novembre 2019

N.d.R.: Infatti le conclusioni dell’indagine riguardano soprattutto i generici

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Redazione Fedaisf

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