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Roche, no a interruzione forniture ma pagamenti nei termini. De Cicco, corsia preferenziale per i farmaci innovativi

«Per alcune patologie gravi, come il melanoma, credo sia necessario prevedere un percorso preferenziale» per l’approvazione di farmaci particolarmente innovativi. Lo ha sottolineato Maurizio de Cicco, amministratore delegato di Roche Spa, alla presentazione alla stampa dello stabilimento di Segrate, dove verrà prodotto per tutto il mondo il vemurafenib, farmaco personalizzato per il trattamento del melanoma metastico. «Ancora non siamo in grado di dire esattamente quando il farmaco sarà disponibile in Italia» spiega «perché non abbiamo ancora ricevuto la prima convocazione. Il farmaco è stato registrato in Europa a fine 2011, e i tempi medi in Italia sono abbastanza lunghi, visto che oscillano tra i 9 e 12 mesi. A questi vanno aggiunti i tempi delle Regioni, che costituiscono una vera barriera. In alcuni casi, infatti, ci mettono anche un anno per rendere disponibile ai cittadini il medicinale». Ma per patologie dove i pazienti hanno un periodo di vita limitato, secondo de Cicco «servirebbe una corsia preferenziale». Il vemurafenib attualmente è già disponibile in Germania, Gran Bretagna, Svizzera e presto in Francia. «Il nostro rammarico è che invece i cittadini italiani ancora non possano beneficiare di questa terapia» conclude l’Ad di Roche.

13 aprile 2012 – Farmacista33 

Roche, no a interruzione forniture ma pagamenti nei termini.

In Italia non c’è rischio di interruzione delle forniture di farmaci, ma le aziende esprimono una certa preoccupazione. Lo spiega Maurizio Di Cicco, amministratore delegato di Roche Spa, a un incontro presso lo stabilimento di Segrate (Mi) che ha dichiarato: «Al momento l’Italia non corre il rischio che vengano interrotte le forniture di farmaci, come in Grecia. Ma uno Stato che non è in grado di rispettare i propri impegni con i fornitori diventa poco credibile, soprattutto agli occhi della casa madre, che è preoccupata da questa situazione. Una condizione che non è solo!  dell’Italia, ma anche di Spagna e Portogallo, oltre alla Grecia». In Italia, ha aggiunto, per alcune situazioni «come quella del San Raffaele o di alcune case di cura private, oggi chiediamo alcune garanzie per il pagamento. Siamo rimasti molto scottati dalla vicenda del San Raffaele, dove alla fine i fornitori ci hanno rimesso anche milioni di euro, nel caso della Roche». L’azienda ha infatti, chiesto che i pagamenti ora avvengano in tempi «molto più limitati, e non biblici come prima. Cosa che stanno facendo da inizio anno». L’azienda farmaceutica si dice «pronta a fare la sua parte in Italia» ha confermato Di Cicco «e contiamo molto sul fatto che la Pubblica amministrazione e il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, stiano intervenendo perché i debiti con i fornitori siano risolti. La possibilità di immettere del liquido nel circuito è molto importante, perché è l’economia che ne beneficia. Il fatto che si vog! lia dunque affrontare il problema ci dà grande speranza». Di Cicco ha concluso ribadendo quindi «l’impegno di Roche verso i pazienti italiani, ma speriamo che la situazioni cambi».

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