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Sanofi: virtualizzare il Crm si è rivelato un’ottima medicina

Adriano Riboni è il responsabile IS/IT di Sanofi in Italia, azienda farmaceutica milanese con un fatturato 2012 pari a 1.383,6 milioni di euro; circa 2.500 dipendenti, di cui oltre 1.300 operano nei 6 stabilimenti produttivi; quota di export: 23% sul fatturato 2012.

Cosa state portando sul cloud? Solo archiviazione dati o anche programmi di gestione? Se si quali? E quali avete valutato l’ipotesi di portarli sul cloud ma l’avete scartata? E perché?
"Il cloud infrastrutturale è una buona opportunità per molte aziende di piccole e medie dimensioni, in quanto consente di avere a disposizione tutti i servizi informatici necessari – dalle piattaforme hardware ai software applicativi e allo storage – ma con i vantaggi offerti dall’esternalizzazione dei servizi. Una multinazionale farmaceutica come Sanofi – con oltre 110.000 collaboratori in più di 100 Paesi – ha invece optato per il cloud privato. In Europa, ad esempio, è presente un’infrastruttura informatica realizzata e gestita in maniera centralizzata dalla sede del Gruppo a Parigi e resa disponibile per le filiali che operano sul territorio europeo. Per quanto riguarda, invece, il software in cloud, al momento in Sanofi Italia è disponibile un sistema Crm (Customer Relations Management). In ambito farmaceutico, il Crm è uno strumento di lavoro fondamentale e indispensabile in quanto è l’applicativo utilizzato da tutti gli Informatori Scientifici del Farmaco (ISF) per pianificare e gestire l’attività di informazione medico-scientifica rivolta a clinici, farmacisti ed altri operatori sanitari in Italia. Accanto a questo software, Sanofi ha recentemente lanciato un nuovo applicativo specifico per agenti e promoter che consente loro di acquisire gli ordini direttamente presso le farmacie partner tramite tablet".

Cosa ha costituito la spinta decisiva per passare al cloud? Lo scaglionamento on demand rispetto all’acquisto del software? La scadenza dei contratti di manutenzione?
"I benefici derivanti dal cloud sono principalmente tre. Da un punto di vista infrastrutturale, è possibile generare consistenti economie di scala, con vantaggi significativi in termini di investimento rispetto al reale utilizzo da parte di ogni singolo Paese. La struttura centralizzata è infatti in grado di garantire sufficiente resilienza in termini di elasticità e mobilità, per far fronte alle maggiori necessità di un Paese andando a compensare laddove le richieste siano minori o meno frequenti. Inoltre il cloud infrastrutturale consente di ridurre i rischi relativi allo scambio e allo storage delle informazioni, in quanto dispone di ambienti che garantiscono elevati livelli di sicurezza e protezione dei dati. Importante sottolineare che il cloud prevede una struttura di disaster recovery in grado di ripristinare sistemi, dati e infrastrutture in caso di emergenza nel centro primario, garantendo sempre la business continuity. L’utilizzo di software in cloud consente infine di limitare gli investimenti da parte dell’azienda, in quanto permette una gestione più flessibile, prevedendo costi solo per l’utilizzo del software e in base a quanto si utilizza".

Oltre i risparmi e l’efficienza in che modo il cloud sta modificando la vostra operativit&agrave

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