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Scandalo latti in polvere: tutti assolti. La Procura ricorre in appello: «I pediatri erano corrotti»

 «I pediatri erano corrotti» La Procura ricorre in appello

Impugnate le due assoluzioni e i sedici proscioglimenti di medici e informatori L’accusa ribadisce la sua tesi: le aziende pagavano le vacanze per ottenere favoridi Pietro Barghigiani – Il Tirreno Pontedera – 18 luglio 2018C’erano soldi nelle agenzie di viaggio a disposizione dei medici che ne usufruivano a proprio piacimento, scegliendosi le vacanze. Non si spiega perché un privato faccia regali così per sfizio e non con l’obiettivo di irretire quel pubblico ufficiale che è in condizione di consigliare il suo prodotto. L’idea che un’azienda faccia regali senza avere un tornaconto non sta in piedi.

Si tratta di elementi che, messi in fila, per la Procura sono sufficienti a delineare con radici concrete un contesto di corruzione .

Il sostituto procuratore Giovanni Porpora ha depositato in Corte d’Appello il ricorso contro le due assoluzioni e i sedici proscioglimenti disposti dal Gup Pietro Murano per gli imputati nell’inchiesta “Medici low cost” che torneranno in aula a Firenze nei prossimi mesi. Al centro delle accuse regali e vacanze pagate dalle case produttrici di latte in polvere a favore di pediatri che avrebbero dovuto sentirsi in “dovere” dietro l’utilità del viaggio offerto di caldeggiare i marchi più munifici.

La lettura dei fatti da parte della Procura riproposta anche in appello è la medesima del primo grado. Solo aver promesso soldi o utilità ai pediatri, all’epoca convenzionati con l’Asl, basta a configurare il reato di corruzione. E non siamo solo alle promesse. È pacifico e mai messo in discussione che i medici abbiano usufruito delle vacanze pagate (uno ha fatto viaggi a Santo Domingo e soggiorni termali a Saturnia per 16mila euro).

Poi certo, tanti facevano di testa propria, come lamenta un informatore il cui pediatra di riferimento non consiglia alle neo mamme il latte in polvere sponsorizzato con viaggi e regali. Ma per la Procura non significa che l’azione delle aziende non abbia avuto mire corruttive a prescindere dal comportamento dei beneficiati.

Torneranno in aula al processo d’appello Maurizio Petri, 65 anni, pediatra di Cascina e Claudio Ghionzoli, 64 anni, residente a Pisa (ambulatorio a Cascina), entrambi assolti con rito abbreviato, e i prosciolti Gian Piero Cassano, 66 anni, residente a Lido di Camaiore, pediatra con ambulatorio a Viareggio; il manager Michele Masini, dirigente dell’azienda farmaceutica Dmf, 51 anni, residente a Limbiate (Monza Brianza); Dario Boldrini, ex informatore, 34 anni, di Pisa; Valter Gandini, 71 anni, ex informatore, ora pensionato, di Pisa; Vincenzo Ruotolo, 65 anni, coordinate informator Dmf, di Grottammare (Ascoli Piceno); Gianni Panessa, 60 anni, informatore Mellin, di Livorno; Giuliano Biagi, (Humana) 36 anni, informatore di Massa; i pediatri Fabio Moretti, 62 anni, di Chianni (ambulatorio a Pontedera); Marco Granchi, 62 anni, pediatra di Pontedera (ambulatorio a Ponsacco); Renato Domenico Cicchiello, 67 anni, di Livorno, pediatra; Marco Marsili, 60 anni, pediatra di Piombino;

Luca Burchi, 60 anni, pediatra residente a Volterra (Pisa); Amerigo Celandroni, 67 anni, di Calci, ex primario di pediatria all’ospedale Lotti di Pontedera, Alberto Colombini e Giovanni Lenzi di Grosseto, Donella Prosperi di Cascina. —

N.d.R.: Gli “informatori” implicati sono in realtà agenti di commercio con l’incarico di vendere latte per neonati. Gli Informatori Scientifici del Farmaco (ISF) sono regolamentati dal D.Lgs. 219/06 che vieta loro qualsiasi attività di vendita, diretta o indiretta che sia.

Redazione Fedaisf

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