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Sequestrato 1 mld a Menarini

 

Lucia Aleotti, con il Sindaco di Firenze Matteo Renzi, durante la conferenza stampa per la donazione di PC alle associazioni e scuole della Provincia

La Procura di Firenze ha chiesto e ottenuto il sequestro di denaro e beni per 1 miliardo nell’ambito di un’inchiesta sull’azienda farmaceutica Menarini avviata già dal 2009. Tra i reati ipotizzati ci sarebbero il riciclaggio, la truffa aggravata, l’associazione per delinquere e violazioni fiscali dal 2004 al 2009. La cifra sarebbe quella che, secondo gli investigatori, sarebbe stata fatta rientrare in Italia con lo scudo fiscale, frutto di presunte condotte illecite. La Procura di Firenze contesterebbe alla società l’importazione di principi farmacologici dalla Cina, non dannosi per la salute, grazie a triangolazioni con Paesi sedi di paradisi fiscali. "Tutte le operazioni di acquisto di principi attivi sono state effettuate a valori di mercato, come già riscontrato in precedenti verifiche, e non hanno dunque determinato alcun effetto negativo sulla corretta determinazione degli utili aziendali".

Lo ha precisato l’azienda Menarini, tramite il proprio legale, avvocato Roberto Cordeiro Guerra. "Il costo di acquisto di tali principi attivi, oltre ad essere del tutto congruo ai fini fiscali – prosegue il legale – in nessun modo influenza la procedura di determinazione del prezzo di vendita al pubblico dei farmaci". "Tale prezzo infatti – conclude Cordeiro Guerra – è fissato dalle autorità nazionali secondo criteri trasparenti regolati da una Direttiva comunitaria in vigore fin dal 1989 (cosiddetta Direttiva Trasparenza 89/105/EEC)".

"Io sarei molto prudente: parliamo di un’azienda nota a livello internazionale, con 13 mila dipendenti, il 60% di export in 60 Paesi del mondo". E’ il commento del presidente di Farmindustria, Sergio Dompé, a margine della presentazione del volume ‘La salute della donna. Un approccio di genere’. P

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