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Spending review. Riflessioni sulla protesta di ottobre

24 AGOGentile Direttore
Sulla manifestazione prevista per il 27 ottobre p.v. a Roma in materia dei tagli lineari della spendig review in sanità, a mio parere lucida e inoppugnabile l’analisi su motivazioni e prospettive argomentata da Ivan Cavicchi con i suoi articoli (leggi
qui e qui). Identica mia considerazione per il Suo editoriale sull’attenzione deviata unicamente sulla revisione della spesa farmaceutica, in particolare sulla prescrizione del principio farmacologico attivo in luogo della confezione commerciale.

Su tutto il sistema economico, e quindi anche su quello della sanità, la spending review avrebbe dovuto comportare, oltre ai tagli, lo studio di misure di ben altra prospettiva strutturale e progettuale: per esempio, sul riordino delle cure primarie, sulla libera professione all’interno del Ssn, sulla riorganizzazione delle dotazioni organiche di personale in base al lavoro svolto e non in base al dato storico di riferimento, o peggio in base a logiche nelle quali l’organizzazione è stata da tempo centrata sul potere, anche politico.

Un obiettivo non è mai stato finora individuato: quello di una "earning review” in termini economici di beneficio diretto e indiretto di un Ssn appropriato, efficace, efficiente. E solo dalla combinazione di spending review e earning review, come da ogni altro bilancio d’esercizio tra uscite ed entrate, può derivare un serio progetto di “financial statement” e “asset allocation strategy”

Queste linee di percorso sono invece rimaste binari morti, con tentativi spot di riorganizzazione timidi e solo di facciata, dove la deregulation combinata alla scure dei tagli rischia di diventare la tomba del Ssn.

Le cure primarie sono un esempio di un binario tronco nella sua stessa riprogettazione, e del resto su questo argomento lo stesso Cavicchi ha accennato nel suo articolo all’inadeguatezza di ogni falso cambiamento.

Se davvero alle cure primarie si volessero applicare criteri di analisi di spesa non lineari, le domande da farsi, a cui dare una risposta seria prima ancora di inventare finte soluzioni, o di fingere di voler inventare soluzioni vere, sarebbero: quanto costa, e quanto rende in produttività un’assistenza della medicina del territorio convenzionata a 15 ore settimanali?

Quale sarebbe il confronto con un’assistenza prestata da medici dipendenti a 38 ore settimanali? Quali sono

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