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Tagli alla sanità?

E per un altro ex ministro della Salute, Girolamo Sirchia, andrebbe «reimpostata una politica del farmaco più attenta». «I medici, certo non tutti ma in generale – precisa – prescrivono troppo, mettendo in ricetta i prodotti più strani che spesso hanno un’efficacia molto limitata. Vanno quindi coinvolti nel taglio a questo spreco e va rivisto il prontuario terapeutico, cambiando i criteri sulla base dei quali fissare asticelle. Basta alla politica ‘molecole uguali prezzi uguali’. Basta con i ‘me too’, medicinali quasi ‘copia’ di altri già disponibili. Bisogna premiare la vera innovazione e ridisegnare le sperimentazioni cliniche con questo obiettivo».

N.d.R.: estratto da Il Sole 24Ore Salute per leggere l’articolo intero cliccareSpending in sanità, muro delle Regioni. Palazzo Chigi: «Nessun taglio ma no agli sprechi

Sirchia: riconvertire i piccoli ospedali per gli anziani e farli gestire a Mmg

sirchiaNon chiudere i piccoli ospedali ma riconvertirli affinché i pazienti in dimissione protetta e i gravi malati cronici vi siano gestiti per conto del medico di famiglia. È l’appello che lancia Girolamo Sirchia, ministro della Salute tra 2001 e 2005, nel suo blog girolamosirchia.org. «I piccoli Ospedali locali, a vocazione prevalentemente geriatrica, possono rappresentare il cardine di una rete territoriale di servizi socio-sanitari assai utile soprattutto per i pazienti anziani che possono trovare utile assistenza vicino a casa, per ricoveri di sollievo e per evitare che gravino su Ospedali ad alta intensità di cura, inadatti a trattarli adeguatamente». In tal modo, «i piccoli Ospedali locali divengono un presidio sanitario del medico di base» Affermazioni che vengono da un medico di estrazione ospedaliera, membro della Commissione Sviluppo Sanità in Lombardia, regione “ospedalocentrica” (anche se la spesa territoriale è salita al 58% del totale). «Per anni si è parlato di chiudere gli ospedali sotto 120 posti letto – dice Sirchia a DoctorNews – ma i cittadini nei piccoli comuni si oppongono salvo poi lamentarsi dell’assistenza. Intanto però si fa strada la necessità di assistere gli anziani che trovano posto negli ospedali ad alta intensità di cure pochi giorni per il caso “acuto” e poi, dimessi presto, a casa loro non trovano una presa in carico adeguata. Anziché chiuderle, perché non fare di queste piccole strutture presidi di ricovero sul territorio affidati a medici di famiglia, con l’aiuto di specialisti ambulatoriali, e medici ospedalieri “cooptati”?»
L’ospedale territoriale sarebbe a sua volta capofila di presidi “vicini alla gente” come case della salute, ex poliambulatori Asl riconvertiti, e team per le cure domiciliari in Rsa e a casa. I Mmg per Sirchia sono in grado di gestire patologie complesse. «I giovani medici di famiglia e specialisti territoriali sono molto più preparati dei loro colleghi “anziani”, sono aperti a collaborazioni e disposti a guardare al futuro. Certo, gli attuali incentivi non premiano il raggiungimento di obiettivi ma sono erogati a pioggia per l’uso del pc e prestazioni in più. Occorre intervenire sui sistemi di allineamento negli accordi nazionali e regionali: ci devono essere strumenti per premiare il convenzionato che partecipa al coordinamento di una struttura ospedaliera, fargli fare formazione integrata con altre figure, ricerca, e magari conferirgli posizione accademica. Se invece si continua a trattare il personale male come si è sempre fatto, non si può sperare in un miglioramento». Un ultimo accenno alla commissione sviluppo: «È chiamata a innovare la sanità in modo sostenibile, sulla base dell’esperienza di chi vi fa parte. Chi ha 40 anni di sanità –dice Sirchia- sa dare concretezza ai progetti. Ne ho appena promosso uno per smistare le urgenze sul territorio in un poliambulatorio in via Rugabella (pieno Centro) in periodo Expo 2015 quando Milano si riempirà di visitatori che avranno disagi a recarsi nei Ps milanesi per un dolore toracico, una febbre, una congestione.
Iniziative non trascendentali, ma concrete».

Mauro Miserendino

11 settembre 2014 – Doctor33

Redazione Fedaisf

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