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Test sui farmaci: risultati nascosti ai pazienti

La rivolta di medici e ricercatori contro Big Pharma: non tutti i risultati vengono pubblicati e chi ci rimette sono i malati

di Valentina Avon – 26 settembre 2014- CORRIERE DELLA SERA

La partita dei test clinici si gioca sulla pelle dei malati eppure le regole vengono dettate dal marketing delle aziende farmaceutiche che producono i farmaci. Pazienti che partecipano a studi sull’efficacia dei farmaci, mettendo a disposizione il proprio corpo e la propria sofferenza, per scoprire poi che lo studio a cui hanno partecipato non sarà mai reso pubblico. Medici che prescrivono farmaci che credono efficaci e sicuri per poi scoprire l’esistenza di studi che dicono il contrario, ma che nessuno ha mai pubblicato. Paesi che stanziano massicci finanziamenti per l’acquisto di farmaci e altri dispositivi sanitari per i propri cittadini, sulla base di studi forniti dalle case farmaceutiche che nessuno può verificare.

Ci sono antidepressivi, anticancro, anticoagulanti, antinfluenzali nelle testimonianze di ricercatori e medici che fanno i conti con carenze di informazione che possono provocare gravi danni alla salute dei pazienti. Sono vicende raccontate dai medici e dai ricercatori che promuovono la campagna internazionale AllTrials (www.alltrials.net) che chiede che tutti i trials clinici, gli studi di efficacia dei farmaci, siano resi pubblici. Perché le aziende farmaceutiche nascondono i risultati degli studi poco favorevoli. E anche quando gli studi servono a autorizzare la messa in commercio dei farmaci, restano un segreto industriale, con buona pace dei malati che hanno partecipato alle sperimentazioni.

In Europa i dossier autorizzativi presentati dalle case farmaceutiche per ottenere la messa in commercio dei loro prodotti vengono esaminati dall’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. Negli Stati Uniti ci pensa l’Fda, la Food and Drugs administration. Il problema è mondiale, e coinvolge anche le riviste qualificate che pubblicano la letteratura scientifica: uno studio positivo ha molte più possibilità di venire pubblicato rispetto a uno negativo, che dimostra che qualcosa non funziona, o funziona male. I promotori di AllTrials hanno calcolato che circa la metà di tutti gli studi clinici condotti globalmente non trovano pubblicazione, e di solito proprio quelli negativi. Chi prescrive i farmaci si trova quindi a farlo senza avere informazioni complete, e lo stesso accade a chi li acquista, governi compresi.

In Italia, l’Istituto Mario Negri si è recentemente sfilato da una importante ricerca europea, finanziata per metà con denaro pubblico ma condotta da una casa farmaceutica, proprio perché la pubblicazione dei dati non era prevista. “Anche con un certo dolore” lamenta con Reportime il direttore dell’Istituto Silvio Garattini, “perché di questi tempi non ci sono molti soldi per fare ricerca. Ma quello che ci veniva richiesto è contro la policy di un’istituzione che voglia rispettare un’etica”.

Redazione Fedaisf

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