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UN’ERESIA RESTITUIRE I FARMACI IN ECCESSO

 
Vi fareste ridare indietro i soldi dalla Barilla o dalla Fiat, tanto per fare due esempi, perché avete speso più del previsto per il cibo o per l’auto? Ebbene, se stiamo male e dobbiamo assumere più farmaci di quanto lo Stato ha pianificato, industrie, distributori e farmacisti devono, per legge, ridarne indietro il ricavato al Ssn. Lo riconferma la Finanziaria. Se la farmaceutica pubblica supera il 14 per cento della spesa totale del Ssn, l’eccedenza deve essere restituita dalle industrie direttamente (pay-back) e tramite sconti obbligatori da grossisti e farmacisti. Ad ogni industria l’Agenzia del Farmaco, organo esecutivo (efficacissimo) di tali misure di governo, assegna un budget di vendita calcolato sul fatturato dell’anno prima, pur con qualche correttivo tecnico. Oltre quel 14 per cento, ogni azienda restituirà, in proporzione, quanto ha venduto più del budget assegnatole. Inutile dannarsi a vendere di più. Grottesco in ogni altro settore: ve l’immaginate Marchionne che a settembre, visti i conti brillanti, chiama i suoi manager e li esorta a vendere meno Punto o 500 perché altrimenti devono ridare indietro gli incassi? Dal punto di vista dottrinale questa norma del "payback" odora di eresia. Si addossa alla sola offerta l’intera responsabilità dei consumi, determinati invece dal combinato disposto tra la stessa e la domanda. Con l’aggravante ulteriore che la tradizionale entità di mediazione tra le due grandezze, il prezzo, è per i farmaci di fascia A definito dallo Stato (mediamente il più basso in Europa) e non dal produttore, così doppiamente penalizzato. Non economia di mercato, quindi, ma economia di pianificazione. Ma anche in questa logica un po’ da Politbjuro (probabilmente affine al background politico-ideologico della ministra della Salute Livia Turco) una corretta programmazione della spesa deve includere tutte le voci concorrenti all’intero percorso diagnostico-terapeutico per una determinata patologia. Non solo i farmaci, il 14 per cento, ma anche il restante 86 per cento. Un "unicum" con il paziente al centro del "disease management" della specifica patologia. Oggi è utopia. E, vedendo l’an dazzo, per dirla con Sciascia, temiamo sia una storia che dovrà passare ancora molto tempo prima che qualcuno sarà capace di scrivere. fabrizio.gianfrate@unife.it  Libero Mercato del 11/12/2007 , articolo di FABRIZIO GIANFRATE   p. 5  

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