
N.d.R.: questa indagine fa seguito a quella in cui a giugno una paziente era deceduta per una liposuzione in un ambulatorio di Roma non autorizzato. Questo nuovo filone d’indagine riguarda una donna che viene descritta come “sedicente chirurga”, in realtà, dicono i giornali, una “semplice informatrice farmaceutica“, definizione che secondo la legge che ne regolamenta l’attività non esiste. Inoltre non avendo farmaci come può essere un’informatrice farmaceutica? Infine è da notare l’utilizzo dell’aggettivo “semplice” usato con una evidente sfumatura negativa da chi ignora totalmente l’attività degli “informatori scientifici del farmaco” (così si chiamano!).
Riportiamo le ultime notizie.
La donna, una informatrice farmaceutica (NdR.: non è un’informatrice farmaceutica) si
fingeva chirurga e offriva anche iniezioni di botulino a domicilio. È indagata per lesioni personali e avrebbe lavorato anche nel centro medico di Carlo Bravi, indagato per la morte di Simonetta Kalfus
Una semplice informatrice farmaceutica operava nello studio del dottor José Lizarraga Picciotti, indagato con l’accusa di omicidio colposo per la morte di una 46enne ecuadoriana durante un intervento di liposuzione. Olivia Buldrini, questo il nome della sedicente chirurga ora indagata per esercizio abusivo della professione, si spacciava come assistente del medico peruviano. Peccato che non fosse nemmeno laureata in Medicina e che, come rivela nella sua edizione odierna Il Messaggero, sia indagata per lesioni personali in un altro fascicolo.
Olivia Buldrini e le operazioni in due ambulatori sotto sequestro
Di poco chiaro, o meglio di nascosto, c’è tanto nella vicenda che ruota attorno alla morte di Ana Sergia Alcivar Chenche. A partire proprio dal ruolo di Olivia Buldrini, che non solo operava nell’appartamento di Primavalle di Lizarraga Picciotti – adibito ad ambulatorio abusivo – ma anche nell’ambulatorio di Carlo Bravi, il medico indagato per la morte di Simonetta Kalfus e ora sospeso per sei mesi.
L’intervento al seno e i i farmaci prescritti dalla «dottoressa»
Olivia Buldrini risulta aver operato al seno, il 9 luglio 2023, una donna sempre nello studio di via Francesco Roncati 6, a Primavalle, dove è morta Ana Sergia Alcivar Chenche.
Ma, come era facile da prevedere, la donna dopo l’intervento (mal riuscito) era dovuta andare da un altro chirurgo per rimediare ai danni, che per fortuna non le sono costati la vita, provocati dall’operazione della sedicente dottoressa.
Che le aveva persino prescritto dei farmaci usando il ricettario e i timbri di Lizarraga Picciotti. L’uomo, sebbene non indagato per quest’ultimo caso, ha detto di non sapere che Olivia Buldrini operasse nel suo studio e che comunque lei gli aveva assicurato di avere preso una laurea in Medicina in Russia, di cui stava aspettando il riconoscimento in Italia.
Ma la sedicente dottoressa era legata anche a Carlo Bravi, accusato per la morte di Simonetta Kalfus, sempre nel corso di un intervento estetico, e ora sospeso per sei mesi. La paziente che ha ricevuto punture di botulino ha raccontato che la «dottoressa» le aveva consigliato di rivolgersi proprio al 65enne chirurgo per una liposuzione, lo stesso intervento costato la vita alla povera signora Kalfus. (Fonte Corriere Roma)
La finta dottoressa distribuiva biglietti da visita e aveva legami anche con altri casi di malasanità, tra cui la morte di Simonetta Kalfus. L’indagine coinvolge una rete più ampia di soggetti attivi nel mercato nero della chirurgia estetica, che ora finisce nel mirino della magistratura.
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