News

AIFA lancia Algoritmo terapeutico per l’ipertensione arteriosa

È disponibile da ieri, sul portale dell’AIFA, il nuovo Algoritmo sulla terapia antipertensiva realizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco in collaborazione con la Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA).
L’Algoritmo è un innovativo sistema on line in grado di stabilire il percorso logico ottimale per la definizione della terapia personalizzata per il trattamento dell’ipertensione arteriosa, problema clinico e terapeutico di grande rilevanza poiché, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), coinvolge ormai 16 milioni di cittadini italiani di entrambi i sessi ed è responsabile di un numero considerevole di complicanze cardiovascolari, soprattutto infarto del miocardio e ictus.

Proprio nell’ottica della prevenzione e del controllo delle malattie cardiovascolari, l’OMS ha inserito la riduzione del 25% della prevalenza globale dell’ipertensione tra gli obiettivi globali del “Piano globale d’azione per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili 2013-2020”, che mira a ridurre del 25% entro il 2025 il numero di morti premature da malattie non trasmissibili.

La terapia dell’ipertensione arteriosa si avvale oggi del ricorso a modificazioni dello stile di vita abituale e all’uso razionale dei farmaci antipertensivi che, se utilizzati in maniera appropriata, sono in grado di prevenire un grande numero di possibili eventi cardiovascolari e di ridurre la spesa sanitaria a essi correlata.

L’Algoritmo nasce con l’intento di contribuire all’appropriatezza e alla razionalizzazione dell’uso dei farmaci antipertensivi per raggiungere i risultati auspicati nella prevenzione cardiovascolare.

Consulta l’Algoritmo sul sito dell’AIFA

AIFA – 24/09/2015

Stili di vita e farmaci appropriati per gestire l’ipertensione e prevenirne le conseguenze. Dall’algoritmo AIFA un prezioso supporto al clinico e al paziente nella gestione della patologia

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha presentato oggi a Roma il nuovo algoritmo sull’ipertensione arteriosa, realizzato dall’Agenzia in collaborazione con la Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA). Il percorso decisionale terapeutico – che rappresenta uno strumento di orientamento alle strategie prescrittive – è stato illustrato dal Presidente dell’AIFA, Sergio Pecorelli, dal Direttore Generale, Luca Pani, e dal presidente della SIIA, Claudio Borghi.

“Limitare o attenuare il ricorso alle terapie farmacologiche adottando stili di vita corretti e impiegare i farmaci, laddove necessario, nel modo più appropriato: sono queste – ha affermato Pecorelli – le due tendenze principali che emergono dall’analisi dell’algoritmo. Tenere sotto controllo la pressione significa prevenire eventi cardiovascolari gravi ma soprattutto poter godere di una qualità di vita migliore. Oggi si vive più a lungo e l’Italia è tra i paesi europei con speranza di vita più elevata. Tuttavia gli ultimi anni, circa sette, sono segnati dalla malattia. Il nostro obiettivo deve essere trascorrere per quanto possibile in salute l’intero arco della vita. Per questo l’Europa è impegnata a promuovere concetti come l’health literacy, l’empowerment del paziente e l’aderenza alle terapie, insieme ai corretti stili di vita intesi non come un’alternativa alla terapia farmacologica, ma come un intervento preventivo e integrativo ai farmaci. Si tratta di temi su cui l’Italia e in particolare il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin sono in prima linea”.

“Non si tratta di linee guida né di note limitative – ha spiegato Pani illustrando l’algoritmo – ma di un servizio aperto a tutti e suscettibile di ulteriore perfezionamento, qualora emergessero nuove evidenze scientifiche. Uno schema che traduce il percorso logico che un grande clinico compie quando si trova di fronte a un paziente iperteso, prima di definire la terapia più appropriata al caso specifico. L’algoritmo consente di individuare strategie per popolazioni di pazienti e non è una guida alla scelta della terapia specifica, tuttavia riteniamo sia uno strumento prezioso non solo per il medico ma anche per il paziente, che troverà informazioni certificate e utili per acquisire maggiore consapevolezza sulla sua condizione e potrà avere un ruolo più attivo nella gestione della patologia. Ciò che si evince è che il farmaco non è sempre la scelta ottimale e che l’adozione di comportamenti corretti rappresenta nella maggior parte dei casi la prima soluzione che il clinico tenderà a suggerire al paziente”.

“È stata un’esperienza stimolante e molto positiva integrare il sapere tecnico-scientifico di un’Agenzia regolatoria come l’AIFA con le conoscenze clinico-pratiche di una Società scientifica come la SIIA per tradurre in uno schema concreto l’esperienza derivante in primo luogo dalle evidenze della pratica clinica – ha affermato il prof. Borghi – Questo percorso decisionale potrà essere di supporto al paziente per modificare il suo atteggiamento nei riguardi della patologia e correggere quelle distorsioni che possono essere d’ostacolo alla definizione della corretta strategia di cura. Non dimentichiamo che il più delle volte sono ragioni di carattere soggettivo a rendere difficile il controllo della PA nella popolazione ipertesa.”

L’ipertensione arteriosa colpisce circa il 40% delle popolazioni industrializzate e la sua prevalenza è in aumento in tutto il mondo. Il 54% degli ictus e il 47% delle malattie coronariche sono attribuibili all’ipertensione, che è causa di 7,6 milioni di morti ogni anno (13,5% del totale) e di 6,3 milioni di anni di disabilità (4,4% del totale). È presente inoltre come co-morbilità nel 90% circa dei pazienti con malattie cardiovascolari.

In Italia, secondo i dati OsMed, il 28,3% della popolazione assistibile risulta affetto da ipertensione (30-40% della popolazione generale). In poco più della metà dei pazienti (55,5%) il trattamento antipertensivo viene assunto con continuità (+0,2% nel 2014 rispetto al 2013). L’aderenza è leggermente superiore al Nord (56,8%), rispetto al Sud (56,2%) e soprattutto al Centro (50,4%), con  minime differenze di genere (uomini 57,4%; donne 53,9%), e aumenta al crescere dell’età, nei pazienti già in trattamento e in quelli con pregresso evento cardiovascolare o diabete.

Intervenire sui livelli pressori – come dimostrano recenti studi e meta-analisi – ha un impatto molto significativo nella riduzione dei rischi di eventi cardiovascolari gravi o fatali. Ecco perché è fondamentale accrescere le percentuali di successo nel trattamento del paziente iperteso. La definizione di un algoritmo terapeutico rappresenta quindi il supporto a una strategia di appropriatezza delle scelte.

Notizia correlata: “La pressione a 120 è già troppo alta” la svolta degli Usa

Redazione Fedaisf

Promuovere la coesione e l’unione di tutti gli associati per consentire una visione univoca ed omogenea dei problemi professionali inerenti l’attività di informatori scientifici del farmaco.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio
Fedaiisf Federazione delle Associazioni Italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco e del Parafarmaco