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AIISF NAZIONALE – PRIMO PIANO – ANTONIO SCANO, CONSIGLIERE NAZIONALE, ESPRIME CON UNA LETTERA DI PROTESTA LA FAZIOSITA’ DELLA TRASMISSIONE “EXIT” ANDATA IN ONDA SU LA7 IL 10 DICEMBRE SCORSO

Selargius 12 dicembre 2007

Ho assistito, come tanti colleghi, alla trasmissione televisiva “Exit” andata in onda il giorno 10 dicembre scorso su “La7” dal titolo “Il business dei farmaci” e, come i colleghi che hanno scritto sul blog di La7, sono veramente indignato, per la faziosità, l’incompetenza, e l’incapacità di condurre una trasmissione dagli argomenti così complessi e delicati. Il  peggio è che nulla è stato fatto ad onor del vero, preferendo appunto denigrare, sparare a zero e colpire ovunque, incuranti del pessimo spettacolo offerto ai cittadini da parte di professionisti che avrebbero dovuto invece chiarire  le vere differenze tra farmaco generico e griffato, tra informatori, medici e farmacisti onesti e disonesti e, soprattutto, tra competenti ed incompetenti.
 
Invece si è preferito inscenare quanto di peggio si possa immaginare, tipico di un’Italia di soli diritti, senza mai doveri.
 
Senza il dovere di contenere i toni, generalizzando accuse di truffa ed illeciti ad intere categorie quando esistono, e sono la grande maggioranza, informatori onesti, medici onesti,  farmacisti onesti e cittadini onesti che per essere tali non fanno rumore, non destano interesse proprio perché fanno parte dell’Italia seria che produce. I  disonesti non devono essere portati ad esempio per colpire intere categorie di lavoratori.
 
Insomma basta di fare di mille erbe un fascio e basta con i disonesti portati ad esempio per colpire intere categorie di lavoratori.
 
L’informazione televisiva preferisce ubriacare cittadini telespettatori con  politiche tese solo a sollecitare gli animi ed acquisire consensi per futuri confronti elettorali, mentre senatori della Repubblica appaiono proporre soluzioni superficiali ed emotive senza pensare alle conseguenze che certe scelte produrranno.
 
Magari, in un domani non troppo lontano, ci accorgeremo  non aver azzerato  il problema delle truffe ma di averlo semplicemente spostato.  Punto e a capo.
 
Non si risolvono così i problemi e mi chiedo perché in Italia sempre lungimirante nel promulgare giuste leggi, non si sia mai pensato, per esempio, di dare un prezzo politico ai farmaci con brevetto scaduto. 
 
Per questo occorre essere seri e prima di fare di un erba un fascio  bisogna anche essere onesti. In un intervista ad un ex parlamentare europeo, Giuseppe Vittorio Nisticò, farmacologo all’università Tor Vergata di Roma, e riportata sul “Giornale”, l’ex parlamentare precisava “di non avere nessuna opposizione preconcetta, ma soltanto una domanda di qualità, avanzata nell’interesse dei malati. Il farmaco non è un oggetto qualsiasi, ma un bene prezioso e come tale deve offrire precise garanzie.”
 
Per questa ragione proponeva  di ridurre le industrie produttrici di farmaci generici attraverso una rigorosa selezione delle loro potenzialità. Oggi siamo vicini al caos, “I pericoli in agguato sono, piccole modifiche sul processo produttivo, per esempio la sostituzione di un eccipiente, che possono rivelarsi rischiose accrescendo il quoziente di tossicità e provocando, per fortuna in pochissimi casi, anche eventi mortali.
Per questo motivo -sottolinea- la produzione di questi farmaci deve essere ristretta ad aziende farmaceutiche di grande qualità e di provata serietà. Invece troviamo generici che arrivano dall’India o dalla Cina, con piccoli dossier che ne raccomandano l’efficacia, senza valide documentazioni, e ancora: la parola chiave  &

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