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Appello Liberi Farmacisti

Confederazioneanim.gif“La farmacia in disoccupazione è una responsabilità dei titolari. Quando in una categoria professionale il numero dei precari o inoccupati di età inferiore ai 45 anni raggiunge il 23,5% (dato nazionale 12,4%) c’è evidentemente un problema”.

E’ l’accusa del Movimento nazionale liberi farmacisti, secondo cui la crisi economica “si è fatta sentire meno in farmacia rispetto ad altri settori tanto che il primo trimestre 2015 si è chiuso con il segno più (2,8%), è lecito porsi alcune domande”.

Secondo Vincenzo Devito, presidente del Mnlf, “i livelli di disoccupazione e i più elevati livelli di sottoccupazione, sono dettati dai comportamenti irresponsabili di buona parte dei titolari di farmacia”.

Quando “si ricorre in maniera sempre più massiccia ai contratti di tirocinio post-laurea, vero e proprio oltraggio professionale per chi deve già sostenere l’apprendistato pre-laurea, quando si fa un uso disinvolto del part-time, si utilizzano contratti atipici, si può e si deve denunciare l’irresponsabilità”.

9 luglio 2015 – PharmaKronos

Tavolo ministeriale su farmacisti: valorizzare la professione nel Ssn

Servizi di informazione al paziente, dal corretto utilizzo del farmaco, all’interazione tra farmaci e con gli alimenti, alla conservazione e smaltimento farmaci scaduti, collaborazione con i Mmg e i pediatri di libera scelta, per sviluppare empowerment del paziente e la compliance; collaborazione tra distretti e Mmg per sviluppare l’assistenza domiciliare integrata, coinvolgimento di farmacie e farmacisti nella prevenzione; partecipazione a campagne formative e informative su salute e prevenzione; erogazione di servizi Itc; nuove prospettive per la professione. Sono questi gli spunti da cui è partito il tavolo lanciato dal ministero della Salute, con la partecipazione della Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Ssn, dedicato all’attività professionale dei farmacisti e alla valorizzazione del loro ruolo nel Ssn, che ha visto nel primo incontro di insediamento la partecipazione di 7 rappresentanze della filiera (Fofi, Federfarma, Assofarm, Fnpi, Sifo, Fenagifar, Utifar). Il contesto è quello di un sistema sanitario alle prese con una necessità di riorganizzarsi e ottimizzarsi, anche alla luce di risparmi economici, un processo di deospedalizzazione e territorializzazione delle cure che ancora non ha trovato piena realizzazione, così come una presa in carico totale del paziente e una maggiore integrazione tra tutte le professioni e gli attori del Ssn, un Patto per la salute ancora da attuare, ma anche la convenzione. Se il primo incontro è servito soprattutto come «giro conoscitivo e informativo e a delineare meglio gli obiettivi – a quelli indicati dal ministero sono stati aggiunti anche revisione del percorso di formazione universitaria e post universitaria e attuazione dei concorsi» spiega Pia Policicchio, presidente Fenagifar, un prossimo appuntamento potrebbe essere a settembre. «Per ora abbiamo iniziato a pensare a come affrontare questi punti e ognuno di noi ha messo sul tavolo intenzioni, posizioni, esigenze e competenze». E sul tavolo arrivano i primi commenti da parte della professione: «Riteniamo il tavolo molto positivo e una grande opportunità per la nostra professione» spiegaMaria Grazia Cattaneo, vicepresidente Sifo. «Diversi sono i messaggi emersi: grande collaborazione tra tutta la filiera ma anche multiprofessionale entro il Ssn, una valorizzazione della professione in tutte le fasi in cui il farmacista è rilevante nella terapia farmacologica e nell’uso dei dispositivi, l’importanza della professione a tutela del paziente e del buon uso della terapia. E, in questo, prioritario è porre al centro del percorso il paziente. Ritengo di particolare importanza il coinvolgimento della direzione delle risorse umane, segno che viene data rilevanza alla persona che lavora, al professionista, alle competenze. E credo che non ci sia come chiarire le responsabilità delle varie componenti della professione, dando anche standard minimi di qualità, con l’auspicio che ne derivi un riconoscimento, per lavorare nel modo migliore. E questa può essere una premessa indispensabile per un’estensione del dialogo alle altre professioni». Per quanto riguarda «il mio intervento nel tavolo, ho posto l’accento sulla necessità che il tavolo segua tutto il percorso del paziente nella sua globalità, in una logica di sistema, di presa in carico, di reale continuità assistenziale e H-T. Si tratta di non guardare l’assistenza a pezzetti ma in termini di percorso in successione: solo così ci si rende conto che c’è bisogno di tutte le figure e le competenze e si riesce ad avviare un reale processo di integrazione. Ma anche al concetto che l’ottimizzazione deve derivare da una qualità dei percorsi, è l’attenzione alla qualità che determina un miglior e più efficiente funzionamento del Ssn. E in generale il percorso tutto andrebbe accreditato per standard minimi di qualità, che non si possono non avere, a tutela del paziente e degli operatori». Ma fondamentale anche «l’importanza dei giovani, della formazione, delle competenze: per questo è necessario tutelare gli studi universitari e specialistici, supportando anche economicamente i giovani che scelgono la nostra professione». Riflessione vanno anche a «informatizzazione dei percorsi a tutela del monitoraggio continuo e della sicurezza e al prontuario terapeutico nazionale: l’auspicio è che si possano superare le disomogeneità sul territorio nazionale a tutela dell’equità del nostro SSN. Auspicabile la presenza del farmacista nei reparti ospedalieri, quale parte del team di cura, per le proprie competenze».
Insomma, «le aspettative sono alte, per il bene del Ssn e del paziente. Non c’è tempo da perdere e questa è un’occasione che ci viene data. La valorizzazione della professione passa anche dal dialogo e dal dibattito che si solleva su di essa. Noi saremo pienamente disponibili e, come sempre abbiamo fatto, non ci risparmieremo mettendo a disposizione competenze e forze».
«Credo che il tavolo sia una dimostrazione di come il Ministero della salute abbia realmente a cuore la professione, creda nella possibilità del farmacista di essere un punto di riferimento per il cittadino del Ssn e creda nella farmacia come attore di questo processo e come erogatore di servizi. D’altra parte nessuna struttura come la farmacia può avere questa capacità» è il parere di Policicchio. «Il lavoro su cui il Ministero ci chiede di concentrarci è di arrivare a una visione condivisa tra tutte le componenti della professione delle problematiche e delle soluzioni per il Ssn, nella direzione di un progetto condiviso da tutti. Ma il concetto alla base è anche quello della rete, della costruzione di una collaborazione anche con la medicina generale e la pediatria di libera scelta, tra tutti gli aspetti del Ssn. Siamo all’inizio, il lavoro sicuramente è lungo e molto dipenderà dalla disponibilità di tutti i partecipanti».

Francesca Giani – Giovedì, 09 Luglio 2015 – Farmacista33

Redazione Fedaisf

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