
Relazione Marcello Cattani, Presidente Farmindustria – 3 luglio 2025
Farmaci e vaccini al primo posto in Italia per surplus con l’estero, con oltre 21 miliardi di attivo nel 2024. Con nuovi record per produzione, 56 miliardi di euro, ed export, 54 miliardi, raggiunti nel 2024 dall’industria farmaceutica in Italia, che conferma il ruolo di leader in UE della nostra Nazione, insieme a Germania e Francia. Imprese che sono prime dal 2022 al 2024 anche per incremento del valore aggiunto, +18%, rispetto a una crescita cumulata del PIL dell’1,4%”, ha affermato Marcello Cattani (nella foto sopra), presidente di Farmindustria, nel corso dell’assemblea che si svolge oggi a Roma, presso l’Auditorium della Conciliazione.
È l’export a fare da traino. In 10 anni è aumentato del 157%, più della media UE (+137%). Nel 2000 rappresentava il 3,5% del totale manifatturiero, oggi l’11%. Tra il 2021 e il 2024 l’Italia è seconda al mondo per crescita in valore delle esportazioni di farmaci. L’industria farmaceutica è prima nel Paese per aumento dell’export e concorre agli obiettivi del Piano strategico del MAECI, che ha previsto dal 2022 al 2027 una crescita del +12% e può contare sull’apporto delle aziende farmaceutiche già oggi al +24%.
Farmindustria conta circa 200 aziende associate a capitale nazionale e a capitale estero – che sono un valore strategico per la salute, la crescita e la sicurezza – con oltre 130 stabilimenti su tutto il territorio. Gli addetti del settore nel 2024 sono 71.000 (+1,4% nel 2024 e +8% in 5 anni), con un incremento del 21% di under 35 negli ultimi 5 anni, e con un’elevata presenza di donne, il 45% del totale.
E 4 sono i miliardi di investimenti, 1,7 impianti ad alta tecnologia e 2,3 in R&S. Con una crescita delle domande di brevetto farmaceutico del Paese del 33% negli ultimi 5 anni, a fronte di un +18% della media dei big UE. Imprese che occupano una posizione di leadership anche per le politiche di welfare aziendale, orientate al wellbeing, e per competitività, con il più alto dato di produttività tra i Big UE e circa +5% rispetto alla media di Germania, Francia, Spagna e Belgio.
Nuovi attori stanno emergendo, tra cui la Cina, che ormai contribuisce per il 20% al PIL mondiale, 20 anni fa ne costituiva il 5%, mentre l’UE è al 18%, 20 anni fa era al 25% e gli USA sono sempre la prima economia del mondo. E con uno sviluppo tecnologico – basti pensare alla digitalizzazione dei dati sanitari e l’uso crescente dell’Intelligenza Artificiale, alla R&S nello spazio – che rappresenta un trampolino di lancio per l’innovazione farmaceutica permettendo di migliorare la diagnosi, il trattamento, la personalizzazione della Ricerca”.
Intervento integrale a Relazione Marcello Cattani e Sfide e ambizioni dell’industria farmaceutica
Video messaggio Giorgia Meloni
“Dietro ogni numero c’è una speranza di guarigione e una migliore aspettativa di vita”, ha affermato il ministro della Salute Orazio Schillaci. Anche Marcello Gemmato, sottosegretario di Stato al ministero della Salute, ha voluto riportare al centro del dibattito il valore sociale della farmaceutica, sottolineando la necessità di mettere in campo uno “straordinario lavoro per fare in modo che il cittadino sia sano e quindi libero” (il riferimento è a una citazione di Pietro Calamandrei, padre costituente).
Gemmato ha ribadito che al centro del ragionamento deve esserci “il cittadino, il suo diritto di accesso al farmaco, il miglioramento della compliance farmaceutica, la migliore aderenza farmaceutica, quindi miglior cura”, evidenziando comunque come questo approccio generi anche un beneficio economico: “Un cittadino che si cura bene è un cittadino che non conclama sintomi, non si ammala, non costa alle casse dello Stato e rende dunque sostenibile il nostro sistema sanitario nazionale”.
Gemmato ha ribadito che “il governo vuole prendere impegni nel breve, nel medio e nel lungo periodo” per mitigare un meccanismo che definisce “una tagliola” per il settore. Ha ricordato che “abbiamo spostato 260 milioni di euro sottraendoli al payback” grazie alla modifica delle quote di distribuzione, e ulteriori 300 milioni “sono stati trasferiti dall’innovatività condizionata a quella pura”, con uno spostamento dal silos della diretta a quello dell’innovatività, riducendo così il carico per le aziende. Gemmato ha inoltre annunciato la volontà, già auspicata nel contesto della scorsa legge di Bilancio di abbattere l’aliquota dell’1,83% sul payback della convenzionata
Anche Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della ricerca è intervenuta ricordando la collaborazione “coordinata e continuativa con l’associazione di categoria”. “Oggi – ha aggiunto – l’unico modo per fare ricerca e formare i professionisti del futuro è lavorare gomito a gomito con gli stakeholders di settore”. (Fonte: formiche.it)