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Assistenza domiciliare dalle farmacie, i medici perplessi

L’intesa firmata la settimana scorsa da Federfarma Lombardia e dall’assessore alla Solidarietà sociale del Pirellone, Giulio Boscagli, in base alla quale le farmacie dovranno istituire al loro interno un «Centro funzionale e operativo» dove i pazienti potranno rivolgersi per ricevere informazioni e presentare domanda di accesso all’Adi, fa discutere i medici. Anche se nell’accordo non se ne fa cenno, è verosimile che l’operazione vada letta in abbinamento con lo sviluppo del progetto Creg, i drg del territorio con cui da quest’anno le Asl finanzieranno l’assistenza ai cronici. Con il Creg, infatti, le aziende sanitarie compreranno pacchetti predefiniti di prestazioni in uno scenario che potrebbe presto vedere in competizione tra loro privati, ospedali e medici di famiglia aggregati. E magari anche le farmacie, alle quali comunque l’accordo con la Regione affida il compito di orientare il paziente nell’arena variegata che si verrà a delineare. Un futuro prossimo che fa indignare il presidente di Snami Lombardia, Roberto Carlo Rossi: «Questo accordo è una vergogna, esattamente come il progetto Creg. Come già dissi quando venne approvato il d-lgs 153/2009 sui nuovi servizi in farmacia, il farmacista non ha alcun titolo per fare Adi, educazione sanitaria o analisi di prima istanza. Se la Regione propugna un modello che sconvolge competenze e profili, ne prendo atto e mi comporterò di conseguenza. Facciamo le Utap nelle farmacie e addio alle regole». Più diplomatico il commento di Fiorenzo Corti, segretario regionale di Fimmg Lombardia: «L’intesa non ha collegamenti con il progetto Creg. Quindi niente da obiettare all’eventualità che le farmacie offrano servizi di home care, saranno poi le famiglie a scegliere a chi affidarsi. L’importante è che nessuno di tali servizi invada competenze che sono di pertinenza della professione medica».

Anisap, si a farmacia dei servizi ma rispetti gli standard

All’interno delle farmacie saranno garantiti gli stessi requisiti di sicurezza e qualità a cui oggi devono attenersi tutti i poliambulatori già presenti sul territorio? È la domanda che in un articolo apparso sul Sole 24 Ore  si fa Anisap Lombardia, la Federazione delle Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private, convinta della necessità di regole uguali per tutti gli operatori. I dubbi non mancano. L’analisi inizia dagli aspetti logistici visto che i punti prelievo devono disporre di un’area di attesa dedicata, di bagni per i disabili, di spazi per la raccolta di campioni a uso esclusivo. Poi l’articolo passa a considerare le norme antisismiche, anitincendio, di protezione acustica e gli strumenti in dotazione nonché gli aspetti di informazione al paziente tutti garantiti in modo puntuale dai medici di laboratorio. L’analisi della Federazione, sottolinea poi la necessità di prevedere la presenza costante di un medico e di un infermiere, responsabile del corretto svolgimento dell’attività clinica, ma anche di adeguati corsi di formazione e aggiornamento per il personale. Infine il fattore economico: quale il budget previsto per le farmacie? E con quali fondi sarà stabilito? I dubbi, come risulta evidente dall’articolo, non mancano. (M.M.)

Farmacista33 – 27 gennaio 2011

Roberto Carlo Rossi, presidente di Snami Lombardia

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