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Catania. Pfizer, appello unitario dei sindacati: “Temiamo un nuovo caso Myrmex”

La pensano cosi i segretari provinciali di Filctem Cgil (Giuseppe D’Aquila e Giovanni Romeo), Femca Cisl (Giuseppe Coco), Uiltec Uil (Alfio Avellino) e Ugl chimici (Angelo Mirabella), insieme alla segretaria confederale della CGIL di Catania (Margherita Patti)

Redazione 14 aprile 2015 – Catania Today

Chiediamo un incontro urgentissimo con la direzione di Pfizer presso la sede catanese dell’associazione degli Industriali, e un confronto con le istituzioni locali. Siamo preoccupati per le sorti dello stabilimento Pfizer già a breve termine, temendo che pagine tristi, ignobili e purtroppo tutt’altro che risolte possano essere riproposte: non sarebbe accettabile un nuovo caso Myrmex e – se dovesse verificarsi – sarà osteggiato con tutti gli strumenti negoziali, giuridici, istituzionali e di lotta a disposizione di organizzazioni sindacali e lavoratori”.

La pensano cosi i segretari provinciali di Filctem Cgil (Giuseppe D’Aquila e Giovanni Romeo), Femca Cisl (Giuseppe Coco), Uiltec Uil (Alfio Avellino) e Ugl chimici (Angelo Mirabella), insieme alla segretaria confederale della CGIL di Catania (Margherita Patti), che oggi hanno presieduto una riunione unitaria dei propri direttivi per discutere dello stabilimento della Pfizer di Catania, a seguito delle forti preoccupazioni sulle prospettive a breve termine .

“Lo stabilimento, infatti, da anni sta subendo un processo di smantellamento graduale e costante, -si legge in una nota unitaria firmata dai segretari- con un consistente indebolimento della forza lavoro (seppure reso volontario dall’impegno negoziale di sindacati territoriali ed RSU) e lo smembramento dello stabilimento in tre tronconi di cui uno, quello che per anni è stato il centro di eccellenza del sito, il Centro ricerca, ceduto tramite un’operazione spregiudicata ad un sedicente imprenditore dedito alla pura speculazione e senza alcun interesse per gli aspetti produttivi ed occupazionali.

Dal lontano 2009, da quando cioè è stata annunciata e poi attuata l’acquisizione, a livello mondiale, di Wyeth da parte di Pfizer, noi abbiamo denunciato costantemente la nostra preoccupazione verso quello che si delinea come un processo di disimpegno della multinazionale americana dal territorio catanese. In merito a ciò, Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono state sempre  determinate chiedendo confronti con l’Azienda; questa, però, ha sempre minimizzato le preoccupazioni delle organizzazioni dei lavoratori, sminuendole, o peggio, deridendole o addirittura tacciando le stesse di atteggiamento disfattista. Purtroppo, invece tutto ciò che è stato paventato si è sempre puntualmente verificato.

Inoltre, dopo gli esiti non lusinghieri dell’ultima ispezione da parte della dalla FDA (Food & Drug Administration, l’organo di controllo del governo USA  sulle produzioni farmaceutiche e alimentari), avvenuta a novembre,  la produzione del Tazocin  – il farmaco di punta dello stabilimento catanese – è stata interrotta e ad oggi non vi è certezza sulla data di ripresa. Tutto ciò senza che la multinazionale abbia richiesto di fare ricorso a Cassa Integrazione. Il nuovo amministratore delegato di Catania, nell’unico breve incontro avuto con le segreterie territoriali sindacali, aveva dichiarato che la produzione sarebbe ripartita a metà del mese di marzo, cosa che puntualmente non si è verificata e per di più senza che l’amministratore decidesse di comunicare ai sindacati le motivazioni degli ulteriori ritardi nella ripartenza della produzione, ed i progetti aziendali a brevissimo termine”.

Si legge ancora nella nota: “Riteniamo inaccettabile, inammissibile e grottesco che la direzione di uno dei principali stabilimenti produttivi del nostro territorio abbia un atteggiamento così poco attento verso le relazioni sindacali . Non è accettabile in assoluto, ma ancora di più in un contesto di crisi e di desertificazione industriale come quello che stiamo vivendo attualmente, che quello che è stato una delle principali  realtà industriali venga definitivamente estirpata dal nostro territorio. In un contesto in cui l’unica arma vincente della nostra industria può e deve essere l’eccellenza, non è accettabile le Aziende farmaceutiche del nostro territorio debbano essere  gestite con provincialismo e scarsa o nulla lungimiranza imprenditoriale. E non è accettabile che Pfizer, la più grande azienda farmaceutica al mondo, e/o il management locale, possano decidere di cancellare mezzo secolo di gloriosa storia e di eccellenza del nostro territorio”.“

 

Redazione Fedaisf

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