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Contenzioso brevettuale sui farmaci: il decreto Balduzzi alla prova dei fatti

L’aumento dei ticket non dà i risultati sperati per le casse pubbliche. Un argomento sostenuto ripetutamente da molti esperti, che ora riceve la conferma dai numeri. Il ticket da dieci euro richiesto al cittadino che ha bisogno di esami e visite specialistici è entrato in vigore nel 2011. Avrebbe dovuto fruttare 834 milioni di euro, o almeno a tanto ammontava la copertura da parte dello Stato. Tuttavia, come ha comunicato ieri il presidente dell’Agenas Giovanni Bissoni, all’appello mancano almeno 300 milioni, infatti «le entrate sono circa dimezzate», attestandosi tra i 400 e i 500 milioni. La cifra non è precisa, poiché si tratta di una stima che l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ha estrapolato a partire dai dati di undici Regioni che hanno condotto approfondimenti specifici in merito. Valerio Fabio Alberti, presidente della Federazione di Asl e ospedali (Fiaso), aveva evidenziato a DoctorNews33 il paradosso secondo cui un eccessivo rincaro delle tariffe non corrisponde a un analogo incremento delle entrate. Ora lo confermano le cifre dello studio Agenas: il cosiddetto superticket voluto dal ministro Tremonti, ha avuto l’effetto di provocare una diminuzione delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale: &! egrave; la prima volta che si verifica e il calo è dell’8,5%. Come prevedibile questo valore medio è determinato specialmente dalla riduzione di prestazioni specialistiche ed esami richiesti da coloro che non hanno un’esenzione dal ticket: tra questi cittadini, il calo è del 17,5%. «Il rischio – aveva ammonito Alberti – è quello di avviare dei fenomeni di esclusione sociale dalle garanzie assistenziali». Un’altra conseguenza è la fuga verso un privato che offre in alcuni casi servizi più convenienti rispetto al servizio sanitario pubblico. Forse i nuovi dati indurranno il governo a riflettere sui nuovi rincari dei ticket previsti a partire dal prossimo anno.

10 maggio 2013 – DoctorNews

 

 

 

 

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