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Covid, Scotti: «Serve un chiarimento sui certificati di malattia per gli asintomatici». Ritornano i tamponi

L’effettuazione dei test diagnostici per SARS-CoV-2 è indicata ai pazienti, anche asintomatici, che devono effettuare un ricovero o un trasferimento

«Serve un chiarimento sui certificati di malattia per gli asintomatici»

Fimmg – 12 settembre 2023

«Nel fare un certificato medico per malattia, io devo valutare l’inabilità temporanea al lavoro. Se il paziente è asintomatico, anche se è portatore della malattia, non si rileva una condizione che gli impedisca il lavoro. Perciò io non posso emettere nessun certificato che consenta al lavoratore di assentarsi».

Lo ha precisato il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, intervistato dall’Ansa sulle conseguenze dell’abolizione dell’obbligo di isolamento delle persone positive al Covid. Scotti ha spiegato che «quello che permetteva di estendere anche agli asintomatici la possibilità di assentarsi dal lavoro mantenendo la retribuzione era l’obbligo di isolamento.

Oggi ciò non è possibile», ha detto il segretario della Fimmg, che per questo motivo invita il Governo e l’Inps a chiarire la situazione per evitare un corto circuito soprattutto in un momento di ripresa dei contagi. Se bisogna andare a lavoro anche in presenza di una positività al tampone, infatti, si rischia di fare da volano alla diffusione del virus. «Non si tratta di una critica alla decisione di abolire l’isolamento. È però uno di quei problemi con cui si confronta chi lavora quotidianamente sul territorio».

Ci sono problemi anche per chi ha sintomi: «Il tampone in autodiagnosi non ha nessun valore legale. Per emettere un certificato di malattia per Covid dovremmo chiedere al paziente di eseguire un tampone in un centro certificato: in tal caso però i costi dell’indagine sarebbe a suo carico», ha concluso Scotti, secondo il quale una soluzione potrebbe essere quella di coinvolgere i medici di famiglia. Ma anche in questo caso va precisato chi debba farsi carico dei costi del tampone.


Circolare del Ministero della Salute n. 27648


Covid, circolare del Ministero: obbligo tampone in ospedale. Oms: pochi vaccinati tra le persone a rischio

Federfarma 12 settembre 2023

Con l’impennata dei casi di Covid rilevata di recente in Italia, un aumento del 44% registrato in sette giorni, la settimana scorsa, il ministero della Salute, in una Circolare diramata venerdì 8 settembre, ha reintrodotto l’obbligo dei tamponi per chi accede al Pronto Soccorso con i sintomi del Covid-19.

Test necessario anche per chi si deve trasferire da una struttura ad un’altra e per l’ingresso nelle residenze per anziani (Rsa). “Esaminato l’attuale andamento clinico-epidemiologico e considerate le indicazioni contenute nei documenti nazionali e internazionali, anche al fine di rendere omogenea la pratica dell’effettuazione dei test a livello nazionale, si forniscono raccomandazioni in merito ai casi nei quali è opportuno procedere all’approfondimento diagnostico per SARS-CoV-2”.

È quanto si legge nella circolare firmata dal Dg della prevenzione del Ministero, Francesco Vaia, nella quale si sottolinea che resta la possibilità “da parte del direttore sanitario della struttura o del clinico che ne ravvisi la necessità, di definire ulteriori indicazioni per l’effettuazione dei test e misure di prevenzione e protezione aggiuntive rispetto a quelle riportate”.

Per i pazienti che non presentano sintomi compatibili con COVID-19, dunque, non è indicata l’esecuzione del test per SARS-CoV-2 al triage, mentre per i pazienti con sintomi e con un quadro clinico compatibile con COVID-19 è indicata l’effettuazione di test diagnostici.

Laddove possibile, inoltre, la circolare invita ad attivare/mantenere un percorso più ampio di sorveglianza epidemiologica, con la ricerca di altri virus, quali quelli dell’influenza A e B, il virus respiratorio sinciziale, i virus parainfluenzali, i rinovirus, gli adenovirus e gli enterovirus. Il tampone è richiesto anche ai pazienti che, all’anamnesi, dichiarano di aver avuto contatti stretti con un caso confermato di COVID-19 negli ultimi 5 giorni.

L’effettuazione dei test diagnostici per SARS-CoV-2 è indicata, poi, ai pazienti, anche asintomatici, che devono effettuare un ricovero o un trasferimento, sia programmato che in emergenza, in contesti assistenziali ad alto rischio, quindi reparti in cui sono ricoverati pazienti immunocompromessi e fragili, strutture protette e Rsa. In queste strutture, è indicata l’effettuazione di test diagnostici per SARS-CoV-2 anche agli ospiti che vi accedono.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) continua a incoraggiare le vaccinazioni, soprattutto per le persone a rischio. “Una delle maggiori preoccupazioni per medici ed esperti è il basso numero di persone a rischio che hanno ricevuto recentemente una dose di vaccino contro il Covid”, come ha sottolineato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, nel corso di una conferenza stampa a Ginevra. “Il nostro messaggio è di non aspettare per ricevere un richiamo, se è stato consigliato”.

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