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Dall’Antritrust schiaffo alle farmacie su fascia C e quorum

Assesta un bello schiaffo alle farmacie il Parere che il Garante per il mercato e la concorrenza ha inviato giovedì scorso a Governo e Parlamento in vista del via alla cosiddetta "fase 2", la campagna di liberalizzazioni con cui far ripartire il paese. Perché senza scriverlo esplicitamente, l’Antitrust sembra invitare Monti e colleghi a rispolverare la prima versione della Manovra di dicembre, quella che faceva uscire dalle farmacie le ricette e contemporaneamente dava una piallata al quorum. Basta leggere i passaggi più significativi del documento dell’Authority: sulla liberalizzazione della fascia C, scrive il presidente Giovanni Pitruzzella (foto), sono stati compiuti finora «timidi passi», quando invece sarebbe stata necessaria «maggiore incisività». Se la liberalizzazione degli Otc «ha sottoposto alla concorrenza circa l’8-10% delle vendite in farmacia» prosegue «la liberalizzazione di tutti i farmaci di fascia C aggiungerebbe un altro 12-15% all’alveo dei prodotti disponibili anche in punti vendita diversi, con un evidente effetto di potenziale, ulteriore riduzione dei prezzi». Oltre a riaprire la partita sugli etici non rimborsati, l’Antitrust riporta sotto i riflettori anche il tema del quorum. Sul quale avanza considerazioni "double face": nella parte introduttiva del documento, parla genericamente di rimozione degli «ostacoli all’apertura di nuove farmacie» attraverso un aumento della pianta organica. Nel paragrafo analitico dedicato alle farmacie, invece, l’Autorità arriva a invocare «l’eliminazione delle restrizioni all’apertura delle nuove farmacie derivanti da piante organiche, restrizioni numeriche e obblighi di distanza minima», in quanto «misure del tutto inadeguate ai fini di una razionale e soddisfacente distribuzione territoriale degli esercizi» per la quale basterebbe invece «la previsione di un numero minimo anziché massimo di farmacie nei diversi ambiti territoriali». Non solo: poiché le catene di farmacie hanno già dimostrato di produrre «economie di scala dal lato della domanda», andrebbe aumentato almeno fino a otto il tetto per la multititolarità, nella consapevolezza che «nel medio periodo, la maggior efficienza della distribuzione e la possibilità di comprimere i margini di intermediazione, oggi ancora particolarmente elevati, finirebbe per riflettersi positivamente anche sulla spesa farmaceutica del Ssn». Chiudono le riflessioni in materia di ordini professionali: a parte l’abolizione dei tariffari minimi, già oggi marginali nell’attività commerciale dei farmacisti, fa certamente effetto la proposta di togliere agli ordini ogni potere di controllo sulla comunicazione pubblicitaria degli iscritti, per quale dovrà essere sufficiente la vigilanza già oggi assicurata dalla stessa Authority sulla comunicazione al consumatore. Ora tocca al Governo. Che dovrebbe "sfornare" il suo primo decreto entro un paio di settimane. Difficilmente le farmacie porgeranno l’altra guancia.

10 gennaio 2012 – Farmacista33

Parafarmacie, liberalizzare fascia C e aumentare pianta organica

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