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Dompè. Licenziamenti in corso. Comunicato sindacati. N.d.R.

La multinazionale DOMPE’ a L’Aquila non rinnova 30 contratti, esternalizza attività e non vuole contrattare l’integrativo aziendale scaduto. Segnali chiari e molto allarmanti che coinvolgono tutti i lavoratori che sono molto preoccupati per il loro futuro e per la continuità produttiva nel nostro paese.

Dopo l’annuncio di importanti realtà farmaceutiche come TEVA di chiudere 2 stabilimenti nostro paese, e le ormai sempre più frequenti riorganizzazioni dell’informazione scientifica, arriva anche l’annuncio di DOMPE’ a preoccupare per il futuro della sede produttiva di L’Aquila e gli uffici di Milano.

DONPE’ con un fatturato che passa da 250 milioni di euro nel 2017, ai 530 milioni nel 2020, fatturato più che raddoppiato in tre anni, anche attraverso il contratto di sviluppo per la ricostruzione post-sisma, ha inaugurato nel 2018 la nuova area produttiva, con l’ampliamento del sito dell’Aquila di circa 9.000 mt quadrati, beneficiando di un contributo di 9,5 milioni di euro stanziati da Invitalia, con un investimento complessivo di 41,5 milioni di euro. Tale investimento avrebbe dovuto consentire all’azienda una capacità produttiva di stabilimento di circa 50 milioni di confezioni l’anno, con una previsione di occupati di circa 330 addetti, ad oggi ferma a 240 e destinata a diminuire ancora.

Non va meglio nella sede di Milano, dove lavorano circa 200 persone, attorno a cui gravitano circa 180 informatori scientifici del farmaco con un contratto d’agenzia (Enasarco).
Inoltre, è in corso una delocalizzazione di attività verso l’Albania, dove l’azienda sta potenziando l’occupazione a scapito degli uffici di Milano.

Fortemente preoccupante quindi è constatare che aziende come DOMPE’ beneficiano di importanti risorse pubbliche nel nostro paese, dichiarando prospettive e sviluppo, e poi invece, solo dopo alcuni anni decidono di ridimensionare i loro progetti in favore di altri Paesi.

Le Segreterie Nazionali di Filctem, Femca e Uiltec chiederanno immediatamente contezza dei progetti attuali e futuri alla multinazionale farmaceutica e al tempo stesso continueranno a richiedere la convocazione di un tavolo governativo sul settore per verificare la situazione che potrebbe incidere negativamente sulla capacità produttiva dei farmaci nel nostro Paese.

FILCTEM CGIL.      FEMCA CISL.       UILTEC UIL

Roma, 20 luglio 2021


N.d.R.: Come è noto il contratto di lavoro Enasarco non esiste essendo per gli ISF una Fondazione per la pensione integrativa su base volontaria. È obbligatoria solo per gli agenti di commercio di cui agli articoli 1742 e 1752 del codice civile che effettuano vendite dirette. Vendite dirette vietate dalla legge per gli ISF. La stessa Enasarco nel suo regolamento specifica che gli ISF, non essendo agenti di commercio, possono iscriversi solo volontariamente per attivare appunto una pensione integrativa. Gli ISF non possono essere agenti di commercio come stabilito anche dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 10158 del 16 aprile 2021 e la sentenza 19394/2014 

Quindi le ipotesi che si prospettano sono 3: 1)- la Dompè assume ISF con contratti illegali inquadrandoli in contrasto con le leggi vigenti come agenti di commercio; 2)- Enasarco ha accettato illegalmente iscritti non volontari in violazione dell’art. 1 del Regolamento delle Attività Istituzionali della Fondazione; 3)- i Sindacati non sanno di cosa parlano.

Escludendo la terza ipotesi, sarebbe bene che i sindacati indaghino in merito e se è come prospettato, diano vita ad una azione legale per far sì che gli ISF, false partite IVA, vengano assunti a CCNL.

 

Notizie correlate: Comunicato. Dompé farmaceutici: continuiamo ad assumere e investire per mantenere eccellenza e competitività

 

Redazione Fedaisf

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