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Ecm, le proposte del Ministero

Messe nero su bianco in una lettera al coordinatore degli assessori regionali alla Sanità Enrico Rossi
Un Accordo Stato-Regioni per disciplinare la fase transitoria della formazione continua, un provvedimento anche urgente per ridefinire i ruoli di ciascun protagonista all’interno di un quadro unitario in tutta la Penisola, una possibile proroga della fase sperimentale. Queste le proposte del ministro della Salute Livia Turco sul futuro del programma nazionale di Educazione continua in medicina (Ecm), messe nero su bianco in una lettera al coordinatore degli assessori regionali alla Sanità e assessore al Diritto alla salute della Toscana, Enrico Rossi.

“Sono certa che vi sia una larga condivisione, anche da parte di diversi esponenti regionali – scrive il ministro – dell’idea di mantenere un disegno unitario dell’Ecm, anche se sussistono differenti opinioni sulle concrete modalità della sua attuazione”. Perciò, “in attesa di una compiuta definizione dei ruoli dei diversi attori istituzionali”, la Turco propone di “individuare al più presto modalità idonee a gestire il periodo transitorio. Le soluzioni individuate potrebbero essere oggetto di un accordo Stato-Regioni, che preluda a uno strumento legislativo anche di urgenza, con cui ridefinire i ruoli di ciascun protagonista. Nel frattempo – prosegue il ministro – si potrebbe ipotizzare una proroga della fase sperimentale, se tale esigenza fosse avvertita anche a livello regionale.
La Turco ha risposto, dunque, a stretto giro alla sollecitazione dell’assessore Rossi che segnalava in una lettera “lo stato di grave disagio in cui versa il settore dell’Ecm, il cui programma sperimentale, varato dalla Conferenza Stato-Regioni con l’accordo del 20 dicembre 2001, scadrà il 31 dicembre di quest’anno”. La Commissione nazionale per la formazione continua, infatti, ha sospeso dal 2 ottobre scorso l’accreditamento degli eventi formativi. Contemporaneamente, a complicare il quadro è intervenuta una sentenza della Corte Costituzionale, che pur riconoscendo alla Commissione nazionale Ecm compiti esclusivi, ha attribuito alle Regioni un ruolo decisamente prioritario.
 
“L’approssimarsi del termine della fase sperimentale e l’incidenza della decisone della Corte sull’assetto strutturale dell’Ecm – sottolineava Rossi nella lettera – sono eventi che hanno determinato un forte disorientamento sia negli operatori impegnati nell’organizzazione di eventi formativi, sia nei professionisti sanitari. I primi non sono oggi in grado di programmare l’attività relativa al prossimo anno; i professionisti, particolarmente quelli che hanno seguito in questi anni il programma con notevoli sacrifici economici e di tempo, si interrogano sulla utilità dell’impegno profuso”. Da Doctornews 07-11-06
 
 

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