Note di redazionePrimo Piano

Articolo: “Emilia Romagna, dalla Regione un limite agli ‘omaggi’ ai medici”. N.d.R.: “Un concentrato d’ignoranza”

Petropulacos ha i”llustrato le nuove norme sull’attività degli informatori scientifici. 20 euro l’anno il valore massimo dei prodotti gratuiti destinati a medici e farmacisti

Ultimo aggiornamento:

Bologna, 16 maggio 2017 – La Regione vuole “più trasparenza nei rapporti fra medici, aziende farmaceutiche e servizio sanitario regionale in materia di informazione scientifica sul farmaco”. Questa la premessa con la quale la direttrice dell’assessorato alla Sanità Licia Petropulacos ha illustrato oggi in commissione le nuove regole sull’attività degli informatori scientifici negli Licia Petropulacos (foto Fantini)ospedali e negli ambulatori pubblici dell’Emilia-Romagna.

Con le nuove modalità operative la dirigente, “viene quantificato il valore, fissato in massimo 20 euro annui, dei prodotti gratuiti destinati a medici e farmacisti nell’ambito della attività di informazione e presentazione dei medicinali, oltre al vincolo di comunicazione all’azienda sanitaria di appartenenza per il sanitario che intende partecipare a eventi organizzati, promossi o finanziati, a qualsiasi titolo, dalle aziende farmaceutiche”.

Inoltre, ha spiegato la dirigente, “ogni informatore può incontrare il singolo medico per un massimo di cinque volte all’anno. Gli appuntamenti non possono essere fissati all’interno dei reparti di degenza e negli ambulatori specialistici negli orari destinati alla visita dei pazienti. Infine, è attiva una piattaforma informatica regionale per la raccolta dei dati relativi a questo tipo di figure professionali”.

Applausi dal Pd: per il consigliere Alessandro Cardinali “era importante disciplinare i comportamenti, con questo provvedimento è stato raggiunto l’obiettivo”. Il percorso, ha aggiunto, “è stato condiviso da tutti i soggetti interessati”. Al contrario il leghista Daniele Marchetti ha lamentato “uno scarso coinvolgimento delle parti interessate alla materia”. Petropulacos, rispondendo al consigliere del Carroccio, ha dichiarato che “non risultano particolari resistenze all’applicazione della norma”

( … continua su Il Resto del Carlino del 16 maggio 2017)

Notizie correlate: Corriere di Bologna. «Omaggi» ai medici, massimo 20 euro. Case farmaceutiche, i limiti della Regione


N.d.R.

UN CONCENTRATO D’IGNORANZA

È incredibile che tanta ignoranza in materia sia così concentrata in poche righe, per di più da un giornalista che parla di cose di cui dovrebbe almeno informarsi prima di parlarne. Si spera che tanta ignoranza in materia non riguardi anche la dr.ssa Licia Petropulacos, altrimenti in Italia siamo davvero messi mali.

È bene che sappia il giornalista del Carlino, che riguarda anche l’analogo articolo del Corriere di Bologna o di Repubblica edizione di Bologna, che la norma che ha provocato tanto stupore è vecchia di almeno 25 anni (venticinque, se non capisce i numeri!).

Fu inserita infatti nell’art. 11 del D. Lvo. 541/92 in cui si dice che è vietato “concedere, offrire o promettere premi, vantaggi pecuniari o in natura, salvo che siano di valore trascurabile e siano comunque collegabili all’attività espletata dal medico e dal farmacista”.

Detta norma è stata poi inglobata nell’art. 123, comma 1, del D.Lvo. 219/06 e di nuovo riproposto dalla Conferenza delle Regioni nelle “linee guida regolamento regionale informazione scientifica farmaco” del 20 aprile 2006 in cui si dice “La quantificazione del predetto valore trascurabile a fissata in un massimo di € 20,00 annui per Azienda farmaceutica per ogni singolo medico o farmacista.

Considerato che il valore in costo di abbonamenti alle riviste scientifiche, di testi, di documenti su supporto informatico, ecc., collegati all’attività espletata dal medico e dal farmacista è generalmente superiore a € 20,00 superando quindi i limiti posti dalla determinazione della quantificazione del “valore trascurabile”, viene stabilito che la cessione gratuita di detto materiale può essere effettuata solo a favore delle unità operative delle AO/ASL. In questo caso l’Azienda farmaceutica è tenuta a darne comunicazione alle Direzioni aziendali delle ASL/AO di appartenenza, in quanto detti prodotti si configurano come un bene comune a tutti gli operatori sanitari, dipendenti o convenzionati, dell’Azienda sanitaria della Regione o Provincia Autonoma.

Per i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta la cessione di detto materiale viene effettuata presso il distretto di competenza, salvo diversi accordi tra medici convenzionati e azienda sanitaria”.

Ben 16 regioni hanno già emanato regolamenti regionali sull’informazione scientifica sui farmaci facendo riferimento alle linee guida delineate dalla Conferenza delle Regioni nel 2006. Risultati immagini per alessandro cardinali regione emilia romagnaBuon’ultima, e inadempiente finora, è arrivato il regolamento della Regione Emilia-Romagna la cui unica novità consiste nel fatto che gli informatori scientifici possono essere ricevuti al di fuori dell’attività assistenziale dei medici di ospedali pubblici o poliambulatori specialistici del servizio sanitario regionale.

L’ignoranza (e il ridicolo) arriva poi a dei livelli ineguagliabili da parte del consigliere Alessandro Cardinali quando afferma che il provvedimento “è stato condiviso da tutti i soggetti interessati“. Se è vero quel che riferisce l’articolista del consigliere Cardinali, ci sarebbe da chiedersi: ma dov’era? Sa di cosa sta parlando? Lo sa che c’è stata una presa di posizione negativa della Fimmg regionale con due comunicati in merito? Sa del comunicato della Filctem in cui viene stigmatizzato un provvedimento del genere e criticato il metodo adottato che non ha ascoltato le parti in causa: medici, sindacati di categoria, informatori? E ovviamente sa della contrarietà degli Informatori (ma di questi probabilmente non gl’importa nulla)? Si rende conto il rag. Cardinali che, se attuato, un regolamento del genere impedirebbe il lavoro a circa 3000 informatori in Emilia Romagna? E si rende conto che se non possono lavorare sono destinati al licenziamento, con tutto quel che consegue?

Lo sa che l’attività degli Informatori deve, per legge, dipendere da un Servizio Scientifico e non deve avere niente a che fare con il marketing o le vendite?

Quello che dovrebbe chiedersi, sia il consigliere Cardinali, ma anche chi governa la Regione o l’AIFA o le Autorità nazionali tutte, è perché nessuno controlla? È evidente che le leggi ci sono, anche troppe, ma senza controllo è come se non esistessero e, anzi, chi dovrebbe controllare, e non lo fa, si rende complice dell’illegalità e dell’anarchia nel settore che ne consegue, tanto si è sicuri dell’impunità!

Inoltre, com’è noto, o come dovrebbe essere noto, la pubblicità sui farmaci da prescrizione è vietata. L’unico modo legale che le aziende farmaceutiche hanno per far conoscere i propri farmaci ai medici è l’informazione scientifica e gli unici autorizzati a farla sono gli Informatori Scientifici del Farmaco. Si veda a tal proposito il D.Lgs. 219/06, art. 122, comma 1: “L’informazione sui medicinali può essere fornita al medico e al farmacista dagli informatori scientifici“.

Detto questo, è assurdo e allucinante che una giunta Regionale come quella dell’Emilia-Romagna promulghi un regolamento d’informazione scientifica in cui si fa divieto d’informazione scientifica negli Ospedali e negli Ambulatori che fanno capo al Servizio Sanitario Regionale. E gli Informatori, al di fuori ovviamente dell’attività assistenziale, dove possono essere ricevuti dai medici? Nelle loro abitazioni private? Il provvedimento preso dalla Regione Emilia-Romagna in pratica vieta un diritto stabilito da una legge nazionale.

P.S.: Nell’inchiesta di Parma sul Prof. Fanelli non è coinvolto nessun Informatore Scientifico. Ma anche se fosse coinvolto, si dimostrerebbe che il settore commerciale di un’azienda ha fatto un’indebita e illegale ingerenza nel servizio scientifico, commettendo, oltre alla corruzione, un ulteriore reato, così come specificato dal comma 6 dell’art. 122 e dall’art. 126 del D.Lgs. 219/06

Riferimenti:

Regione Emilia-Romagna Indicazioni_applicative_ISF – Reg. E.R.Allegato 1

Emilia-Romagna.dgr-2309-2016

Fimmg Emilia Romagna. Non sono da ritenersi necessarie modifiche delle attuali modalità organizzative degli studi.

Fimmg. Riflessioni sulla delibera regionale 2309/2016

Medici-case farmaceutiche, dalla Regione legge-freno sugli omaggi. Pizza (Ordine Medici): norma restrittiva che presuppone il medico corruttibile

Per Cardinali (Filctem) inacettabile il Regolamento ISF Emilia-Romagna

Galeazzo Bignami. Interrogazione a risposta scritta – Testo originale

Emilia-Romagna.dgr-2309-2016

Emilia Romagna, eccessi della diretta criticati anche dalle comunali

Redazione Fedaisf

Promuovere la coesione e l’unione di tutti gli associati per consentire una visione univoca ed omogenea dei problemi professionali inerenti l’attività di informatori scientifici del farmaco.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio
Fedaiisf Federazione delle Associazioni Italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco e del Parafarmaco