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Liberalization of pharmacies, for the Free Pharmacists Movement the right way to create jobs

Ma il cambio di rotta non è cosa facile quando ci sono di mezzo le corporazioni. «La priorità per il Paese è la creazione di nuovi posti di lavoro e quando non si hanno fondi sufficienti per fare investimenti è necessario stimolare la crescita rimuovendo gli ostacoli posti a difesa di pochi e limitati interessi».

LUNEDÌ 12 GENNAIO 2015 – healthdesk

Movimento Nazionale Liberi Farmacisti«Quando sette giovani su dieci non credono nel recupero dell’Italia, la disoccupazione continua a crescere e il “familismo” a farla da padrone, significa solo una cosa: l’ascensore sociale non è bloccato, ma definitivamente rotto». Sono le dure parole contenute in una nota del Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf), che commenta il disegno di legge per la concorrenza in fase di studio al Ministero per lo sviluppo economico.
Secondo Mnlf, il ddl potrebbe essere lo strumento giusto per aprire il mercato alla concorrenza attraverso le liberalizzazioni. Ma il cambio di rotta non è cosa facile quando ci sono di mezzo le corporazioni, si legge nella nota. Il riferimento è all’intervento del Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economic Simona Vicari, che in questi giorni si è detta contraria a qualsiasi provvedimento che allarghi il numero delle farmacie o permetta la liberalizzazione dei farmaci di fascia C (quelli con obbligo di ricetta, ma non a carico del Ssn). Secondo la Vicari, infatti, il governo Monti nel 2012 ha già fatto riforme nel settore farmaceutico e quindi non ne servono altre.

«Peccato che ad oggi, ovvero dopo circa tre anni da quel provvedimento, nemmeno una delle 5.000 nuove farmacie paventate abbia aperto i battenti e se mai si riuscirà a terminare l’iter concorsuale sarà un vero e proprio “miracolo” se potranno aprire un numero di farmacie che corrisponderà ad un aumento degli esercizi di appena il 5%», ribatte il Movimento, sottolineando come il settore abbia sofferto meno degli altri la crisi.

«La priorità per il Paese è la creazione di nuovi posti di lavoro e quando non si hanno fondi sufficienti per fare investimenti è necessario stimolare la crescita rimuovendo gli ostacoli posti a difesa di pochi e limitati interessi».

Liberalizzazioni, Parafarmacie a Vicari: il problema è l’immobilismo dei titolari

«Che l’onorevole Vicari anticipi i contenuti del pacchetto liberalizzazioni facendo un formidabile assist alle lobby era alquanto prevedibile essendo queste l’elettorato di riferimento del Nuovocentrodestra. Quello che invece sfugge è, a questo punto, sapere la reale posizione in proposito di questo Governo: del PremierMatthew Renzi in primis, and of the holder of the dicastery, the ministerFederico Guidi che, fino a prova contraria, ha nelle sue mani il coordinamento dell’intero disegno di legge sulla concorrenza». Così il presidente della Federazione Nazionale parafarmacie italiane,David Gullotta, in una nota risponde all’intervista rilasciata a Farmacista33 dal sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari, nella quale le parafarmacie vengono chiamate in causa perché non avrebbero raccolto le possibilità offerte dalle liberalizzazioni del Governo Monti. «Pseudoliberalizzazioni» risponde Gullotta a Vicari «grazie alle quali, le parafarmacie avrebbero avuto concrete possibilità di competere e svilupparsi: le preparazioni galeniche e la vendita di farmaci veterinari nel contesto nazionale non arrivano al 7% di tutto il mercato farmaceutico italiano. Questa sarebbe stata, secondo lei, la grande occasione da sfruttare, gentile onorevole?» Ma ce n’è anche per il delisting «ininfluente» secondo il presidente delle parafarmacie, e per il concorso per le nuove sedi. «Già dalle prime graduatorie» sottolinea Gullotta «emerge che molti dei legittimatissimi vincitori di sede sono figli di farmacisti titolari che erediteranno un’altra farmacia. Alla prova dei fatti un concorso su base meritoria, insieme al vincolo di ereditarietà di una concessione statale, crea esattamente questo genere di anomalie. Oggi, così come era nelle corporazioni medievali, le sedi farmaceutiche ancora si ereditano: votando Renzi pensavamo di rottamare anche questa anacronistica casta ma a quanto pare una parte della coalizione di governo che lo sostiene è di tutt’altro parere», dichiara il numero uno delle parafarmacie. «È giusto dunque, onorevole Vicari, preservare un sistema dove non si premia il merito ma il diritto per nascita? È proprio questo il tallone di Achille nel settore del farmaco: per centinaia di anni il diritto di esercizio alla professione è passato di padre in figlio, rimanendo nelle mani di pochi e quei pochi non hanno avuto nessun reale interesse a migliorarsi. Il vero motivo della crisi nel settore non sono i tagli alla spesa farmaceutica ma l’immobilismo che i farmacisti titolari perpetuano grazie al sostegno di governi compiacenti». Di tenore analogo la nota del Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf) che in riferimenti ai numeri forniti dal sottosegretario parla di «dati palesemente infondati». «Nemmeno una delle 5000 nuove farmacie paventate ha aperto i battenti» sottolinea la nota Mnlf che aggiunge «peccato che la senatrice Vicari non sappia che se mai si riuscirà a terminare l’iter concorsuale sarà un vero e proprio “miracolo” se potranno aprire un numero di farmacie che corrisponderà a un aumento degli esercizi di appena il 5%. La Senatrice inoltre» continua la nota «motiva la propria posizione richiamando dati Federfarma sul numero delle farmacie che sarebbero vicine alle chiusura o in gravi difficoltà. (7000 prossime alla chiusura e 4000 in difficoltà). A parte l’enormità dei numeri che si commentano da soli, si consiglia al Sottosegretario di controllare meglio le proprie fonti e di evitare di riportare dati con cui già altri si sono coperti di “ridicolo” perché palesemente infondati. Il settore delle farmacie meno di altri ha sofferto la crisi e il 2014 si è chiuso con il segno più. Le uniche farmacie che sono in seria sofferenza, meno di un centinaio su tutto il territorio nazionale, sono quelle mal gestite da tempo ove solo il monopolio a garantito loro la sopravvivenza».

Marco Malagutti – Martedì, 13 Gennaio 2015 – Farmacista33

Racca (Federfarma) su deregulation: insistere è assurdo e strumentale

Racca (Federfarma) su deregulation: insistere è assurdo e strumentale«Assurdo e palesemente strumentale insistere nella richiesta di deregolamentazione del settore farmaceutico dopo che sia la Corte di Giustizia Europea che la Corte Costituzionale Italiana hanno ribadito la piena legittimità e l’efficacia di norme che regolano l’attività delle farmacie, nell’ottica di garantire i cittadini e la salute collettiva». È quanto dichiara Annarosa Racca (foto) presidente di Federfarma, commentando le dichiarazioni del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti che si scaglia contro le dichiarazioni del sottosegretario allo Sviluppo Economico, Simona Vicari la quale, in un’intervista a Farmacista33, ha «fotografato la situazione attuale del servizio farmaceutico e ha giudicato inopportuni e dannosi per il livello di servizio ai cittadini eventuali nuovi interventi di deregulation delle farmacie». Federfarma ricorda che «il concorso straordinario per l’apertura di altre 5000 farmacie non è uno scherzo; diverse graduatorie sono già state pubblicate e sarà un bel problema per l’intero sistema quando il processo delle nuove aperture sarà terminato». E aggiunge: «Farmacie e parafarmacie sono due cose nettamente diverse. Come ha riconosciuto la Corte Costituzionale nella sentenza del 18 luglio scorso, la farmacia è sottoposta a una serie di vincoli e obblighi, quale Servizio di pubblica utilità, che servono a garantire il massimo livello di tutela della salute pubblica. Per contro, la parafarmacia è nata con finalità prettamente commerciali e mira a posizionarsi nelle aree più redditizie. Permettere, come unico Paese al mondo, la vendita di farmaci con obbligo di ricetta medica al di fuori della farmacia, significherebbe destabilizzare l’attuale rete di servizio e ridurre le garanzie per il cittadino». Secondo Federfarma, infine, «qualsiasi misura che comporti un indebolimento della rete delle farmacie si ripercuoterebbe negativamente sulla qualità del servizio farmaceutico fornito ai cittadini. Altre sono le misure di cui necessita il nostro Paese, sulle quali il Governo ha giustamente posto l’attenzione».

Simona Zazzetta – Martedì, 13 Gennaio 2015 – Farmacista33

Liberalizzazioni, Fofi: l’aumento degli operatori non darà una risposta occupazionale

Liberalizzazioni, Fofi: l’aumento degli operatori non darà una risposta occupazionaleIn un mercato in contrazione non è l’aumento degli operatori dovuto all’apertura di nuove sedi farmaceutiche, che darà una risposta sul piano dell’occupazione, quanto, invece, riportare in primo piano la figura del professionista che opera nella farmacia di comunità e le sue prestazioni professionali, da riconoscere e remunerare. Lo afferma Andrea Mandelli (foto) presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti, in una nota in cui Fofi interviene sui «recenti commenti sul concorso straordinario per l’assegnazione di nuove sedi farmaceutiche» sollevati da diverse associazioni di categoria dopo le dichiarazioni del sottosegretario del Mise Simona Vicari, intervistata da Farmacista33 sul tema delle liberalizzazioni. Fofi precisa come le procedure concorsuali siano state espletate in tutte le regioni e come «gli Ordini provinciali abbiano dato la massima collaborazione perché si giungesse nel minore tempo possibile all’espletamento delle procedure, mettendo a disposizione i propri database e la propria documentazione». In particolare, Fofi sottolinea che «in base ai bandi regionali, le sedi da aggiudicare sono 2.600 circa, non 5.000 (ndr. come indicato da Mnlf), e questo malgrado le nuove aperture comportino in molte Regioni la discesa del quorum al di sotto dei 3.000 abitanti prevista dal provvedimento del Governo Monti». Mandelli afferma che da parte degli Ordini, su questo aspetto c’è «massima vigilanza». E aggiunge: «Tuttavia è anche necessario ricordare che in un mercato in contrazione non è certo dall’aumento degli operatori che può venire quella risposta sul piano dell’occupazione che moltissimi colleghi attendono. Per questo occorrono misure che riportino in primo piano la figura del professionista che opera nella farmacia di comunità e le sue prestazioni professionali, da riconoscere e remunerare. Insomma, quel modello della farmacia dei servizi che perseguiamo dal 2006».

Simona Zazzetta – Mercoledì, 14 Gennaio 2015 – Farmacista33

Liberalizzazioni, Gullotta: “Crisi farmaco causa di farmacisti titolari e Governi compiacenti”

davide3E’ una risposta senza mezzi termini, dettagliata nei vari punti affrontati e colma di denunce, che a loro modo rappresentano anche una disamina sulla situazione del settore farmaceutico, quella mossa dal presidente della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane all’indirizzo del premier Renzi oltre che soprattutto del sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari. Il tema basilare, come accaduto nell’ultimo periodo, sono state le liberalizzazioni ed il nuovo disegno legge dal quale si attende una svolta per favorire non solo la crescita del settore quanto soprattutto la libertà di professione, ad oggi vincolata a svariati parametri eccetto la meritocrazia.

Pseudoliberalizzazioni” è il termine col quale David Gullotta commenta i decreti attuativi mossi dai precedenti Governi, incluso quello Monti ritenuto invece da Vicari una forma d’opportunità non colta dal settore, che sintetizza e riassume molto del pensiero mosso dall’Fnpi su tematiche quali la vendita di drugs di fascia C, l’ottenimento di sedi farmaceutiche e persino il delisting. Proprio il concorso straordinario, attualmente una delle procedure soggette a maggiori problematiche e fortemente in ritardo rispetto i tempi prefissati, rappresenterebbe l’emblema dell’immobilismo di un sistema compiacente in favore dei titolari di farmacia, quale ristretta cerchia ereditaria confermatasi tale anche attraverso il concorso e priva dello spirito basilare di miglioramento, oltre che favorita dal Government stesso, ad oggi colpevole d’aver preservato un sistema basato sul diritto di nascita e sul monopolio nel settore del drug scongiurando nel tempo le liberalizzazioni in ogni loro forma concreta.

Il pensiero del presidente Fnpi si contrappone, così, a quello espresso da Vicari in un’intervista esclusiva a Pharmacist33 nella quale veniva espressamente sottolineata l’incapacità delle parapharmacies di cogliere opportunità come le preparazioni galeniche o la vendita di drugs veterinari, ritenute da Gullotta un palliativo quantificabile nell’appena il 7% del mercato farmaceutico nazionale, e nel delisting, bocciato come “ininfluente“. Altrettanto duro, viste le esternazioni del sottosegretario allo Sviluppo economico, è stato quindi il commento rispetto l’operato del premier Renzi sulle liberalizzazioni: “Votandolo pensavamo di rottamare anche questa anacronistica casta ma a quanto pare una parte della coalizione di government che lo sostiene è di tutt’altro opinion…Il vero motivo della crisi nel settore non sono i cuts alla spesa farmaceutica ma l’immobilismo che i farmacisti titolari perpetuano grazie al sostegno di governi compiacenti“.

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Redazione Fedaiisf

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