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Rapporto CENSIS 2025. Capitolo «Il sistema di welfare» e sanità

Il 71,8% dei medici dichiara di sentirsi un capro espiatorio delle carenze del sistema.

Giunto alla 59ª edizione, il Rapporto Censis interpreta i principali processi socio-economici contemporanei. Le General consideration introducono il Rapporto tracciando il profilo di un Paese che ha saputo porsi faccia a faccia con il presente, rimodulando attese e desideri.

Nella terza e quarta parte del Rapporto si presentano le analisi settoriali: la formazione, il lavoro e la rappresentanza, il sistema di welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti economici dello sviluppo, i media e la comunicazione, la sicurezza e la cittadinanza.

Riportiamo parte del Capitolo Welfare e Salute riguardante la sanità

Il difficile esercizio della professione nel Servizio sanitario nazionale: il caso dei medici. Sono 22.049 i casi di aggressioni registrati in un anno ai danni di medici, infermieri e altri operatori sanitari nelle regioni italiane. I dati rendono evidente il contesto spesso ostile in cui i medici lavorano.

Da un’indagine del Censis risulta che il 66,0% dei medici non ha tempo sufficiente per fornire informazioni e dialogare con pazienti e familiari, il 65,9% esercita la professione in strutture con gravi carenze di personale, il 51,8% è stato costretto a utilizzare attrezzature obsolete o non perfettamente funzionanti.

Così, il 91,2% dei medici ritiene che lavorare nel Servizio sanitario nazionale sia diventato più difficile e stressante, il 41,2% non si sente sicuro quando svolge il proprio lavoro a causa del moltiplicarsi degli episodi di violenza, il 18,0% ha paura di lavorare di notte. Al 25,4% dei medici è capitato di subire minacce da pazienti o familiari, il 16,4% ha ricevuto denunce e il 3,8% ha subito violenza fisica. Sono i segnali di una deriva patologica del rapporto medico-paziente.

Agli occhi dei cittadini esasperati, i medici finiscono per incarnare le inefficienze del Servizio sanitario, tanto che il 71,8% dei medici dichiara di sentirsi un capro espiatorio delle carenze del sistema.

There fiducia nel welfare crolla. Il 78% teme che, in caso di non autosufficienza, non potrebbe contare su servizi sanitari adeguati. Il 72% ritiene che lo Stato non sarebbe in grado di fronteggiare disastri naturali o eventi climatici estremi. Più della metà degli italiani sarebbe disposto a pagare fino a 70 euro al mese per tutelarsi da questi rischi, ma il 70% di fatto non adotta alcuna misura assicurativa o finanziaria.

Un dato sorprende: meno del 30% dei dipendenti privati si sente molto motivato a dare il massimo nel proprio lavoro. Solo il 29,4% mostra un vero engagement professionale. Tra gli over 55 la quota sale al 37,5%, mentre tra i più giovani scende ad appena un quarto.

La posizione gerarchica incide: chi ricopre ruoli intermedi è più motivato (32,2%) rispetto a chi svolge mansioni esecutive (26,1%). Il Censis sottolinea come disallineamento tra competenze e mansioni, disillusione e perdita di centralità del lavoro alimentino un disimpegno che molte imprese ormai riconoscono come minaccia concreta. Il 38% dei lavoratori percepisce un impatto diretto del demotivarsi sulla produttività.

 

Redazione Fedaiisf

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